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Lunedì, 29 Aprile 2024
Lo Stretto necessario

Lo Stretto necessario

A cura di Roberta Pino

Nata per te, una storia vera raccontata con delicatezza e maestria dal regista reggino Mollo

Il regista ha incontrato il pubblico di Reggio Calabria per presentare il suo ultimo film al cinema Nuova Pergola

Le associazioni Arcigay I Due Mari, Agedo e Proloco di Cardeto lo hanno fortemente voluto a Reggio Calabria. E la sua città d’origine lo ha accolto a braccia aperte. Moltissimi i reggini presenti nella sala cinema Nuova Pergola, mercoledì 18 ottobre, per assistere alla proiezione del film Nata per te e per incontrare l’artefice di tutto, Fabio Mollo.

Un evento molto atteso in città, dopo un lungo peregrinare del regista reggino nelle sale cinematografiche di tutta Italia insieme agli attori protagonisti. In tanti hanno risposto all’invito delle associazioni per onorare un talento nostrano, ormai riconosciuto ben oltre i confini nazionali. Il regista Fabio Mollo è approdato nella città dello Stretto per presentare la sua ultima produzione, Nata per te, che sta riscuotendo un grandissimo successo da quando è in tutte le sale italiane, dal 5 ottobre scorso.

Tratto dall’omonimo libro di Luca Trapanese e Luca Mercadante, è la storia incredibilmente autentica del primo padre single omosessuale che ha adottato una bimba con sindrome di down. Sembrerebbe una trama ordita ad hoc, una storia a lieto fine dove l’amore trabocca e certi diritti sono finalmente riconosciuti.

In effetti, il finale è proprio questo ma il percorso vissuto da Luca Trapanese e dalla figlioletta Alba, è ancora complesso e complicato per tantissime altre persone, sia che si tratti di coppie etero o gay e sia di single, che vogliono prendere in affido o adottare un bambino senza dover scalare cime impervie o trovarsi davanti a situazioni di discriminazione che minano il fondamento delle leggi sui diritti umani.

La storia di Luca Trapanese sa di eroico, registra certamente un’evoluzione giuridica e sociale di grande rilevanza, ma tanto resta ancora da fare per una più equa e capillare diffusione di un diritto che, per essere tale, non deve essere "concesso" ma deve ritenersi innato, acquisito sin dall’origine. Sulla vicenda di Luca Trapanese e della piccola Alba tanto si è scritto e Luca è anche molto conosciuto per via del suo operato come assessore alle politiche sociali del comune di Napoli e come presidente dell’associazione A Ruota Libera che si occupa di persone con disabilità.

Ed il regista Fabio Mollo si è appassionato alla storia ed ha deciso di farne un film. Il risultato è una narrazione delicata, emozionante, leggera e profonda al contempo, che lascia allo spettatore un bagaglio carico di speranza e
di fiducia per un presente e un futuro aperto a tutti. Ma torniamo a quello che è successo mercoledì sera sul palco del Nuova Pergola.

 

Il dibattito, coordinato dalla giornalista Anna Foti, ha provocato molte reazioni nel pubblico. In fondo era quanto di meglio sperare, un film del genere non può lasciare indifferenti. Sul palco, ad introdurre Fabio Mollo, anche i rappresentanti delle associazioni che hanno voluto Fabio a tutti i costi, Mirella Giuffré, Francesca Panuccio e anche il sindaco della Città metropolitana, Carmelo Versace.

"Quello che ha descritto Fabio nel film, noi lo facciamo ogni giorno con le nostre associazioni - hanno dichiarato le portavoci - noi lottiamo affinché tutti abbiano gli stessi diritti. E in questo film non si parla solo di diritti Lgbtq+, ma anche delle persone disabili, delle donne, delle persone che non possono esercitare la propria libertà di essere
e di agire".

Sul palco del cinema Nuova Pergola vengono soddisfatte, poi, diverse curiosità sulla pellicola Nata per te. A partire dalla scelta del cast, in cui il protagonista che interpreta Luca Trapanese è Pierluigi Gigante. "Abbiamo castato diversi attori, ma lui ci è sembrato bravissimo - rivela Fabio Mollo - Pierluigi ha seguito i ragazzi disabili della comunità, ha lavorato come operatore, proprio per entrare il più possibile nella parte ed è riuscito a creare quel legame che si vede dal film. Lui, se fosse qui con me, avrebbe detto che questo film l’ha fatto crescere prima come persona che come attore. E le attrici, poi, tutte meravigliose - sottolinea - Teresa Saponangelo nei panni dell’avvocata, interprete nel film di Sorrentino, E’ stata la mano di Dio.

Barbora Bobulova, nel ruolo della giudice, ha interpretato la parte con la profondità che necessitava. Ed ancora, Antonia Truppo, l’infermiera, e Iaia Forte, la madre del protagonista, due icone del cinema partenopeo. E poi c’è il lavoro con i ragazzi disabili. Ci tenevo - rivela il regista - che a raccontare i personaggi fossero proprio persone disabili e loro sono attori del cast. Le scene sono tenere, spontanee, lì ho fatto sparire il cinema, ho levato la troupe, il ciak, quello che succedeva era naturale. La scelta del cast è stato un processo bello e breve. In tre mesi abbiamo fatto i casting senza avere ancora la sceneggiatura".

E la piccola Alba? "Abbiamo dovuto trovare una bambina di tre mesi con la sindrome di down, anche attraverso delle associazioni e grazie a Luca Trapanese, una importantissima risorsa. Alba in realtà è composta da tre bambine, vestite uguali e quella che faceva la cosa giusta è nelle scene del film".

Un film che, nelle intenzioni del regista, doveva essere politico, per i temi trattati, l’omogenitorialità, la genitorialità a tempo, la disabilità, l’omosessualità. "Sono arrivato a Napoli ed ho visto che la realtà era molto più bella della politica - commenta Fabio - e che Luca ed Alba facevano politica essendo semplicemente loro stessi. Ho voluto fare un film che si occupasse di sociale e di diritti, ma che di fatto racconta la storia di un uomo e di una bambina che con la loro vita stanno mandando un messaggio politico, sociale, religioso, umano molto più forte. E cioè, la famiglia è tradizionale nel momento in cui c’è l’amore".

Un messaggio sublime e realistico insieme, che si scontra, purtroppo, con una legge sulle adozioni ferma al 1983, che non si sposa con la società attuale, ricca di nuove realtà. "Ho frequentato tanto il tribunale dei minori di Napoli - spiega il regista - che è all’avanguardia. Nel caso di Luca, la giudice si trova di fronte a una concreta possibilità che Alba possa trovare una famiglia, ma deve trovare un modo per poter usare quella legge, anzi per poter usare l’eccezione a quella legge. Alba diventa la figlia di Luca Trapanese perché c’è un’eccezione".

E Nata per te è un film con una dedica speciale. "Il film è dedicato a mia sorella Maria - rivela Mollo - ho avuto la fortuna di vivere in famiglia l’adozione di mia sorella che per me è il ricordo più bello dell’infanzia. I miei genitori, eterosessuali, hanno avuto grosse difficoltà sia per l’affido che per l’adozione, un iter durato tantissimo. Non volevo che questo film fosse sull’adozione dei gay, ma sulle adozioni e sugli affidi.

Purtroppo, nel nostro paese, chi si propone di prendere in affido o in adozione un bambino, sia in coppia che single, viene umiliato anziché essere supportato. Dopo aver imparato questo dai miei genitori, ho voluto realizzare un film non urlato, senza rabbia. Se qui ci fosse stato Luca Trapanese avrebbe detto qual è la famiglia giusta e quella sbagliata? Qual è quella meritevole di avere il supporto e quella che deve essere dimenticata? Qual è il figlio perfetto e quello imperfetto? Quello più meritevole di essere adottato? Ciò che è mancato nella politica di questi anni è il senso di verità, perché gli stessi politici che rivendicano la famiglia tradizionale, poi non ce l’hanno a casa loro".

Il regista rivendica così la libertà di scelta di ciascun individuo, anche quella di Luca Trapanese di voler adottare una bimba disabile. Un desiderio realizzato in questo caso. Libertà, diritti, desideri. Ma anche la cura è contemplata nel film di Mollo, la cui sceneggiatura scandisce le scene in un continuo binario temporale tra passato e presente.

E’ il caso del rapporto tra il protagonista con l’amico Rocco, al quale Luca rimane accanto fino alla morte prematura. I due amici, nel flashback scenico, sognavano il pianeta rosso, simbolo del mondo nuovo, quello dove Luca e il suo migliore amico si promettono di riabbracciarsi dopo la malattia che li separa. E Marte è anche il simbolo che, a volte, l’impossibile può diventare possibile, segno di speranza, di evoluzione, di fiducia in un mondo migliore per tutti. E per Fabio Mollo solo applausi.

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