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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

Sanità, Occhiuto difende la scelta dei medici cubani e rilancia sulle assunzioni

Ieri a Porta a Porta il presidente della giunta regionale ha ribadito: "O chiamavo loro o chiudevo gli ospedali"

"La scelta di portare in Calabria i medici cubani è stata dettata un po’ anche dalla disperazione. Ho contattato la Società di Stato cubana che inizialmente mi aveva chiesto di dare una parte delle risorse al governo cubano e solo un’altra parte ai medici e l’ho convinta a destinare interamente le risorse ai camici bianchi, che in questo modo sono retribuiti esattamente quanto i medici italiani". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, durante la registrazione di “Porta a Porta”, in onda ieri sera su Rai 1.

"È stata un’esperienza straordinaria - ha detto - perché sia i loro colleghi italiani, che i pazienti dei luoghi nei quali prestano servizio sono molto soddisfatti: in alcuni casi i medici cubani hanno addirittura riparato le attrezzature degli ospedali, forse perché sono abituati a fare di necessità virtù. Di questi medici, 51 sono arrivati a gennaio, mentre altri 120 ad agosto. Ho sempre sottolineato che non hanno rubato un solo posto di lavoro ai medici italiani".

"In questi mesi - ha sottolineato Occhiuto - abbiamo proseguito a fare i concorsi negli ospedali, ma se pensiamo a come è difficile riuscire in questo momento ad assumere medici in Regioni come la Lombardia o l’Emilia Romagna, figuriamoci quanto è complicato farlo in Calabria, con un sistema sanitario distrutto da tanti anni di commissariamento. Stiamo andando avanti comunque con i concorsi, ma intanto questi medici cubani ci stanno dando una boccata d’ossigeno importantissima".

Per il presidente della giunta regionale: "Oggi si discute di problemi che si sono generati in vent’anni di cattiva programmazione sanitaria, e se ne discute sempre col vecchio vizio di pensare che le risorse sostituiscano le riforme. Non è così: le risorse per la sanità sono importanti, le abbiamo chieste tutti, ma se noi non riformiamo questo sistema, se non si investe sulla medicina del territorio, in maniera tale che si filtrino i ricoveri nei pronto soccorso, e se non si investe sulla retribuzione dei medici, il sistema non funzionerà mai".

"L’esempio delle cooperative dei medici a gettone - ha spiegato - dimostra come si stia privatizzando questo settore. Oggi succede che un medico del sistema sanitario nazionale costa 6-7mila euro al mese, ma se quel medico si dimette e va a lavorare in una cooperativa a gettone, costa 150 euro all’ora. Io mi sono adoperato per avere il supporto dei medici cubani perché le aziende sanitarie della mia Regione spendevano, solo per un medico a gettone, quasi 50mila euro al mese. E magari era lo stesso medico che pochi mesi prima lavorava nel pubblico, costando al nostro sistema sanitario 7mila euro al mese. Significa che 43mila euro venivano distolti dalla cura dei cittadini".

"Fino a poco prima che scoppiasse l’emergenza Covid – ha concluso il governatore Occhiuto – tutti, anche l’Ordine dei medici, sostenevano che in Italia c’erano troppi medici, invece oggi vogliamo ridiscutere della possibilità di eliminare il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina. Ma forse sarebbe più importante aumentare il numero delle borse di specializzazione, altrimenti non avremo mai le figure professionali che oggi servono nelle corsie degli ospedali".

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