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Un libro per ricordare Sara Anzanello e la sua gioia di vivere, iniziativa della Del Core Volley Academy

La presentazione del volume dal titolo “Chiamatemi ancora Anza” si è svolta a palazzo San Giorgio. L'incasso delle vendite sarà parzialmente devoluto al Niguarda e all'Aido

E' stato presentato a Palazzo San Giorgio il volume "Chiamatemi ancora Anza", in ricordo della giovane pallavolista Sara Anzanello, scomparsa prematuramente nel 2018. L'iniziativa targata dalla Del Core Volley Academy, intende devolvere parzialmente l'incasso delle vendite del libro al Niguarda e all'Aido.

"Desideravo fortemente promuovere questo libro perché Anza merita di essere conosciuta e ricordata. La sua gioia di vivere, la sua lotta contro la malattia e la sua grande grinta dentro e fuori dal campo di volley alimentano una testimonianza forte e preziosa per tutti", ha sottolineato con un velo di commozione, Antonella Del Core, napoletana di origini e reggina di adozione, che con Anza ha condiviso una prestigiosa carriera sportiva durante la quale era nata una profonda amicizia.

“Raccontare la storia di Sara per noi costituisce una significativa occasione di condivisione dei valori che poniamo al centro della mission dell’Academy, ossia la bellezza della vita e dello sport e la forza del gruppo. Ci auguriamo di trasmettere questo messaggio educativo alle nostre bambine", ha ribadito il presidente della Del Core Volley Academy, Francesco Surace, nella sua introduzione.

La lettura di Antonella Del Core del messaggio di ringraziamento inviato dai genitori di Sara e dal fidanzato Walter, ha seguito la lettura dei messaggi del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, del presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto e del presidente del Panathlon Reggio Calabria Tonino Raffa, impossibilitati ad essere presenti, e gli interventi di Myriam Calipari, presidente Avis OdV Comunale Reggio Calabria, con cui l'Academy ha una partnership, e di Bruno Gurnari, responsabile Tecnico del comitato territoriale Fipav di Reggio Calabria.

"Il dono è vita per altri, lo dimostra anche la storia di Sara che stiamo ricordando. La donazione del sangue costituisce un gesto di solidarietà concreta che aiuta altre persone, che non conosciamo e che potremmo non conoscere mai, a stare meglio e ad avere una speranza. L'Avis consolida questo messaggio di condivisione anche attraverso questa collaborazione con la Del Core Volley Academy che propone già alle sue piccole atlete uno stile sano nella vita e nello sport. E' tuttavia il caso di sottolineare che pure chi non può donare per motivi di salute, può offrire il proprio contributo e aiutare altri a donare", ha sottolineato Myriam Calipari, presidente Avis OdV comunale Reggio Calabria.

Ed infatti Sara Anzanello con questo volume invita a far dono di sé, come fece anche quando espresse un desiderio: piuttosto che fiori, dopo la sua morte avrebbe voluto che fossero fatte delle offerte all'Aido, associazione italiana Donatori di Organi. "Appuntamenti come questi rappresentano delle occasioni per riflettere sul valore che lo sport assume nella nostra vita.

Sara Anzanello ha lottato a lungo, senza mai arrendersi, cosa che si auspica sia fatto da tutti gli atleti in campo, fino all'ultimo punto minuto e, più in generale, da tutte le persone durante la loro vita. Credo che il suo esempio incarniperfettamente la capacità di resistere alla fatica e di reagire alle difficoltà che ogni atleta è chiamato a maturare, ritrovandosi ad acquisire tale approccio
anche nella vita, fuori dal campo", ha evidenziato Bruno Gurnari, responsabile tecnico del comitato territoriale Fipav di Reggio Calabria. "Un diario di pensieri e disegni, di desideri e timori che fedelmente e rispettosamente abbiamo raccolto e pubblicato grazie alla famiglia di Sara.

Abbiamo subito ritenuto questa una pubblicazione speciale per il suo significato e la sua levatura umana e sociale. Pensando a Sara e alla sua vita, alle tante sfide che ha affrontato ritrovando sempre la bussola del suo cammino, nonostante la malattia e il trapianto e poi la ricaduta e la nuova malattia, ancora mi commuovo. Una commozione che ha accompagnato anche l’opera di raccolta del suo vissuto così generosamente donato agli altri dai lei e dai familiari", ha raccontato l'editore cosentino Giuseppe Santelli.

"Sara ed io ci siamo conosciute quando avevamo 17 anni. Entrambe già lontane da casa per amore dello sport. Spesso - ha sottolineato Antonella Del Core - non si ci sofferma sul percorso pieno di scelte e rinunce difficili che segnano la vita di un'atleta. Eravamo coetanee e abbiamo condiviso anche questa lontananza, dalla famiglia, dagli amici, dagli affetti. Un'affinità cresciuta nel tempo condiviso anche fuori dal campo, a cominciare dalla stanza in cui spesso ci siamo ritrovate insieme.

Sono tanti i ricordi che serbo nel cuore - ha raccontato ancora Antonella Del Core - e sono tante quelle piccole cose che ancora mi fanno sorridere e commuovere al contempo, per quella leggerezza che nonostante tutto Sara incarnava. Una su tutte la sua passione per gli Articolo 31. Alla fine di quell’estate del 1997, in cui ci eravamo conosciute e avevamo vinto la medaglia di Bronzo ai Mondiali pre Juniores in Thailandia, tutte conoscevamo le loro canzoni a memoria".

Sara Anzanello 
Veneta, classe 1980, Sara Anzanello, che tutti chiamavano Anza, aveva iniziato la sua carriera a 15 anni nel Latisana per poi approdare nel 1998 al neo costituito Club Italia, società di proprietà della Fipav, voluta da Julio Velasco con lo scopo di formare giovani atlete italiane provenienti dai vivai delle varie squadre della penisola, dove militava in quello stesso anno anche Antonella Del Core.

La sua carriera aveva spiccato subito il volo fino all'ingaggio del Voleybol Klubu nel 2011. Proprio a Baku, in Azerbaigian, Sara scoprì di essere malata di epatite. Nel marzo 2013 venne sottoposta ad un trapianto di fegato al Niguarda di Milano. Ristabilitasi, il richiamo del volley la portò nel 2014 a lavorare per il Club Italia per poi ritornare in campo, ma in serie B1, nelle fila del Novara nel 2015. Una grande prova di umiltà e di autentica passione per la vita e per lo sport per una campionessa, in campo e nella vita, che aveva vinto l’Oro ai mondiali del 2002, due Coppe del Mondo nel 2007 e nel 2011 e il premio individuale di Miglior Muro al
World Gran Prix nel 2006. 


Ma le prove non erano ancora finite. La sfida più importante di Sara, anche quella giocata con tenacia fino in fondo, è finita all'ospedale Niguarda di Milano, il 25 ottobre 2018. Sara, però, anche con questo libro, ha voluto rimanere qui, dove ancora in tanti la vedono e la sentono ridere ed esultare dopo un muro.

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