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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'idea

Alle Europee del 2024 potrebbe essere in corsa anche un partito No ponte

E' questa la proposta avanzata da Domenico Lanciano, responsabile dell'associazione culturale Università delle generazioni

Un partito “No ponte” alle elezioni europee del 2024, a proporlo è l’associazione culturale Università delle generazioni, diretta da Domenico Lanciano. “ Sono ormai decenni - si legge in una nota stampa - che i movimenti No ponte manifestano senza però riuscire ad ottenere niente di niente, nemmeno un impegno da parte dei vari Governi per intervenire sulle troppe forti criticità di Calabria e Sicilia e di tutto il Meridione”.

L’esperienza storica insegna che è necessario avere la giusta rappresentanza politica nelle sedi competenti e decisionali per poter avere forza contrattuale e ottenere qualcosa di serio e di veramente concreto.

“Per questo e per altri motivi - si legge ancora - inerenti alla rinascita del Mezzogiorno e delle aree periferiche e spopolate appenniniche, alpine e delle isole, urge creare un vero e proprio partito No ponte che sintetizzi tutte le necessità dall’altra Italia”.

“Tale partito No ponte - nelle intenzioni di chi ci sta pensando - dovrebbe presentarsi alle prossime Elezioni Europee e, poi, a tutte le altre, dalle comunali alle regionali e alle politiche nazionali. Ciò permetterà ai vari movimenti di federarsi, contarsi e di contare concretamente”.

“Bisogna comunque provare!” esorta Domenico Lanciano, fondatore nel 1993 e responsabile dell’Università delle generazioni, noto per aver lanciato il 7 ottobre 1986 l’allarme del “paese in vendita” per la salvezza dei 15 mila  borghi italiani ed europei dal troppo grave spopolamento urbano e rurale.

La proposta del “partito No ponte” forse non a caso avviene proprio il 19dicembre 2023 a 14 anni esatti del decesso dell’ex sindaco di Badolato, Franco Nisticò, avvenuta nel 2009 per improvviso malore e mancati soccorsi dopo un comizio tenuto sul palco della manifestazione “No ponte” a Cannitello di Villa San Giovanni davanti a 20 persone. Nisticò era pure presidente del Coordinamento di lotta per la messa in sicurezza della Statale jonica 106 la cosiddetta “strada della morte”.

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