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Sabato, 27 Aprile 2024
Aspromonte / San Luca

La statua del Redentore a rischio: il basamento è in pericolo dissesto

L'allarme lanciato da Alfonso Picone Chiodo nel suo ultimo libro. L'architetto Vitetta annuncia che presto inizieranno i lavori

Sta lì, sulla vetta più alta del massiccio dell'Aspromonte, da più di un secolo. È il Redentore di Montalto, la statua realizzata nell'Anno Santo del 1900, quando in tutt'Italia per l'evento ecclesiastico furono collocate venti statue del Redentore su altrettante montagne italiane. 

Da allora "u Santu Sarbaturi" come l'hanno chiamato i fedeli sta lì e veglia i viandanti, così come i pellegrinaggi che vanno al santuario della Madonna di Polsi, mille metri più in basso, ed è il simbolo stesso dell'intero Aspromonte. 

A Montalto e al suo Redentore Alfonso Picone Chiodo, scrittore, fotografo, ricercatore, trekker ed alpinista, ha dedicato la sua ultima fatica, per i tipi di Laruffa. Un libretto agile, ottanta pagine, ma ricche di storia e di leggende, con informazioni sui sentieri, su Montalto. 

Un amore per l'Aspromonte, quello di Picone Chiodo, che l'ha fatto percorrere a piedi, con gli scarponi, chilometri di sentieri, parlare con le persone e conoscere fatti e parole di questa montagna che è stata visitata da illustri viaggiatori. 

Ed è proprio dalle pagine scritte di Picone Chiodo "Montalto" che arriva il grido di allarme per il basamento del Redentore, che ha bisogno di una sistemazione perchè altrimenti è a rischio l'intera struttura e quindi anche la stutua. Scrive Picone: " Nuovamente il basamento è in pericoloso dissesto; abbiamo nuovamente richiesto aiuto agli organi preposti e qualcosa sembra si stia muovendo. La parola speranza è purtroppo necessaria anche se non dovremmo sperare, ma chiedere e ottenere ciò che riteniamo giusto per salvare un sito di enorme valore e far sì che in molti, possano vedere ancora tante albe in vetta, insieme al Redentore".copertina-libro montalto-picone-chiodo

Trasportata a dorso di mulo

Ecco che Picone ricorda quando la stutua del Redentore fu issata sulla cima di Montalto: "Il 23 settembre 1901, la statua in bronzo opera dello scultore Francesco Ierace, eseguita a Roma dalla ditta Rosa e Zanosio, fu trasportata a pezzi a dorso di mulo, tra mille difficoltà da Delianova a Montalto, e, su un terreno donato dal Barone Stranges di San Luca, fu inaugurata dal Card. Gennaro Portanova, che era stato il promotore dell’impresa, dopo un pellegrinaggio durato 4 giorni, con sosta a Cardeto e Polsi. Vi parteciparono quasi tutti i vescovi di Calabria, o le loro delegazioni, autorità, nobili e una gran quantità di popolo accorse lassù, per essere presente a quell’avvenimento. Negli anni successivi la Statua fu quasi dimenticata tranne che per qualche sporadica escursione di piccoli gruppi di arditi pellegrini che, nel cammino per il Santuario di Polsi, passavano a fare un saluto al Redentore".

"Si narra che il basamento originale alto 10 metri crollò nei 2 anni successivi all’inaugurazione, ma fu subito ricostruito anche se più basso, simile a quello odierno, e che nel 1908 subì, a causa di quel terremoto una rotazione ma resistette e non crollò e la Statua in quel caso non subì alcun danno. Si narra anche della presenza di un eremita che, per molti anni, scelse come sua dimora proprio la cima di Montalto e li si stabilì a far compagnia al Redentore. Negli anni successivi sia il basamento che la Statua subirono danni causati dalle intemperie, dai fulmini, dai terremoti e da sporadici atti vandalici sino a quando negli anni ‘60 del secolo scorso la curia arcivescovile di Reggio non decise di riportare la Statua a Reggio per tentare un restauro del manufatto bronzeo, ormai indebolito dal tempo, e della sistemazione del basamento con tecniche più moderne e più resistenti.

Dopo anni di duro lavoro, finalmente nell’agosto 1975 la statua, grazie all’impegno dell’allora arcivescovo monsignor Ferro, fu ricollocata al suo posto in cima alle montagne. Il nuovo manufatto bronzeo, opera del prof. Michele Di Raco, fu prima portato a Gambarie di Santo Stefano d’Aspromonte e dopo solenne benedizione, fu trasportato in cima da un elicottero statunitense decollato dalla base aerea di Sigonella in Sicilia. A Montalto, il Redentore era atteso da un nutrito gruppo di operai, che si occuparono della difficile installazione, e da molte persone che non vollero perdere quel magico momento tra il vento impetuoso provocato dell’elicottero e i sassi che volavano da tutte le parti. Già nel 1976, quando vidi per la prima volta il Redentore, la croce era mancante. Negli anni successivi gli Amici di Montalto, grazie alla tradizione che era iniziata nel 1977, si sono presi cura non solo della Statua del Redentore alla quale restituirono nel 2000 la Croce, ma dell’intero sito di Montalto dalla base alla cima, denunciando carenze, richiedendo interventi manutentivi necessari e curando la pulizia e le piccole manutenzioni come quelle del basamento e della statua.

Nel 2003, grazie all’aiuto della Curia di Reggio, abbiamo reinstallato l’epigrafe del basamento, col tempo deteriorata, in materiale bronzeo più resistente e più duraturo. Abbiamo celebrato i cento anni della Statua nel 2001 e ogni 10 anni ci siamo riproposti di curarne il ricordo con una manifestazione dedicata. Nel 2008 abbiamo richiesto ed ottenuto l’intervento manutentivo del basamento che si era notevolmente indebolito".

L'intervento entro l'estate

Dunque adesso urge l'intervento e notizie rassicuranti sono state fornite dall'architetto Pina Vitetta circa un intervento di consolidamento che sarà realizzato da parte della Soprintendenza Baas entro l’estate, unica stagione nella quale è possibile a quella quota realizzare dei lavori. "C'è un finanziamento del ministero della Cultura alla Sovrintendenza per realizzare l'intervento sul basamento del Redentore. Il progetto è pronto e a breve ci sarà l'affidamento per l'appalto. La dottoressa Daniela Vinci della Sovrintendenza sta seguendo il procedimento. Entro quest'estate i lavori saranno eseguiti, non ci vorrà molto tempo per realizzarli".

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