Esplosione ad Alessandria, fermato il proprietario della cascina dove è morto Nino

Ci sarebbe una tentata frode all'assicurazione dietro la tragedia di Quargnento, ad Alessandria, per la quale i carabinieri hanno fermato nella notte Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa in cui hanno perso la vita tre vigili del fuoco. Lo rende noto il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri nel corso di una conferenza stampa. L'uomo fermato ha confessato, negando però l'intenzione di volere uccidere. La moglie di Giovanni Vincenti è indagata a piede libero.

L'esplosione doveva essere una sola ma un errore nella programmazione del timer, collegato alle bombole del gas, ha provocato la tragedia. "Il timer era stato settato all'1.30 ma accidentalmente c'era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco", ha detto Cieri. Vincenti è ritenuto responsabile di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie per l'esplosione che la notte tra il 4 e il 5 novembre ha distrutto una cascina.

Il proprietario della cascina ha confessato

L'appello della madre di Nino Candido al premier Conte

La svolta nelle indagini arriva a poche ore dai funerali solenni di Nino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.  "Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli", è stato l'appello che la mamma di Nino Candido, insieme ai familiari delle atre due vittime, rivolto nell'occasione al presidente del Consiglio. 

Le indagini

Le indagini hanno portato in pochi giorni ad un primo risultato grazie "alle attività serrate e articolate" dei carabinieri, scrive l'agenzia Ansa.