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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il riconoscimento

Xenia Book fair, premio alla memoria di Mario Verdone ritirato in collegamento dal figlio Carlo

L'iniziativa dell'associazione Anassilaos durante il festival letterario ha visto la partecipazione del noto regista da Roma per ricordare l'illustre genitore

Nel contesto dello Xenia Book Fair svolto nell'Arena dello Stretto, l’associazione culturale Anassilaos ha conferito alla memoria del professor Mario Verdone il premio Civitas Europaea. Consegnato all’ambasciatrice straordinaria e plenipotenziaria della Repubblica d’Armenia  presso la Repubblica italiana Tsovinar Hambardzumyan, il riconoscimento è stato idealmente ritirato da Carlo Verdone, figlio di Mario, collegato in diretta da Roma.

Anassilaos ha partecipato anche quest'anno alla VIII edizione di Xenia, salone letterario internazionale all’aperto, iniziativa promossa da Leonida Edizioni e dall’associazione Xenia Book Fair, che prosegue così in una attività volta ad avvicinare paesi geograficamente distanti dall’Italia e da Reggio Calabria ma con molte affinità per cultura, letteratura, fede e tradizioni. Dalla Georgia all’Armenia, la rassegna contribuisce attraverso la cultura e la conoscenza a superare barriere, diffidenze e paure, che sono il presupposto di incomprensioni e conflitti. Tutto questo quest'anno è avvenuto nell’unico modo concesso ad un editore, ovvero traducendo in italiano e stampando l’opera di uno dei grandi poeti del Novecento, l’armeno Yeghishe Charents, di cui è stato presentato al pubblico reggino  il secondo volume di poesie “Io della mia dolce Armenia”. Sconosciuto quasi del tutto al grande pubblico di lettori italiani e anche agli amanti della poesia, dobbiamo a Mario Oreste Verdone, nel 1968, una prima importante traduzione dell’opera di Charents.

Verdone  è stato un insigne studioso  di arte, letteratura, cinema, teatro e spettacolo e ha dato un fondamentale contributo volto a promuovere il  riconoscimento del cinema quale alta espressione del genio umano al pari delle altre arti, favorendo così l’insegnamento delle attività cinematografiche – di cui è stato pioniere – nelle più prestigiose università d’Italia e in particolare presso La Sapienza di Roma, dove ha a lungo insegnato. La sua traduzione, grazie all’adesione del figlio Carlo Verdone, attore e regista, ha fatto dunque da fil rouge all’iniziativa reggina promossa dall’Ambasciata di Armenia in Italia e da Leonida Edizioni. Proprio perché i tempi che viviamo  sono difficili, attraversati dagli spettri di un recente passato di guerra e crudeltà inenarrabili che sembrano riproporsi oggi nella tragedia umanitaria del Nagorno Karabakh, la traduzione di Charents, vittima dello stalinismo, assume una valenza che travalica il mero aspetto editoriale e si inserisce, di fatto, come testimonianza della Storia.

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