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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sinopoli

Carmine Alvaro torna in carcere, era ai domiciliari per il rischio di contagio da Covid

L'esponente dell'omonima cosca di Sinopoli è stato sorpreso a parlare con altre persone, la violazione degli obblighi imposti dall'autorità giudiziaria gli ha aperto le porte della casa circondariale di Palmi

carmine alvaro-2E’ durata poco meno di un mese la lontananza dal carcere per Carmine Alvaro, l’esponente dell’omonima cosca di Sinopoli che era stato scarcerato per prevenire il rischio di contagio da Covid-19. L’uomo, infatti, è stato notato in compagnia di altre tre persone, uno dei quali alla vista dei carabinieri ha provato a nascondersi, contravvenendo così agli obblighi importi dall’autorità giudiziaria. La cosa è costata cara a Carmine Alvaro.

Giovedì scorso, infatti, i carabinieri della stazione di Sinopoli hanno notificato al 61enne sinopolese un provvedimento emesso dal Tribunale di Palmi per l’aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari alla quale era stato ammesso solo il 21 aprile scorso, che aveva sostituito la custodia cautelare in carcere nell’ambito dei provvedimenti tesi a prevenire il rischio di diffusione dell’epidemia da virus Covid-19 nelle carceri.

In carcere dal 2018

L’uomo si trovava in carcere dal settembre 2018, quando era stato colpito da misura cautelare per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’operazione “Iris”, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gaetano Paci e dal sostituto Giulia Pantano, e condotta dal Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria contro la cosca degli Alavro di Sinopoli. L’inchiesta aveva accertato l’influenza della consorteria  nell’assegnazione di importanti appalti pubblici e il suo stretto legame con alcuni amministratori locali, tra i quali il sindaco di Delianuova Francesco Rossi, anch’esso destinatario di misura cautelare ed attualmente agli arresti domiciliari. 

Sorpreso a parlare con altre persone

Il 21 aprile scorso, nell’ambito delle misure adottate per il contenimento della diffusione del rischio d'infezione da Covid-19 nelle carceri, la misura della custodia cautelare in carcere cui era sottoposto era stata sostituita con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari ma, già il giorno dopo, l’uomo ha dimostrato di non rispettare le prescrizioni imposte dall’autorità giudiziaria.

Difatti, nel corso di un controllo dei carabinieri della stazione di Sinopoli, Alvaro veniva trovato in compagnia di 3 persone non autorizzate ad avere contatti con lui, di cui una, nel tentativo di sottrarsi al controllo, si era anche nascosta sotto ad un letto.

Trasferito presso il carcere di Palmi

Carmine Alvaro si è dimostrato incurante delle prescrizioni imposte, facendosi beffa non solo del provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria, che poneva il divieto di comunicazione con persone diverse dai conviventi, ma altresì delle disposizioni governative poste a tutela della collettività in ragione dell’epidemia in corso e che ponevano il divieto di ricevere o fare visita alle persone.

In ragione della violazione accertata dai carabinieri, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha pertanto richiesto l’aggravamento della misura cautelare al Tribunale di Palmi che, concordando pienamente con le valutazioni del Pm, ha disposto la custodia cautelare di Cosimo Alvaro presso il carcere di Palmi dove, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto dai carabinieri. 

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