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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cosa resta dell'evento

Bronzi 50, bilancio di un anno nel limbo tra input positivi e occasioni sprecate

Sta per concludersi il progetto di promozione che la Regione Calabria ha messo in piedi per il grande evento, ma i risultati attesi sono ancora lontani dalle aspettative

Il 16 agosto, data in cui i Bronzi riemersero dal mare di Riace, si chiuderà cronologicamente l'anno del cinquantesimo anniversario dei Guerrieri. Un evento giustamente annunciato come occasione eccezionale per far decollare il turismo in Calabria e, va da sè, in modo particolare a Reggio, città che ospita i Bronzi nella loro casa del museo archeologico nazionale. Insomma, il classico treno che da queste parti passa una volta sola. Ma a distanza di un anno siamo davvero riusciti a mettere a frutto un asset unico del patrimonio della Magna Grecia, letteralmente offerto dalla storia senza neanche la fatica di inventarcelo? In questi mesi, tra polemiche, annunci e progetti incompiuti, sono accadute tante cose e adesso è tempo di bilanci. Con qualche attivo e tante caselle vuote. 

Un piano di comunicazione con tante promesse e il costoso Cube visto solo tre volte

La prima considerazione da fare - oggettiva - è che gli eventi dei 50 dei Bronzi sono stati programmati con imperdonabile ritardo e di conseguenze partiti la scorsa estate quando la stagione turistica era già organizzata. Parliamo ovviamente di tour operator e pacchetti che, con una proposta arrivata al momento giusto, avrebbero potuto includere Reggio, portando qui le auspicate grandi presenze che invece nel 2022 non si sono viste. Colpa - si disse - dei tempi fisiologici della campagna della Regione, che si sarebbero diluiti richiedendo un assestamento più lungo. Dodici mesi dopo, dovremmo finalmente esserci e gli operatori del settore confermano un maggiore interesse verso Bronzi e museo, attestato dai dati di visite di palazzo Piacentini. Un dato positivo e incoraggiante, certo, ma sicuramente non all'altezza delle aspettative di un evento epocale come i 50 anni dal ritrovamento. E che tutto suggerisce non sia conseguenza diretta del lavoro di promozione della Regione Calabria, ma paradossalmente debba ringraziare una sorta di pubblicità naturale e autoalimentata da turisti, studi universitari e passaparola social - oltre, in primis, alle iniziative del museo archeologico. 

La premessa era stata molto diversa. La Regione aveva presentato il progetto delle celebrazioni come un canale attivissimo che avrebbe portato l'immagine dei Bronzi in giro per l'Italia e il mondo quasi a getto continuo - per lo meno dalla primavera del 2022, quando gli eventi furono presentati in grande spolvero a Roma e fino a tutto il 2023 (di cui restano una manciata di mesi). Nella prestigiosa sede della Camera dei Deputati, sulla carta il progetto sembrava mirabolante tra comunicazione, iniziative di arte e spettacolo, digitale, mostre e convegni scientifici. Il gioiello della Regione era il multimediale Cube Stage, struttura geometrica con lati alti 4 metri di proiezioni video e installazioni visuali, con l'ambizioso obiettivo di rappresentare i Bronzi e la Magna Grecia con un linguaggio contemporaneo. Avveniristico e costoso (quasi 300.000 euro), con le migliori intenzioni il Cube avrebbe dovuto viaggiare molto, ma al momento lo hanno visto solo a Roma e Milano, per poi concedere una fugace apparizione a Reggio nel periodo natalizio. Di prossimi eventi in calendario non c'è notizia, almeno stando al sito internet. Tra chi ha visto il Cube in azione, della straordinaria idea i più ci hanno anche capito poco, riportando l'impressione di un fastoso impianto pubblicitario di dubbia utilità a fronte dalla spesa. Ma sarà colpa loro, calabresi criticoni e tecnologicamente incolti. 

La promozione avrebbe dovuto essere centrale nel programma, ma all'ombra di un logo bruttino e senza personalità (ma registrato non a costo zero), asfaltato senza pietà pure da Vittorio Sgarbi, i numeri non sono neanche quelli minimi. I Bronzi avrebbero meritato un po' di pù dei circa ottanta post sulla pagina Instagram del progetto (ne pubblica molti di più una comune adolescente con velleità da influencer), seguita da 616 follower e dove il criterio di fondo pare quello di trovare qualcosa per muovere sporadicamente il profilo e dimostrare che in casa c'è ancora qualcuno.

Nei post i profili maestosi dei Guerrieri si ripetono al limite della monotonia, intervallati da proposte su altri siti archeologici calabresi. Che va benissimo, ma bisogna saperlo fare. Creare sinergie virtuose non è un lavoro improvvisato e presuppone una preparazione professionale (i mestieri dell'era digitale, questi sconosciuti e denigrati), al netto di un rischio quasi calcolato di fare confusione, e quindi danni.

In questo caso ha creato disordine anche voler abbinare il cinquantesimo dei Bronzi al grande contenitore di Calabria Straordinaria, senza distinguerne con precisione le identità. Una chiosa significativa a tutto il capitolo comunicazione è quanto si legge sulla pagina web di Bronzi 50: "La Regione Calabria – dipartimento istruzione formazione e pari opportunità non garantisce il costante aggiornamento delle informazioni contenute in questo sito".

Pochi eventi di spettacolo e zero testimonial, ma la Regione punta tutto sui murales

I Bronzi valgono bene un vip di quelli stellari, o una produzione di spettacolo importante. Invece no, perché di ospiti stellari da queste parti non abbiamo finora avuto il piacere - e in realtà neanche nelle tappe forestiere della campagna. Elisabetta Gregoraci, unica madrina gentilmente ospite in numerose occasioni, aveva anche il doppio ruolo di testimonial calabrese come protagonista dello spot "Verso sud", diretto da Giacomo Triglia. Dove però proprio i Bronzi non ci sono. Non ne facciamo qui una questione campanilistica: sarebbe impensabile inserire tutti i siti rappresentativi della Calabria in tre minuti e mezzo ed è ovvio che bisogna fare una scelta, ma è un po' curioso che si vedano le pur pregevole opere del Mab di Cosenza e non le due millenarie statue greche di fama planetaria.

A proposito di spettacolo, sono state poco valorizzate le letture della Magna Grecia interpratate da qualche attore di rilievo nazionale, e in compenso i Bronzi si sono dovuti sorbire le visite di qualunque artista abbia messo piede in Calabria, con relativo selfie entusiastico.

Mancano all'appello però Richard Gere e Russell Crowe: il primo, omaggiato di una pubblicazione sui Guerrieri, è stato invitato per il futuro dalla vicepresidente della giunta Giusi Princi (e lo aspettiamo volentieri, anche se per lui una seconda volta a queste latitudini non è esattamente dietro l'angolo); il secondo si è fatto foto ovunque lungo la regione tranne che qui.

Mentre Susan Sarandon, in questi giorni onnipresente sui media con il suo bruciante desiderio di ottenere la cittadinanza italiana, è saltata direttamente dalla Sicilia a Scilla senza passare dal via, cioè al cospetto dei mitici Bronzi. Grande attesa c'è ora per il progetto più importante della partita, il docufilm diretto da Fabio Mollo e prodotto da Palomar, che sarà presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia. Dove però, al momento, lo vedranno esclusivamente gli addetti ai lavori. 

Se lo spettacolo è un piatto che piange, la Regione ha però puntato sui murales. La street art piace assai e si presta pure a deus ex machina della situazione: dici grande opera, fai scena e risolvi (ma non risparmi, non tutto si può avere). I murales del progetto sono stati allocati tra Reggio Calabria e Riace, qui con l'obiettivo di lasciare una traccia commemorativa per la comunità sul luogo del ritrovamento dei Bronzi, mentre nella città dello Stretto - repetita iuvant - per "lasciare tracce tangibili ed indelebili della loro immortalità e maestosità". Un pensiero quanto meno originale e involontariamente comico, a pochi metri dalle statue vere. 

Un anno di polemiche, dalle copie nel mare della Versilia al paragone con i bronzetti di San Casciano

In questo anno di festeggiamenti non sono mancate le polemiche, iniziate quasi in tempo reale quando, nell'agosto del 2022, in Versilia fecero parlare di sè le copie dei Bronzi calate nelle acque per simulare il loro lungo riposo nei fondali marine. I cloni, realizzati negli anni Novanta dalla nota fonderia d’arte Del Chiaro, furono al centro di un progetto sperimentale di restauro nel quale gli storici sgamarono tanti svarioni, ma la manifestazione versiliana, scenografica e accuratissima, nelle stesse giornate dell'anniversario del ritrovamento, finì per fare più bella figure dei nostri eventi. E il fatto che fosse stata organizzata in Toscana (lì dove ci furono mai dimenticate mire di ospitalità dei Bronzi dopo il restauro fiorentino) aveva nuovamente materializzato lo spauracchio di un trasloco dei Bronzi dalla loro sede reggina.

Altro caso fu il ritrovamento dei bronzetti di San Casciano dei Bagni, 24 statue di altezza inferiore al metro, perfettamente integre e risalenti all'epoca romana ed etrusca tra il I e il II secolo avanti Cristo. Il direttore generale dei musei italiani Massimo Osanna la definì "la scoperta più importante dai Bronzi di Riace", con un riferimento all'anniversario dei guerrieri di Riace, che qualcuno ha interpretato come un modo per far guadagnare alla scoperta una pubblicità di riflesso beneficiando dei 50 anni dei Bronzi. Non è certo una novità da queste parti, come non ha stupito l'entusiasmo del ministro Sangiuliano, che si era affretttato a garantire una valorizzazione delle statue e il sito. Impegno equivalente per l'anniversario dei Bronzi di Riace mai pervenuto.

Niente soldi dal governo per i Bronzi, e qui ci si è dovuti affidare al solo progetto della Regione

Se il governo ha dimenticato i Bronzi e la Regione ha dimostrato di non avere la visione giusta per lanciare un simile evento, nella scomoda posizione tra incudine e martello resta Reggio, i cui enti non hanno mai avuto vera voce in capitolo progettuale (nè finanziaria) nelle celebrazioni dei Bronzi. Ha fatto eccezione il cartellone di eventi "Tra memoria e mito" della città metropolitana, il cui lavoro ha però dovuto fare i conti con la partecipazione al tavolo di coordinamento regionale, tirandosi addosso gli effetti di ritardi e disorganizzazione. Per dirne una, Metrocity ha preferito usare un proprio logo, e lo stesso ha deciso il museo archeologico per le sue iniziative. 

Con il portafoglio di tre milioni di euro stanziato per i 50 anni dei Bronzi, la Regione si proponeva di raggiungere circa 25 milioni di potenziali visitatori in tutto il mondo. Nella scansione temporale del progetto, dopo l'estate dovrebbe aprirsi la fase oltre i confini nazionali e chissà, il Cube uscirà fuori dal suo deposito per fare il lavoro per cui era stato ideato. Non per voler essere diffidenti, ma abbiamo avuto un po' di mesi per capire che probabilmente non basterà a portare turisti che vengano in Calabria - e soprattutto a Reggio - per motivi diversi dalla mera necessità di superare questo territorio per raggiungere la Sicilia. Tanti turisti, non un semplice segno più, come si conviene a un anniversario diverso da tutti gli altri e su cui qualunque altro ente avrebbe costruito una rendita perenne. 

Abbiamo però la possibilità di prepararsi lentamente e con calma per il prossimo, mettendo a frutto i prossimi cinquant'anni. ln quest'ottica il consiglio regionale ha approvato una legge per l'istituzione di un mese dei Bronzi, individuando dal 16 luglio al 16 agosto di ogni anno il periodo per organizzare una serie di manifestazioni a carattere culturale, storico, eno-gastronomico e sportivo che accrescano la conoscenza della storia delle due leggendarie statue. Aspettando di vedere cosa si farà nel concreto, a sponsorizzare i Guerrieri, che restano a guardare eterni e attoniti, ci pensano intanto i visitatori del museo - tutti, nessuno escluso, conquistati dalla loro bellezza e autori di commenti estasiati che costituiscono una pubblicità ineguagliata e girano il mondo molto più del Cube. Se qualcuno dovesse farli nuovamente parlare, forse gli Eroi avrebbero voglia di sfogarsi con licenza di modi, e stavolta gli perdoneremmo pure qualche parolaccia all'indirizzo di chi continua a sprecare l'inestimabile tesoro che ci hanno consegnato.

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