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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Bianco

Pizzo sulla mensa a scuola: scattano tre arresti per estorsione

E' il bilancio dell'operazione "Pupi-White City" dei carabinieri. In manette sono finiti due fratelli, Bartolomeo e Domenico Scordo di 35 e 38 anni. Ai domiciliari il responsabile amministrativo del comune di Bianco. Indagata una quarta persona

Il pizzo anche sulla mensa scolastica. Con l'accusa di tentata estorsione, continuata e in concorso, aggravata dal metodo mafioso i carabinieri hanno arrestato quattro persone nell'operazione "Pupi-White City", condotta dal Comando provinciale, dai militari, dallo squadrone eliportato Cacciatori “Calabria”, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.

Per i fratelli Bartolomeo e Domenico Scordo, alias "Micu u Pupu", di 35 e 38 anni, il gip ha disposto il carcere, Giuseppe Palamara, agli arresti domiciliari, a suo carico sono emerse gravi responsabilità per reati contro la pubblica amministrazione (concussione, abuso d’ufficio, peculato, falso in atto pubblico), per fatti commessi come responsabile dell’area amministrativa ed affari generali del Comune di Bianco, carica ricoperta fino ad oggi. Tra gli arrestati figura anche B.V. di 33 anni, indagato a piede libero, al quale è stato notificato un avviso di garanzia.

L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l’epilogo di due articolate attività investigative, condotte dalla Compagnia carabinieri di Bianco, con il supporto operativo dei Cacciatori, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Lombardo e del sostituto procuratore Tedesco della Dda reggina, che, confluite in un unico provvedimento cautelare, hanno permesso di assicurare alla giustizia i responsabili di un’estorsione aggravata dal metodo mafioso commessa nei confronti di un imprenditore siciliano aggiudicatario nel 2014 dell’appalto per il servizio annuale di refezione scolastica nel Comune di Bianco (indagine "Pupi") e successivamente hanno consentito di disvelare come, presso il Comune di Bianco, a causa dell’"infedeltà" del geometra Giuseppe Palamara, la cosa pubblica sia stata piegata - all’occorrenza - al volere di pochi (indagine "White City").

Le indagini

Avviata nel novembre 2014 l’attività “Pupi”, dal soprannome dei fratelli Scordo è nata a seguito della denuncia di un imprenditore siciliano, costretto a subire un’estorsione dopo che la sua ditta aveva vinto la gara d’appalto indetta dal Comune di Bianco per l’aggiudicazione del servizio di refezione per l’anno scolastico 2014/15. I 4 indagati, in concorso tra loro e con ruoli ben precisi (i fratelli Scordo quali esecutori materiali delle minacce e interessati al versamento del danaro, Giuseppe Palamara e B.V. quali intermediari con l’impresa) avrebbero infatti tentato di estorcere all’impresa aggiudicataria dell’appalto, per il semplice fatto di provenire da una diversa area geografica, la somma contante di 2.000 euro a titolo di sostentamento per le famiglie dei carcerati della zona. Inoltre, in caso di risposta negativa da parte dell’imprenditore, lo stesso era stato minacciato di pesanti ritorsioni tra cui il furto e il danneggiamento del furgone impiegato per la consegna dei pasti a scuola.

Partendo da questo contesto, si è arrivati all’indagine “White City” che, come spiegano dal Comando provinciale dei carabinieri: "Ha consentito di riscontrare all’interno del Comune di Bianco una gestione arbitraria della cosa pubblica da parte di Giuseppe Palamara che, forte del suo incarico di responsabile dell’area amministrativa e affari generali, ha piegato gli interessi pubblici a quelli propri, dei propri familiari e di persone a lui vicine. In particolare le indagini hanno dimostrato che il geometra africese, con riferimento all’appalto per il servizio di refezione per l’anno scolastico 2014/15 (per il quale ha ricoperto l’incarico di responsabile del procedimento amministrativo) oltre al menzionato tentativo di estorsione avrebbe "esercitato una pressione psicologica e morale, anche in forme allusive e velate, su un uomo di fiducia dell’amministratore della ditta aggiudicataria dell’appalto, in modo da coartarne la volontà nella scelta del personale da impiegare nel servizio, ottenendo che venissero assunti soggetti a lui vicini o legati da vincoli di parentela".  

L’anno successivo invece, sempre con riferimento alla gara d’appalto per l’affidamento del servizio di refezione scolastica, Palamara avrebbe omesso, spiegano i carabinieri "di astenersi dall’incarico di responsabile del suddetto procedimento amministrativo dichiarando falsamente di non avere rapporti di incompatibilità con alcuno - nonostante avesse partecipato e vinto la gara B.V., suo familiare e titolare di un’impresa costituita ad hoc, che ha così ottenuto un ingiusto vantaggio di 67.000 euro, nonostante sarebbe dovuto rimanere escluso a prescindere dalla procedura per assenza di requisiti" e avrebbe "agito nell’interesse della suddetta impresa, che di fatto gestiva personalmente, impiegando anche 350 euro di denaro pubblico per far ottenere la certificazione Haccp ai dipendenti, al mezzo impiegato per la distribuzione dei pasti ed all’impresa stessa".

Nell’ambito delle indagini, infine, è stato possibile riscontare che Palamara avrebbe inoltre "omesso di astenersi dall’incarico di responsabile del procedimento amministrativo, dichiarando falsamente di non avere rapporti di incompatibilità con alcuno, con riferimento all’aggiudicazione di due borse lavoro per assistente educativo scolastico, dichiarando tra l’altro vincitore un suo familiare, che avrebbe dovuto essere escluso poiché la domanda che ha presentato era sprovvista della documentazione necessaria a corredo". All’esito delle operazioni, gli arrestati sono stati condotti presso la Casa Ccrcondariale di Reggio Calabria e agli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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