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Domenica, 28 Aprile 2024
Sindacati

Legge di bilancio, Biondo: "Investe sulla sanità privata e dimentica di rilanciare quella pubblica"

L'intervento del segretario confederale Uil

"La Legge di bilancio 2024, continua a investire sulla sanità privata e, procedendo in direzione opposta rispetto a quando indicato dalla missione 6 del Pnrr; dimentica di rilanciare la sanità pubblica. Se si segue la logica dei numeri, non si può sottacere il fatto che la manovra economica metta sul Fondo sanitario nazionale un finanziamento triennale crescente che passa dai 3 miliardi del 2024, ai 4 miliardi del 2025 fino ai 4 miliardi e 200 milioni del 2026".

Così Santo Biondo, segretario confederale Uil, che aggiunge: "Tuttavia questi stanziamenti, che strizzano l’occhio alla sanità privata, sono del tutto insufficienti a: contrastare i crescenti costi di gestione del Servizio sanitario nazionale dovuti all’inflazione, a varare un congruo rinnovo contrattuale per il personale sanitario, a mettere in campo un concreto piano assunzionale di personale.

L’aggiornamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie dai privati, è un regalo che la Legge di Bilancio elargisce alle aziende del settore, dato che la misura economica non fissa il suo costo totale ma, solamente, le percentuali di incremento dell’impegno finanziario e, in tempi di dumping salariale e di dati drammatici sugli incidenti sul lavoro; non circoscrive il suo ricorso alle sole aziende, che: applicano i Ccnl sottoscritti dai sindacati comparativamente più rappresentavi e rispettano le norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. 

L’intervento a favore dei privati per abbattere le liste d’attesa, poi, non tiene conto del fatto che una operazione del genere era già stata pensata nel 2021 e non aveva sortito gli effetti desiderati, con grave nocumento per il Servizio sanitario nazionale e per tutti coloro che non hanno visto soddisfatte le loro richieste di cure.

Sulla sanità pubblica, la Legge di Bilancio 2024, non interviene in modo adeguato sul personale sanitario, dato che, non elimina il tetto alla spesa per le assunzioni di personale, parametrata all’anacronistico 2004 incrementate dell’1,4% e, non assegna  le giuste risorse per i rinnovi contrattuali e per il salario accessorio.

La manovra economica, infatti, dimenticando che l’appiattimento delle retribuzioni è la principale causa dell’esodo delle migliori professionalità dal Servizio sanitario nazionale; stanzia per i rinnovi contrattuali, solo, 2,7 miliardi per il 2024, comprensive, di una parte, che sarà destinata a dare attuazione ai capitolati del rinnovo 2019/2021. Risorse, che così come affermato da alcuni esponenti di governo, sono al di sotto dell’indice Ipca e insufficienti a recuperare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, eroso dall’inflazione. 

Pertanto, continua Biondo - anche con questa Legge di Bilancio, il governo continua a tenere sotto stress il personale sanitario, già abbondantemente logorato dal super lavoro cui è stato chiamato a fare fronte durante la lunga stagione del Covid e si continuano a tenere basse le retribuzioni - che in Italia sono tra le più basse d’Europa - e, così facendo, non solo si penalizza il personale sanitario attualmente operativo, ma si incentiva l’esodo verso quei Paesi in cui i livelli contrattuali sono più alti e, quindi, più attrattivi per le professionalità di ambito medico e infermieristico. Il personale continua a essere poco valorizzato e all’orizzonte si profila l’emigrazione di migliaia di professionisti della sanità.

Continuando di questo passo, nei prossimi anni, il Servizio sanitario nazionale sarà destinato al default e, per questo, il Governo deve prendere in seria considerazione un piano straordinario di investimenti nella sanità, composto da nuove assunzioni e da congrui rinnovi contrattuali. 

Al di là delle risorse previste, infine, il messaggio che il Governo manda è quello, drammatico, di un continuo disinvestimento in sanità nel nostro Paese, nonostante i fondi previsti nella Legge di bilancio, tenuto conto che la spesa nel Servizio sanitario nazionale, che si attesta a circa il 6,2% del Pil, è tra la più basse d’Europa".
 

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