Covid-19, "Difendiamo l'ospedale" chiede l'attivazione del laboratorio microbiologico
Il comitato civico di Locri pone l'accento sulla lunghezza dei tempi per ottenere un riscontro ai tamponi e sulla programmazione corretta della "Fase 2"
Abilitare il laboratorio dell'ospedale di Locri per la ricerca di Covid-19. E’ questa la richiesta del comitato civico locrese “Difendiamo l’ospedale” che, con una nota stampa, mette in primo piano l'importanza del fattore tempo nel contrasto al contagio da Coronavirus.
Tempi attesa troppo lunghi
“Troppo lunghi i tempi di attesa - si legge in una nota - dell'esito dei tamponi per il territorio della Locride. Ci chiediamo, e chiediamo ai nostri rappresentanti politici, se è normale fare aspettare così tanto i cittadini per avere l'esito di un esame che è di fondamentale importanza per la diagnosi della malattia e per gli interventi consequenziali di sanità pubblica”.
Obiettivo fattibile
Per il comitato civico: “Abilitare il laboratorio di microbiologia dell'oospedale di Locri per la ricerca del coronavirus, ed abbattere così i lunghi tempi di attesa, è un obiettivo fattibile e strategicamente prioritario. Che sia fattibile lo dimostra il fatto che lo scorso 25 marzo proprio l’ano di Reggio Calabria ha abilitato per la ricerca di Covid-19 un secondo laboratorio ubicato nel Polo sanitario territoriale di Reggio Nord; è di due giorni addietro la comunicazione del Direttore generale dell'Asp di Crotone che è stata accolta l'istanza per accreditare il laboratorio di microbiologia dell'ospedale civile San Giovanni di Dio”.
Fari puntati sulla "Fase 2"
“Se i tempi di attesa per conoscere i risultati dei tamponi dovessero continuare ad essere lunghi - si legge ancora - si rischia di vanificare gli interventi di contenimento attuati dai cittadini che, sinora, ci hanno consentito di uscire quasi indenni dalla prima fase dell'emergenza coronavirus. Non disperdiamo i sacrifici fatti rimanendo a casa". Il comitato civico “Difendiamo l’ospedale” di Locri, infine, chiede “con forza che ci si attivi affinché i servizi di questo territorio siano attrezzati per affrontare al meglio questa seconda fase che sarà lunga e, considerata la graduale ripresa delle attività e degli spostamenti, anche più rischiosa. Sperare ancora nella buona sorte è auspicabile, ma tenersi pronti è sicuramente meglio”.
