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La denuncia

Anno giudiziario, Dominijanni: "Lo Stato non è solo quello che arresta e condanna ma anche quello che offre opportunità”

Il procuratore generale nella sua relazione affronta i problemi e parla anche delle imprese sottratte alla 'ndrangheta

Nell'auditorium Fazio della scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria le parole del procuratore generale Gerardo Dominijanni scuotono la platea. “Inascoltato è stato il mio appello”, dice subito Dominijanni “per vincere la 'ndrangheta. C'è uno scollamento tra società civile e magistratura”. 

Poi afferma: “Dobbiamo riprenderci le periferie. La lotta alla 'ndrangheta passa da un cambiamento culturale. Lo Stato non è solo quello che arresta e condanna ma anche quello che offre opportunità”.

Le imprese sottratte alla 'ndrangheta

La platea applaude, interrompendo la relazione, e il procuratore generale con forza e determinazione prosegue: “Un cambiamento che deve passare anche dalle aziende sottratte alla ‘ndrangheta che non devono morire dopo poco tempo dal loro sequestro o dalla loro confisca. Da due anni evidenzio la situazione delle imprese sottoposte ad amministrazione giudiziaria perché infiltrate dalla 'ndrangheta, che vengono sistematicamente accompagnate a sicura rovina, invece di essere risanate e rimesse sul mercato preservando la loro forza lavoro. Avevo proposto la creazione di un gruppo di studio affinché si analizzassero le cause del mancato risanamento e se, nell'ipotesi di fallimento o liquidazione, si potesse concretamente trovare una diversa collocazione ai lavoratori che non siano i soliti ammortizzatori sociali.

Bene, mentre avevo trovato la disponibilità della regione Calabria nella persona del presidente Occhiuto e della vicepresidente Princi, più che sorda è stata invece la politica nazionale. Dopo un primo approccio con la presidente della Commissione antimafia, è calato inspiegabilmente il silenzio.

A Reggio Calabria cerimonia di apertura dell'anno giudiziario: le foto

La politica lontana da Reggio Calabria

Un ulteriore segno che l'unica strategia che si attua è quella di chiamarsi fuori da iniziative di contrasto che non siano circoscritte alla sola attività repressiva. Ne prendo atto così come occorrerà prendere atto che la politica è distante da Reggio Calabria, da Plati, da San Luca, da Rosarno, da Oppido".

Secondo il procuratore generale di Reggio Calabria, "la politica non comprende che qui la gente pensa che la 'ndrangheta crea posti di lavoro e lo Stato li distrugge. Non ci si rende conto quanto dirompente sia questo messaggio e quale importanza, nello sradicare la cultura 'ndranghetistica, avrebbe avuto nel confutarlo". 

Dominijanni, infine, ha sottolineato il problema della mancata demolizione di immobili abusivi "con le imprese di settore sequestrate e sottoposte ad amministrazione giudiziale nonché con quelle gestite dall’Agenzia dei beni confiscati. Mi chiedo se sia normale. La considero, questa, una vergogna. Come facciamo a pretendere dagli altri determinati comportamenti quando poi noi non siamo in grado di dare l’esempio?".

L'appello agli studenti: abbiate la schiena dritta 

Poi si rivolge ai tanti studenti presenti per in sala e dice loro: "Cari ragazzi dovete raccogliere il testimone dalla nostra generazione che voi chiamate boomer, che però si è spesa e si spenda per lasciarvi un mondo migliore. Tocca a voi accettare la sfida ed essere parte attiva di questo cambiamento e immaginare l'impossibile. Nel 63, un uomo ebbe a dire I have a dream, Io ho un sogno,  (Martin Luther King ndr) ebbene quel sogno di diritti civili si è poi realizzato. Abbiate anche voi un sogno, anzi una certezza, che mantenendo la schiena dritta un giorno quel sogno riuscirete a realizzarlo".

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