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Lunedì, 29 Aprile 2024
Ricerche in corso / Rizziconi

Aperta un'inchiesta sulla studentessa dispersa nel fiume Lao: compagni e amici sotto choc

Mentre continuano le ricerche è polemica sulla pericolosità del rafting in un viaggio di istruzione, ma le società che operano nel settore assicurano sugli standard di sicurezza

In  una comunità intera, anzi tre, si stanno vivendo ore di angoscia per la sorte di Denise Galatà, la diciottenne dispersa nelle acque del fiume Lao durante un'escursione organizzata con la scuola. Rizziconi, dove la giovane vive, Cinquefrondi, paese di origine della famiglia, e Polistena, sede del liceo statale Rechichi, che frequenta l'ultimo anno dell'indirizzo linguistico, sono unite nell'apprensione per le ricerche in corso sul luogo in cui ieri il gommone con a bordo Denise e alcuni compagni si è ribaltato facendo cadere i ragazzi. I suoi compagni stanno bene e sono già rientrati a casa, di lei non si hanno ancora notizie tranne il ritrovamento del caschetto protettivo che indossava. 

Dopo la pausa notturna, gli specialisti del soccorso alpino Calabria, il nucleo speleo-alpino dei vigili del fuoco e i carabinieri, insieme a una guida rafting stanno continuando a cercare e intanto hanno espresso vicinanza alla famiglia Galatà i sindaci di Rizziconi ("preghiamo e speriamo tutti assieme", scrive Alessandro Giovinazzo) e Polistena ("siamo vicini alla comunità scolastica del liceo Rechichi che sta vivendo un momento drammatico insieme alla famiglia di Denise, la giovane studentessa dispersa", dichiara Michele Tripodi).

Compagni sotto choc, il ricordo di quelle nelle chat di classe e l'attesa di familiari e amici

Dalla scuola la dirigente Francesca Morabito, che era nel gruppo di accompagnatori dell'escursione, nel parco del Pollino, dove ieri sera sono arrivati anche i genitori di Denise. Rientrata poche ore fa a Polistena, ha diffuso una nota dove dice: "Dal momento in cui abbiamo appreso dell’incidente accaduto ai nostri studenti a Laino Borgo, siamo rimasti sul posto e abbiamo mantenuto un contatto costante con i soccorritori. Insieme ai docenti - continua - abbiamo monitorato con attenzione massima le ricerche in corso. Continueremo a farlo anche nella giornata odierna, non perdendo la speranza che la nostra Denise possa essere ritrovata sana e salva al più presto e così riabbracciare la sua famiglia ed i suoi compagni di classe". 

Nella scuola docenti e personale amministrativo non hanno cuore di dire nulla, adesso si attende la telefonata che liberi tutti dalla paura e restituisca la giovane ai suoi cari. Gli altri ragazzi del gruppo di 40 liceali non hanno riportato ferite tranne qualche escoriazione, e ancora sotto choc non riescono a rirordare con precisione la dinamica di quei terribili momenti. A dare l'allarme sarebbe stata una guida a bordo di un altro natante, un attimo prima che un masso impattasse con quello che si è poi capovolto. Nelle chat di classe con i loro insegnanti qualcuno racconta delle ore immersi nell'acqua ghiacciata e si sfoga la tensione, "non so per quale santo non sono caduto anch'io".

I post su TikTok

Su TikTok, sotto i video dove Denise appare mentre balla (la musica e il ritmo sono la sua grande passione) ci sono tanti commenti di amici. "Ci manchi", "coraggio", "torna presto", scrivono coetanei della liceale, che in uno dei reel convidide l'emozione della festa del diciottesimo compleanno, meno di un anno fa: bellissima in un lungo abito da principessa, arriva nella sala del ricevimento con un cavaliere d'eccezione, il fratello a cui è legatissima.

Aperta un'inchiesta, polemica sul rafting ma tutto è sempre organizzato in piena sicurezza

L'incidente avvenuto ieri a Laino Borgo ha portato all'apertura di un'indagine da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari per accertare eventuali responsabilità nella scomparsa di Denise. Il liceo polistenese, come molte altre scuole, aveva già organizzato attività escursionistiche simili e le società specializzate che le gestiscono nella zona, circa dieci, le rivolgono anche a un target di età minore, sempre nella massima sicurezza e con l'assistenza di guide professionali.

In questo caso a seguire gli studenti era stato il gruppo Pollino Rafting, da cui però non si rilasciano dichiarazioni sull'accaduto. Comprensibilmente scossi dalla vicenda, i soci sono conosciuti e apprezzati nel settore e da parte dei colleghi arrivano parole di solidarietà e assoluta certezza della loro competenza e applicazione delle regole di sicurezza. Chi lavora in questo particolare comparto turistico oggi si sente ingiustamente sotto accusa perché il comprensibile turbamento causato dall'episodio sta facendo circolare tra molti genitori l'opinione che si tratti di una proposta pericolosa e non adatta a un viaggio d'istruzione scolastica.

Come una nube scura aleggia il ricordo della tragedia avvenuta nel 2018 a poca distanza, nelle gole del Raganello: in quel caso furono vittime escursionisti che facevano canyoning nel letto del torrente e furono travolti dall'acqua. Ma la suggestione è ancora più forte per le madri e i padri che in questi giorni hanno i figli fuori casa e lontani chilometri in gita con le scolaresche. 

"Si stanno veicolando tante informazioni sbagliate - ci dice una guida che opera nell'area del fiume Lao da ventincinque anni (ma non fa parte della società organizzatrice dell'uscita di ieri) - non è ancora chiaro cosa sia successo, non è affatto uno sport che espone a pericoli come non lo è il Lao. Possiamo dire che il rafting è un'attività a rischio controllato perché noi conosciamo il fiume e se notiamo che il tempo non è ottimale per avere il cento per cento di sicurezza blocchiamo tutto. La scorsa settimana anche se l'allerta meteo era conclusa abbiamo annullato tante discese".

Ieri c'era il sole ma, secondo le prime ipotesi degli esperti, il fiume potrebbe essersi ingrossato senza preavviso proprio per effetto delle copiose piogge dei giorni scorsi. Continua la guida: "In tanti anni di esperienza non è mai successo nulla a nessuno. Qui si esce soltanto con guide preparate e seguendo tutti gli standard internazionali di sicurezza e sono certo che sia andata così anche ieri. Mi dispiace per i colleghi e capisco come possano sentirsi". 

Forse colpe non ce ne sono, di certo non incoscienze o superficialità in chi porta avanti uno sport ormai collaudato e basato sulla conoscenza e il rapporto con la natura. Il resto è, come sempre nella vita, pura fatalità. Le ricerche di Denise proseguono con il massimo impegno anche se il fiume è una forza implacabile e il trascorrere del tempo aumenta lo sconforto. Si resta con il fiato sospeso, ma senza mai perdere la speranza.

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