rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

MArRC, Malacrino: "A chi verrà, auguro di amare questo Museo come l'ho amato io"

Il direttore è pronto a lasciare dopo otto anni il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e ritorna all'Università Mediterranea

Raccoglie i suoi libri e le sue carte Carmelo Malacrino, svuota la sua stanza al terzo piano del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Sono gli ultimi giorni da direttore, il 14 novembre infatti scade il suo mandato, dopo otto anni di direzione. Non c'è nessuna ulteriore proroga del ministero, infatti, e in attesa che vengano concluse le prove per il concorso per il nuovo direttore, toccherà a Filippo Demma, direttore regionale dei Musei Calabria e del Parco Archeologico di Sibari, guidare il MArRC. 

Direttore Malacrino adesso cosa farà?  "Torno all'Università Mediterranea per insegnare Storia dell'Architettura e dove mi attendono gli studenti. Continuerò a fare ricerca e scrivere libri". 

Ha guidato il Museo archeologico nazionale per otto anni, quale è il traguardo di cui va più orgoglioso? "Sono stati bellissimi e difficili e ho tanti traguardi di cui vado fiero. A iniziare dal vedere il museo completamente trasformato, e ho avuto l'onore e l'onere di aprirlo al pubblico il 30 aprile 2016, alcuni mesi dopo il mio insediamento.

È stato un lavoro immane ma è stato anche molto stimolante.  In questi anni abbiamo lavorato molto e abbiamo realizzato più di trenta mostre, ideate da noi, con progetti originali riuscendo anche a portare a Reggio Calabria reperti straordinari da tante realtà italiane. Abbiamo, ancora, restaurato migliaia di reperti grazie anche al supporto di mecenati esterni, e all'art bonus. Questo ci ha consentito di fare un lavoro di riordino dei depositi e anche di restauro. 

Ricordo nel 2018 quando ci fu l'alluvione e il Museo si allagò. Riuscimmo a salvare il materiale e poi a raccontare il tutto con una bellissima mostra Oltre l'emergenza.  In questi anni siamo riusciti anche a portare i bambini al Museo, con i laboratori didattici: abbiamo consentito loro di dialogare con i reperti e apprendere, giocando, con un libretto distribuito gratuitamente. 

Sono tante le cose di cui vado orgoglioso, come essere riuscito ad aprire il Museo al territorio in un dialogo costante. Abbiamo fatto migliaia di eventi con le associazioni, che sono state parte attiva di questo processo e tutta la comunità ha iniziato a vivere il Museo. 

Ancora c'è l'esperienza con il personale. Quando sono arrivato abbiamo dovuto creare un istituto che non esisteva e abbiamo dovuto organizzare tutto il funzionamento amministrativo del museo. Prima c'era solo la Sovrintendenza che continua a vivere, ovviamente, noi abbiamo messe in piedi il Museo archeologico nazionale, con grande coraggio e tenacia.

Devo dire che il personale non mi ha mai abbandonato, neanche nei momenti più difficili e anche quando c'erano momenti di confronto molto accesi. Come non ricordare poi i giorni della pandemia, quando anche il personale della vigilanza, alcuni provenienti dalla Sicilia, hanno garantito  giorno e notte il Museo". 

Qual è l'auspicio che fa al Museo per i prossimi anni e al suo successore? "Auspico che si possa completare il riordino delle collezioni, un percorso che è iniziato ma che è fondamentale per assicurare il patrimonio. A chi verrà auguro di amare questo Museo come l'ho amato io, dedicando tutte le forze sono riuscito ad avere. Infine auguro di avere un buon rapporto con i dipendenti e con il territorio".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

MArRC, Malacrino: "A chi verrà, auguro di amare questo Museo come l'ho amato io"

ReggioToday è in caricamento