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L'atto d'amore di Fausta per la sua Reggio: "Ho deciso di tornare, qui la famiglia che mi vuole bene"

Ivaldi, scrittrice e donna impegnata nel sociale, dopo una breve parentesi ad Alessandria, sta per rientrare in città. Con un post chiede scusa ai reggini per aver tradito il loro affetto

"Non possiamo scegliere dove nascere, ma possiamo scegliere dove morire. Io ho scelto Reggio Calabria. Ci voleva questo periodo di ritorno nella mia terra, per capire quanto Reggio mi abbia dato in questi quindici anni, di amore, considerazione e affetto profondo. E questo malgrado il mio carattere non diplomatico, o forse, proprio per questo.I primi giorni in Alessandria sono stati di pura meraviglia. Intorno la pulizia, nessun sacchetto dell'immondizia in terra, tutto nei numerosissimi cassonetti. Le macchine al passo che si fermano per lasciarti passare. Dopo il terzo giorno già rimpiangevo il traffico caotico di Reggio, le macchine che sorpassano alla "sveglia bacucchi" e ti suonano pure perchè non ti sei degnato di lasciargli la strada libera". 

Inizia con queste parole la lettera o meglio la dichiarazione d'amore che Fausta Ivaldi rivolge alla sua Reggio con un post pubblicato sulla proprio profilo Facebook. Donna di grande caratura, scrittrice, da sempre impegnata a tendere una mano a chi non ha voce, alle donne sole con figli minori o che hanno subito violenza, ha iniziato il suo percorso in città nel lontano 2006 con il Centro Comunitario Agape "don Italo Calabrò". 

Un atto di grande affetto di una donna del nord a una terra, baciata dal sole, e generosa di cuore, che sa avvolgere e riscaldare l'anima. Amore ricambiato dai regggini e dal sindaco Falcomatà che nel 2016 le riconosce la cittadinanza onoraria.

"Metti pure - continua Fausta Ivaldi - che le telefonate per rintracciare i vecchi amici che non vedevo da tempo, hanno avuto esito disastroso.Chi trasferito, chi all'estero, chi lavora a Milano e non si è più visto, chi è andato a stare con la figlia sposata dopo che gli è morta la moglie. I rimasti parlano di problemi di prostata, il che è normale: hanno la mia età più che meno.Questo per l'universo maschile. Quello femminile è anche peggio non sono allegre, sono tutte vecchie e tristi. Ci si è messo anche il tempo con freddo e acqua. Ho fatto il conto: è dal 1965 che io non venivo in Alessandria, d'inverno.

Dall'Africa, dall'America Latina, dalla Liguria e anche da Reggio,mai in inverno. Solamente in Luglio o Agosto. Mi ero quindi scordata quanto fosse brutto l'inverno qui tra freddo acqua e, poi, la neve.Eppure avevo rimpianto la nebbia in uno di quei momenti di rincoglionimento che mi prendono, raramente, per fortuna.Non avevo pensato che ci fosse il gelo, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. E' allora che si è presentata la depressione unitamente alla consapevolezza dell'errore compiuto. Quello di aver ascoltato il rimpianto di una Famiglia che non c'è più, di amici persi per strada, di visioni di gioventù ormai sfocate nel nulla in quanto tutto si è trasformato negli anni con valori diversi. Anche la città stessa si è appiattita con il decrescere degli abitanti oramai sotto i novantamila, la scomparsa di tante industrie e la chiusura del Teatro ha fatto la sua parte". 

La consapevolezza di voler rientrare nella città della Fatta Morgana è arrivata quando la scrittrice ha  pensato "a Reggio dove, ogni giorno, c'è la presentazione di un libro, una mostra, un concerto. Che fare? Non si può a 80 anni girare ancora con bagagli di vestiti, pentole, libri,cani in ceramica e cane vivo, la mia Gioia, le cartelle delle tasse degli ultimi quattro anni, le bollette della luce e del gas, i ricami di mia mamma e le foto di chi ho amato, le canzoni di De Andrè e la musica di Beethoven, come una disperata". 

"Non si può, non è neanche dignitoso per una ragazza di 80 anni. Quindi bisogna decidere e io ho deciso di morire, il più tardi possibile, a Reggio Calabria dove ho la mia grande famiglia di gente che mi vuol bene e che, in questi giorni, me lo ha dimostrato. Dove ho conosciuto quel calore umano sconosciuto altrove. Dove ritroverò il mio presepe di luci guardando oltre lo Stretto. Dove ritroverò tutti gli amici cari. Vi chiedo perdono se, solamente per un mese, ho tradito il vostro affetto, ma ora lo apprezzo ancora di più. Io vi voglio molto bene, vogliatemene anche voi perchè ne ho bisogno. Ci vediamo intorno al 15 dicembre".

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