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Martedì, 30 Aprile 2024
Sanità reggina e storie

Tumore al seno, la storia: "Ho scelto di curarmi al Gom: non emigrate, qui abbiamo un'eccellenza"

La giornalista Dominga Pizzi condivide la sua esperienza di buona sanità nella Breast Unit dell'ospedale reggino

La prevenzione salva la vita e lo dimostra l'emozionante storia di malattia, coraggio e speranza che ha voluto raccontare Dominga Pizzi, giornalista e conduttrice reggina. Questa volta si parla di buona sanità, un segnale luminoso nella narrazione dei tanti, pur reali e innegabili problemi del nostro sistema salute, che arriva dal Grande Ospedale Metropolitano. "Rendo pubblica la mia esperienza personale - spiega Dominga - perché la mia regione è sempre stereotipata e credo sia giusto nominarla non solo per parlarne male ma per ciò che di buono e bello possiede. Vorrei che la mia storia servisse da esempio per far capire che grazie alle eccellenze del Gom di Reggio Calabria è possibile ricevere cure di alta qualità anche nella nostra terra".

Tutto è iniziato con un esame femminile di controllo, a cui ogni donna si sottopone senza voler essere neanche sfiorata dal pensiero di un responso che fa paura. "Nessuna vorrebbe mai ricevere una diagnosi di neoplasia alla mammella - dice la giornalista - anzi chiamiamolo col suo nome, un tumore".  

Dalla scoperta del cancro al percorso di cura nella Breast Unit 

Nella settimana che precede il Natale, Dominga Pizzi esegue una mammografia nel presidio ospedaliero reggino Melacrino-Morelli con il dottor Arciello, primario del reparto di radiologia del Gom. "Con la sua scrupolosità e professionalità - afferma - visionando le immagini il dottore ha capito subito che c’era qualcosa che non andava. Qualche giorno dopo ho fatto anche ecografia e risonanza magnetica con e senza contrasto, con la dottoressa Carmela Mila Falcone". La paziente è sempre tranquillizzata per ogni esame a cui va incontro, e il prossimo è la biopsia con l’infermiera Viviana Sarpini e il dottor Vincenzo Cedro, dirigente del reparto Breast Unit del day hospital. "Anche lui con grande competenza e sensibilità mi ha spiegato cosa avrei dovuto fare per l’esame istologico che avrebbe confermato quello che i medici avevano già capito".

La Breast Unit

Dominga dovrà essere operata e quando lo apprende fa la sua scelta, quella di restare nella sua città e affidarsi a Salvatore Maria Costarella. "L'ho fatto ad occhi chiusi - dice - perché conoscevo la competenza, dedizione e professionalità che circondano il professore. Ho una figlia che vive e lavora a Milano, avrei potuto partire e operarmi lì, ma non ho avuto dubbi. Ho scelto di rimanere nella mia terra e ne sono felice perché ho potuto attraversare questo momento difficile con serenità e fiducia, accanto ai miei affetti".

Immediatamente presa in carico dalla Breast Unit, centro di senologia multidisciplinare del Gom, Pizzi è visitata dalla senologa Maria Giovanna Notarangelo. "Non conoscevo questa struttura altamente specializzata e presente da qualche anno e nella quale ho incontrato veri e propri angeli come l’infermiera e case manager Antonella Sapone. Qui ti prendono per mano e ti seguono nel percorso che devi intraprendere con un team di figure professionali pronte ad aiutarti per superare ogni difficoltà". 
Dopo le festività Dominga è chiamata per il pre-ricovero e gli esami necessari, e il 10 gennaio entra in sala operatoria: l’intervento va bene e superati i postumi la giornalista sta continuando a seguire la prassi terapeutica in attesa dell’esame istologico che indicherà il percorso da seguire. Come da linee guida del protocollo internazionale, sta seguendo la riabilitazione oncologica con la dottoressa Maria Teresa Bozzaotra: "Con la sua sensibilità mi sta aiutando anche a riacquistare la fiducia in me stessa, che dopo questa esperienza è facile perdere".

"Con il corpo è una prova difficile, ma poi pensi solo che sei ancora qui"

Questo tipo di intervento influenza la percezione della femminilità, e ha lasciato qualche segno sul corpo di Dominga, che ammette: "All'inizio non mi accettavo, quasi non riuscivo a toccare il seno. Poi la terapia ha richiesto che me ne prendessi cura e ho imparato a coccolarlo. Per una donna è una prova difficile, ma questo aspetto resta in secondo piano se pensi che avresti potuto non essere qui...in tanti mi hanno detto che sono stata miracolata". Da madre, Dominga ha pensato soprattutto alla figlia 27enne, e mentre ne parla la voce le trema: "E' tornata a Reggio per aiutarmi e starmi vicino, ma il mio pensiero fisso era che potesse essere un male genetico, ereditario. I medici del Gom mi hanno rassicurata, togliendomi questa terribile angoscia".

Per Dominga Pizzi la componente umana di medici e operatori sanitari è stata determinante nella lotta contro il cancro. "Mi sono ritrovata - tiene a dire - a far entrare nella mia vita persone sconosciute che mi hanno letteralmente presa per mano. Ho percepito una grande attenzione alla persona, oltre che alla cura della malattia. Ho notato in tutti umanità, sensibilità, capacità di dire quella parola che serve nel momento giusto per offrire un sostegno psicologico. Un aspetto fondamentale perché non si riesci a metabolizzare subito... a me sembrava che tutto stesse accadendo a un'altra persona, ho realizzato solo dopo l'operazione, guardando il seno". 

L'intervento e il lungo elenco di professionisti e angeli con il camice

Dominga Pizzi vuole citare tutti i professionisti e operatori specializzati dell'ospedale reggino e nel farlo rivive il delicato momento dell'intervento chirurgico. "Voglio pubblicamente ringraziare chi mi è stato accanto dall’inizio, come la tecnica infermiera Elena De Pietro che mi ha accompagnato sino in sala operatoria assistendo a tutto l’intervento e ha continuato anche quando mi hanno dimessa, a casa. Poi il personale tecnico ed infermieristico del reparto di chirurgia d’urgenza, con il caposala Mario Cucinotta e la vice caposala Mimma Mandica, e gli Oss, tra cui la volontaria Mary Catalano, che svolgono un ruolo fondamentale nella carenza di personale di cui soffre la sanità calabrese".

"In sala operatoria - continua - ho trovato veri professionisti sempre col sorriso sulle labbra e pronti a dare conforto: i dottori Vincenzo Cedro e Bruno Giordano, la strumentista Luigia Ielo, l'infermiere Andrea Marino, l’anestesista Demetrio Labate e la strumentista Nunzia Bruno. Un periodo molto particolare, che sto affrontando come una guerriera è iniziato dopo l'operazione, e qui sono entrate altre figure professionali, dall’oncologa dottoressa Agostino alla dottoressa Marchione per la radioterapia".

"Non finirò mai di rigranziare il professore Costarella - conclude - per come mi è stato vicino e per il suo impegno al lavoro che lo vede operativo dalle 8 del mattino sino alle 21 e anche oltre nel giorno degli interventi da oltre 30 anni. Prego Dio di guidare sempre le sue mani e la sua testa per salvare vite in una professione che per lui è una missione".

Conduttrice di  format televisivi insieme al marito Graziano Tomarchio, Dominga Pizzi è abituata a girare la Calabria per mostrarne le bellezze e divulgare l'immagine di una terra dove il lato positivo compensa i problemi. Ieri, quando questa testimonianza sulla malattia è apparsa sui media, il suo telefono è stato tempestato di messaggi, auguri e congratulazioni. Per chi la conosce come personaggio pubblico è stata una scoperta di forte impatto emotivo, inattesa e scioccante. "Non ne ho mai parlato, se non con i familiari e gli amici più stretti. Se avessi detto del cancro avrei sicuramente suscitato sentimenti tristi invece a me piace relazionarmi sempre con il sorriso. Ho raccontato ora la mia storia perché è un altro modo per parlare bene della Calabria, vorrei dire che qui è possibile ricevere cure di qualità senza dover andare fuori regione".

Il 13 aprile Pizzi invita alla giornata aperta della Breast Unit con esami gratuiti

Sabato 13 aprile la Breast Unit del Gom aprirà al pubblico per una giornata di sensibilizzazione sulle patologie del seno, durante la quale sarà possibile avere informazioni mediche sull'argomento ed eseguire visite gratuite. L'evento è in collaborazione con associazioni di volontariato cittadine e ci sarà anche Dominga Pizzi, per parlare della sua vicenda personale. "Lo faccio volentieri - dice - per lanciare un messaggio di speranza a tutte le donne che stanno portando avanti un percorso di cura per un tumore al seno. Non abbiate paura, non siete sole. La medicina moderna offre cure efficaci e la rete di supporto è ampia e solida. Con determinazione e l'aiuto di chi vi ama, potrete superare anche i momenti più duri, come lo sto facendo io".

Ma nella guerra al cancro l'arma vincente è la prevenzione, soprattutto per le donne. "In tante mi stanno dicendo che sabato verranno al Gom e faranno qualche esame, se riuscissi a convincere anche una sola donna che non si controlla sarebbe per me motivo di orgoglio e felicità. Noi donne siamo molto impegnate e ci trascuriamo, invece i controlli devono essere il principale impegno per noi stesse. In origine la mia mammografia dovevo farla a marzo... penso spesso che sia stato il destino, perdendo tutto questo tempo forse sarebbe stato troppo tardi". 

E se a fare paura fosse proprio l'eventualità di scoprire un brutto male e per questo si evitassero gli esami di controllo? "La malattia, come ogni problema, deve essere affontata, non c'è altra scelta. Io sono fatta così e ho trasmesso questo approccio anche a mia figlia. Le donne sono solo fisicamente più fragili degli uomini, ma per il resto siamo fortissime e ce la facciamo, sempre". 

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