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Cronaca

Liberi di scegliere, Di Bella: "Si deve parlare di ‘ndrangheta fin dalle elementari"

Dirigenti scolastici, studenti e associazioni hanno salutato il presidente del Tribunale dei minori Roberto Di Bella, durante un meeting virtuale promosso da Alleanze educative

Dare continuità al lavoro svolto dal presidente del Tribunale dei minori Roberto Di Bella e ringraziarlo del lavoro fatto sul territorio per offrire ai minori un’alternativa ad un destino di mafia. Queste le finalità del live meeting "Liberi di scegliere – Fuori dalle mafie un’altra vita è possibile", promosso da Alleanze Educative.  

"In questi anni - ha affermato Roberto Di Bella - si sono raggiunti tanti risultati, tra cui la partenza del progetto "Liberi di scegliere", ormai diventato un protocollo governativo molto importante con un circuito ed una rete territoriale consolidata.

Per dare continuità serve una legge finanziaria con una copertura normativa ma soprattutto serve un’azione culturale perché in Calabria c’è una cultura del malaffare e di corruzione da un secolo". "Purtroppo - ha affermato il magistrato - la scuola sta faticando nel suo compito educativo, ossia quello di preparare il fanciullo a diventare
un membro utile della società. Bisogna ampliare l’offerta formativa e pensarla in base alle specifiche caratteristiche del territorio. In ogni scuola si deve parlare di ‘ndrangheta con progetti mirati e spiegare sin dalle scuole elementari cosa significa criminalità organizzata e quali effetti provoca sulla vita degli altri, effetti sociologici, piscologici ed economici. Bisogna raccontare le storie delle vittime di mafia.

Ecco perché ho scritto il libro Liberi di scegliere. Inoltre, va migliorata la rete sociale e mappare il territorio, particolarmente in alcune zone che sono povere di organizzazioni educative. Occorre stimolare la politica per creare ammortizzatori sociali". 

All'incontro moderato da Domenico Nasone, di Libera Nazionale, ha prespo parte anche don Ennio Stamile, coordinamento Regionale Libera, che ha ringraziato il giudice "per essersi messo in ascolto con i ragazzi. Il progetto Liberi di scegliere è importante per ricostruirsi la propria identità. Ha determinato il coraggio anche di tante donne. Per migliorare occorre che a questo progetto aderisca tutta la magistratura calabrese per approfondire e ascoltare le storie di ognuno".

Significativa la testimonianza di Giosuè D’Agostino che si è ribellato alla propria famiglia "trent’anni fa sono stato libero di scegliere. Ho scelto di condurre la mia vita al di fuori della ‘ndrangheta e di vivere nella legalità. Adesso la mia esperienza sta continuando ed il mio percorso di sensibilizzazione su questa tematica entra nelle scuole, partecipando a videoconferenze in tutta Italia".

Anna Nucera, dirigente scolastica dell'istituto Panella- Vallauri, ha sottolineato come nelle scuole la lotta contro la ‘ndrangheta debba essere inserita nella programmazione. "Bisogna far capire ai figli dei boss che un’altra vita è possibile, facendola vedere e vivere. E’ difficile far capire ad un giovane quanto sia importante rompere il legame con la cultura mafiosa. L’insegnamento di Di Bella ha cambiato il modo di combattere la mafia, è entrato dentro le famiglie. Per questo motivo la rete di Alleanze Educative si è messa insieme per essere più forti in questa battaglia". 

Il questore Maurizio Vallone ha affermato come il presidente Di Bella sia stato un innovatore del suo settore per salvare i ragazzi oggetto di attenzione del problema ‘ndrangheta. "Partire dai giovani è fondamentale per sconfiggere le mafie in generale. La società civile deve essere vicina agli insegnanti e ai dirigenti scolastici nel compito educativo perché bisogna continuare con questo progetto che è stato tracciato".

Per Anna Maria Cama, dirigente scolastico del Boccioni Fermi "la scuola deve essere di tutti e di ciascuno e su questo senso la rete di Alleanze Educative sta creando delle positive sinergie", mentre Anna Rita Galletta, dirigente scolastico del Piria, è convinta che "solamente unendo gli intenti e trasformandoli in azioni concrete si può affrontare la quotidianità deviante dei minori che vanno tutelati nella loro crescita, non soltanto coloro che si trovano in situazioni difficili legati alla mafia, ma anche a quei minori che vivono uno status di fragilità emotiva e sociale".

Secondo Serenella Corrado, dirigente del Falcomatà - Archi, "è fondamentale costruire un tessuto sociale sano per farsi carico dell’educazione dei bambini e dei ragazzi in maniera convergente. Servono modelli di riferimento per vivere la legalità e    non solo limitarsi a lezioni di legalità".

Maria Palazzolo, dirigente scolastico del liceo scientifico Volta, ha invecesottolineato come i lunghi anni di servizio del presidente Di Bella abbiano lasciato una profonda riflessione e, insegnato, ad andare oltre, rendendo più umana la figura del magistrato: "Il presidente ha incoraggiato le mamme a fidarsi e ad uscire nella ragnatela in cui spesso sono coinvolte". 

L'incontro si è concluso con l'intervento di una studentessa del Piria e di Paolo Cicciù, della Rete Alleanze Educative: "Alcune dinamiche e condizionamenti ambientali e familiari influenzano ancora i giovani della nostra città. Bisogna promuovere la cultura della bellezza per fare differenza, perché "ciascuno cresce solo se sognato" (D. Dolci)".

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