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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Palmi, mon amour: in scena una narrazione delle emozioni

All''Area Sacra Griso Laboccetta si è svolto lo spettacolo ideato da Praticò

Una narrazione delle emozioni, storie e luoghi che si intrecciano per raccontare cosa è Palmi ed il suo territorio ma non solo.  È un luogo dell'anima e come tale diventa anche luogo simbolico. Questo è stato lo spettacolo Palmi, mon amour che è andato in scena all'Area Sacra Griso Laboccetta, ideato e per la regia di Piero Praticò, accompagnato dalla fisarmonica del maestro Adolfo Zagari e la presenza scenica di Romana Tarsia, con le foto di Maria Melissari e le realizzazioni artistiche di Lorenzo Logoteta. 

Ha lavorato un mese e mezzo Piero Praticò per scriverlo e idearlo e quando era tutto pronto, sulla carta, l'ha condiviso con la professoressa Marisa Cagliostro e così è nata l'idea di metterlo in scena, una sera di settembre. Al calar delle luci, all'Area Sacra Griso Laboccetta ecco che l'emozione è arrivata ai tanti partecipanti anche grazie alla musica della fisarmonica. 

Racconta Piero Praticò: "Palmi, mon amour vuole essere una narrazione delle emozioni, dell’atmosfera, delle suggestioni, in alcuni tratti direi dell’alone di sacralità che suscitano uomini, luoghi e storie, nel viandante che si trova a percorrere il territorio palmese e le conseguenti riflessioni ed elaborazioni che ne scaturiscono strutturate e diffuse con modalità non consuete, non solite".

Poi aggiunge: "Il mondo della sociologia delle comunicazioni e di coloro che, a vario titolo, ci sono dentro, è interessato da un fervore di ricerche, analisi, studi volti all’individuazione e alla sperimentazione di nuovi strumenti capaci di cogliere al massimo le opportunità offerte dal cambiamento epocale, generato dai nuovi social e a tutto ciò che ad esso è collegato. Il nostro concept sperimentale comunicativo, la nostra narrazione, si muove in quest’ambito ed interpreta questa tendenza. Ed ha una sua genesi e si propone, ovviamente, una finalizzazione. Nasce una sera dello scorso inverno; dopo una passeggiata giù alla marina, poi allo scoglio dell’ulivo, un passaggio in centro, prima di cena Maria Melissari ci conduce alla villa Mazzini e qui ammiriamo le due statue realizzate per ricordare Cilea e Repaci".

marisa cagliostro -piero praticò
"Il nostro concept sperimentale comunicativo, la nostra narrazione, si muove in quest’ambito ed interpreta questa tendenza. Ed ha una sua genesi e si propone, ovviamente, una finalizzazione. Nasce una sera dello scorso inverno; dopo una passeggiata giù alla marina, poi allo scoglio dell’ulivo, un passaggio in centro, prima di cena Maria Melissari ci conduce alla villa Mazzini e qui ammiriamo le due statue realizzate per ricordare Cilea e Repaci.
Davanti alle opere bronzee si era formata una pozzanghera, che era rischiarata dai lampioni, rifletteva e respingeva i bagliori della luna, si colorava delle luci fioche della chiesa sottostante, formando uno spettacolo inconsueto di bagliori e sfavillio tali da accendere la fantasia e l’immaginazione creativa. Abbiamo considerato questi tre momenti città e monumenti, scoglio, pozzanghere, e li abbiamo posti al centro delle nostre riflessioni, delle nostre elaborazioni, incardinandole su delle magnifiche foto, opportunamente assemblate da musica ed effetti scenici il cui risultato finale, è la rappresentazione che vi accingete a giudicare.

Abbiamo cercato, nel nostro piccolo ed in tutta modestia ed umiltà di fare cultura, intesa secondo il concetto espresso dall’antropologo Clyde Cluckhon, ovvero come tutto ciò che conferisce forma ordinata alla vita umana e ne eleva lo spirito. Ed offriamo questo nostro modesto alla citta di Palmi e alla sua dichiarata propensione ad essere citta d’arte e di cultura".
 

Emozioni, dialogo, e passi di tango, perché "la vita è una milonga e devi saperla ballare" ecco cosa è stato lo spettacolo pensato da Praticò, un inno alla vita e al saperla ballare, con le sue intense emozioni, fatte di luoghi e paesaggi, e luoghi dell'anima dove fermarsi e riflettere. Suggerisce il regista: pensiamo allo smarrimento degli anziani. "Lo smarrimento deriva da un doloroso senso di inutilità: gli anziani fino a poco più di due generazioni fa, erano il vero centro delle famiglie, fonte di esperienza e di sapienza delle cose della vita, punto di riferimento di nipoti e pronipoti, ai quali dispensavano racconti, storie, leggende, favole, filastrocche e proverbi.

Oggi stanno soli, senza un ruolo e senza più un impegno, in case vuote e non vivificate dalla presenza di figli, nipoti e parenti. E non è certo ingiustificato e senza motivo il loro presentimento di essere strappati dalla propria casa, piena di ricordi di persone e cose, in nome di una medicina che non previene, cura e rassicura, ma costringe con il mettere paura e rinchiude in tristi ospedali e case di cura". Ecco allora che si domanda: “Sai cos’è l’amore? È tutta gentilezza, generosità”. "Aprite dunque le porte alla brezza dell’amore e carezzate gli anziani", conclude Piero Praticò.

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