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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Riace

Bronzi, Braghò: "Lo stato deve avviare scavi archeologici nel sito del ritrovamento"

Il giornalista torna a parlare della sua recente scoperta rilanciando la richiesta già avanzata con un'interrogazione da due senatrici della Lega

"Il sapere e la scienza sono di tutti, degli archeologi e i politici ma anche dei cittadini. E come cittadino io rivendico il mio diritto che venga fatta chiarezza sul contesto dei Bronzi di Riace con scavi archeologici in quel sito, cosa mai avvenuta".

E' l'appello - non nuovo e oggi con forza riproposto - che lo scrittore e giornalista vibonese lancia da Reggio Calabria, ricordando che questa richiesta fu già avanzata dalle senatrici della Lega Maria Saponara e Valeria Alessandrini tre anni fa, con una interrogazione all'allora ministro della cultura Dario Franceschini. 

Il tema dibattuto riguarda anche il recente ritrovamento di alcuni reperti antichi nelle acque di Riace, nella stessa zona da cui emersero i Bronzi, divenuto subito un caso. Autore della scoperta è stato Braghò, che ne ha dato notizia qualche giorno fa con una conferenza stampa, proprio a Riace e alla presenza del sindaco Antonio Trifoli. Il rinvenimento, lo scorso agosto, di un manufatto bronzeo con le caratteristiche di un occhio di statua e alcuni elementi di costruzione navale (chiodi e rivetto) in quella sede è stato presentato come di grande interesse archeologico e legato all'ambientazione artistica e storica dei Bronzi: regolarmente denunciati e consegnati alle autorità competenti, i reperti sono stati periziati dalla locale Soprintendenza, e attualmente sono in custodia a Medma-Rosarno. Per questo, dopo la conferenza stampa, l'ente ministeriale è intervenuto auspicando cautela nelle ipotesi e precisando che, fino a risultanze dell'indagine anche sul sito della scoperta, è prematuro e improprio collegare ai Guerrieri i reperti ritrovati da Braghò.

Il ritrovamento dell'occhio bronzeo diventa un caso, le precisazioni

Dichiarazioni che hanno spinto il giornalista vibonese a convocare oggi un nuovo incontro pubblico, stavolta a Reggio, nel quale spiega di non aver mai detto che quell'occhio appartenga con certezza a uno dei Bronzi e parla di interpretazioni amplificate dai media. Ed è vero: Braghò e gli altri ospiti della conferenza stampa di Riace (gli archeologi Laratta e Arcudi) aevano più volte ribadito che si stesse dibattendo su semplici illazioni non confermate, eppure si sono poi illustrate nei dettagli le varie caratteristiche (dimensioni e lavorazione) per cui quell'occhio avrebbe anche potuto essere, se non di uno dei 'nostri' due Bronzi, quello di un'altra statua greca del V secolo a.C. del complesso scultoreo di cui sembra facessero parte i magnifici A e B. E di scoperta di rilevanza archeologica avevano parlato tutti i relatori e lo stesso sindaco Trifoli già nell'annuncio della conferenza stampa. Comprensibile che un tema del genere avrebbe suscitato scalpore e attirato l'attenzione dei mezzi di informazione, poi ulteriormente accesa dalla visione, immortalata nelle slide, dell'occhio in bronzo e calcite, che presenta anche un parziale sistema di fissaggio con alette. 

Insomma, dopo aver aspettato quasi tre mesi per rendere nota l'emozionante scoperta, in vista degli imminenti sopralluoghi della Soprintendenza sul posto si è ora deciso di pazientare ancora un po' e attendere l'esito dei rilievi. Il valore del ritrovamento è però innegabile per Braghò, che ha affermato:  "Non è detto che quest'occhio appartenga ai Bronzi di Riace nè che i chiodi fossero della nave che li trasportava. Ma sono reperti della massima importanza perché rinvenuti in quel contesto, quindi il mio invito è che lo Stato inizi a fare lo Stato!".

L'interrogazione per chiedere scavi a Riace e la replica della sottosegretaria

E' più di una semplice esortazione, perché al centro della conferenza stampa di questa mattina presso il centro sportivo Matteo Pellicone c'è stata soprattutto la denuncia dell'inerzia per cui ricerche archeologiche a Riace marina da cinquant'anni sono incredibilmente ignorate, nonostante l'epocale scoperta dei Bronzi. "Il ritrovamento anche di reperti piccolissimi - ha dichiarato Giuseppe Braghò - prevede sempre che l'area interessata sia recintata e siano aperti scavi, e invece il sito di Riace, dove sono state trovate due statue uniche al mondo e di cui esistono pochissimi esemplari simili, non è stato neanche dichiarato zona archeologica". 

Un'osservazione che arrivò anche dalle senatrici Saponara e Alessandrini, anche nella prospettiva del cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi. Nella loro interrogazione avevano citato il libro-inchiesta di Braghò, "Facce di Bronzo", nel quale si parlava dello scudo e della lancia mancanti oltre che della terza statua che potrebbe essere ancora nascosta nei fondali. Per questo le parlamentari leghiste chiesero a Franceschini di avviare nuove ricerche archeologiche, risalendo gli ultimi scavi a 30 anni fa.

A rispondere è stato il nuovo governo, attraverso la sottosegretaria Lucia Bergonzoni, anche lei della Lega. La quale ha chiuso la questione sostenendo che nel corso degli anni sono state più volte condotte campagne archeologiche subacquee finalizzate alla ricerca di ulteriori reperti relativi ai Bronzi, senza riscontro. Commentando la vicenda Braghò ha smentito quanto detto: diverse attività di indagini subacquee in Calabria coordinate dall'archeologa Alessandra Ghelli, funzionaria del Segretariato MiC, si sono effettivamente svolte, ma mai scavi a Riace. 

Il progetto del Comune per creare un'area archeologica fruibile dai visitatori

Anche alla luce dell'ultimo ritrovamento questa iniziativa è adesso urgente. A sollecitarla a giugno era stato pure il sindaco riacese Trifoli, intenzionato ad avviare scavi con esperti per capire se il mare celi altri tesori archeologici. Uno degli obiettivi del cantiere (per il quale però il Comune non dispone di finanziamenti ed è stato presentato un progetto alla Regione) è un nuovo ritrovamento sensazionale, ad esempio il leggendario terzo bronzo, ma al contempo il più ampio sito si trasformerebbe in tappa turistica per i visitatori dei Bronzi (come accadrà a Reggio con piazza Garibaldi). Nel frattempo la Soprintendenza è pronta ad indagare sul posto del rinvenimento dell'occhio bronzeo, e nei prossimi giorni ne sapremo di più. 

  

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