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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il cuore della poesia internazionale trionfa nel Premio Nosside di Reggio Calabria

Cerimonia di premiazione al MArRC. Vincitori un poeta-musicista andino della Colombia e un italo-svizzero. Alla serata presenti poeti da tutta Italia, Brasile, Grecia, Svizzera, Colombia ed Egitto

E' calato il sipario sulla XXXIV edizione del Premio mondiale di poesia Nosside, la manifestazione curata e presieduta dal professore Pasquale Amato. Una festa di tante lingue del mondo, declinate in versi d'amore, di passione, di sentimento, di dolore, di gioia, sono state il corollario della cerimonia di premiazione, ospitata al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Tra le tantissime liriche in concorso, hanno trionfato, ex-aequo, quelle del poeta e musico colombiano Fredy Chikangana e dello svizzero-italiano Davide Rocco Colacrai che hanno riguardato entrambe la tematica della morte e della speranza. Il colombiano con la sua lirica Dico Naya (scritta in lingua quechua, l'antica lingua degli Incas e tradotta in spagnolo) ha ricordato uno spaventoso eccidio del 2001 da parte di militari nella regione povera di Naya in Perù che ha contato centinaia di vittime civili, tra cui donne e bambini.

"Dico Naya e rabbrividisco – recitano alcuni suoi versi – Dico Naya e penso ai bambini, al seme della terra, al vento che dipinge le nuvole di colori e i sogni per continuare a lottare per l'amore e per la vita". Lo svizzero Colacrai, figlio di italiani del Sud, nato nel Cantone di Zurigo, si è invece ispirato alla tragica fine di un ragazzo curdo che tentava di arrivare all'isola greca di Lesbo, in fuga dalla sua terra, per perfezionarsi nello studio del violino. "Sono un Cristo che ha per croce un violino – scrive nella sua lirica il giovane poeta – le sue corde il mio pane quotidiano, la sua voce il mio perdono".

Una festa delle lingue: nel corso della premiazione, la portavoce del direttore del Museo dei Bronzi Carmelo Malacrino, assente per impegni fuori città, Emanuela Martino ha sottolineato l'importanza di questo ponte ideale tra la cultura magno-greca di cui Reggio è massima espressione, e quella di tante altre culture del mondo, un ponte tra Mediterraneo e gli oceani dove la voce della poesia supera ogni barriera.

Alla serata al Museo erano presenti poeti arrivati dal Brasile, dall'Egitto, dalla Colombia, dalla Grecia, da ogni parte d'Italia, che si sono ritrovati a dialogare con la magia dei loro versi, a sottolineare la validità del Premio e la giusta intuizione che circa 35 anni fa portò il professore  Amato, apprezzato storico reggino, a fondare il Nosside.

Un Premio aperto a tutte le lingue del mondo e che in 34 edizioni ha raccolto le liriche provenienti da 99 Paesi in 135 idiomi e dialetti della terra. Molti a rischio di estinzione, alcune vive come quella quechua, la lingua pre-colombiana degli Incas, che il poeta andino Chikangana utilizza per le sue liriche e le sue struggenti canzoni: il governo colombiano ha pagato il suo viaggio per ritirare il Premio a Reggio in riconoscimento della sua arte poetica che rinnova l'antica tradizione culturale del Paese.

La serata è stata accompagnata dalle note del violino di Argira Morabito e la chitarra di Alessandro Calcaramo, con letture dell'attrice e regista Teresa Timpano, direttrice del Festival dei Miti Contemporanei nel cui cartellone risalta il Premio Nosside, Filippo Gessi e Miryam Chilà. Rosamaria Malafarina, segretaria della giuria internazionale del Nosside, ha letto le motivazioni dei premiati.

Un concorso di poesia che guarda al mondo e che si prepara già, appena calato il sipario, alla prossima edizione, quella del 35° anniversario. Il Nosside ha avuto, per questa splendida e indimenticabile edizione, il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria, del Comune e della Metrocity: un riconoscimento dovuto all'impegno del professore Amato e dei suoi infaticabili collaboratori, come la giovane nipote Giada Amato e Andrea Postorino, che hanno reso tutto più semplice, trasformando l'incontro di tanti poeti di tante lingue diverse in una festa universale dell'amicizia e della fraternità.

La poesia serve soprattutto a unire e rendere partecipe l’umanità, nella condivisione di un comune sentire. Cosa sarebbe il mondo senza la poesia? La risposta è venuta proprio dall'universo di liriche che, attraversando il mondo in una traccia ideale, hanno ricevuto una menzione d'onore. Liriche provenienti oltre che dall’Italia, da Cuba, Grecia, Spagna, Uruguay, Malta, Romania, Israele, Nepal, Repubblica Dominicana, Messico, Venezuela, Argentina, Brasile, Mongolia, Pakistan e Filippine. Poesie che sono composte, oltre che nelle principali lingue latine, anche in lingua grika salentina, in catalano di Alghero, in galiziano della Spagna, dialetto reggino di Africo, in mongolo e in Tagalog delle Filippine.

Le poesie vincitrici e quelle giunte in finale sono raccolte nell’antologia Nosside 2019 (Edizioni Media&Books), a cura dello stesso professore Amato e di Mariela Johnson Salfràn. I vincitori e i poeti finalisti hanno poi festeggiato, anche con il flauto del poeta andino Chikangana, in un noto ristorante della città, dove gli ospiti hanno partecipato a una cena rigorosamente a base di gusti e sapori del territorio (con lo zafferano di Motta San Giovanni, il caciocavallo di Ciminà, le ricotte e i salumi dell'Aspromonte) e una squisitissima torta al bergamotto, realizzata da Angelo Musolino, presidente dei pasticceri reggini,e i sorbetti al bergamotto e all'annona di Reggio Calabria, firmati da Davide De Stefano.

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