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Cronaca

Iniziativa Spesa sospesa del Comune, Stanza 101: "Ennesima improvvisata del sindaco"

Il cenacolo culturale impertinente, commentando la mossa dell'Amministrazione in favore delle famiglie in difficoltà, parla di un'idea "che scopiazza le ben note raccolte alimentari"

"L’emergenza coronavirus non può essere gestita con l’improvvisazione e lo scopiazzamento di iniziative. Non lo richiede un momento storico così delicato, ne il buonsenso. In questi casi, infatti, occorre pianificare e ottimizzare le azioni, rendendole il più possibile efficaci e sostenibili, a maggior ragione in un contesto di restrizioni e di riduzione degli approvvigionamenti, senza dimenticare la complessità del periodo che impone l’adozione obbligatoria di misure sanitarie precauzionali", lo scrive il cenacolo culturale impertinente Stanza 101 in riferimento all'iniziativa "Spesa sospesa" del Comune di Reggio, da attuare per fronteggiare le problematiche alimentari sviluppate in conseguenza alla quarantena per Covid-19.

"Spesa sospesa", ecco di cosa si tratta

Stanza 101, riflettendo sul tema, aggiunge che "per tutto quanto esposto è chiaro che se l’iniziativa annunciata in queste ore dal Comune potrebbe apparire a prima vista meritoria, la stessa va attentamente analizzata e quindi valutata in tutti i suoi molteplici aspetti, fuori da qualsiasi partigianeria. In primis, che senso ha inventarsi un’iniziativa, neppure innovativa, atteso che scopiazza palesemente le ben note raccolte alimentari e dove, badiamo bene, i supermercati, già duramente provati da turni pesanti e misure di sicurezza sanitarie, dovrebbero sopportare un ulteriore carico?

Inoltre, appare chiaro che in caso, la Protezione civile dovrebbe attrezzarsi con depositi e sistemi di stoccaggio ed infine una struttura per la consegna a domicilio a delle persone ancora da individuare. Con quali misure e con quali costi, anche in termini di pericolo e di carico organizzativo che potrebbe risultare utile altrove?"

Secondo il cenacolo culturale: "esiste, tra l'altro, un protocollo già stilato ai primi di marzo, a firma di un assessore dello stesso Comune, di cui forse Falcomatà disconosce l'esistenza, che registra il possibile ricorso dell’ente a tutte quelle strutture storiche che fanno questo servizio, in primis il banco alimentare ed a seguire alle altre autorevoli organizzazioni del terzo settore come la Caritas, atteso che tali strutture sono proprio vocate a questo e lo stanno facendo ininterrottamente.

Basta pensare che il Banco Alimentare è dotato di un’apposita struttura di deposito e stoccaggio, e risulta già destinatario delle ingenti risorse alimentari della Comunità Europea e di quelle aziende che destinano interi stock di merci. Il Banco è già presente sul territorio di concerto con parrocchie, associazioni solidali, punti di distribuzione, per far fronte periodicamente a centinaia di famiglie indigenti. Lo stesso Banco Alimentare ha già lanciato una raccolta fondi online che consente da casa di donare anche 5€ per sostenere le campagne di approvvigionamento di beni alimentari in aggiunta a quelli già disponibili, proprio per far fronte alla maggiore richiesta in emergenza coronavirus. 

Avrebbe avuto un senso, questo si,  - prosegue la nota - coinvolgere la stessa Protezione civile per sostenere un potenziamento organizzativo di quella rete già esistente e certificata da oltre un decennio di attività, in sinergia territoriale con tutto il mondo del terzo settore, che rappresenta l'avanguardia della risposta al bisogno e pertanto già in possesso di una mappatura di famiglie a cui possono aggiungersi i nuovi bisognosi. 

Amaramente, però, -  termina la riflessione - non ci resta che prendere atto che parlare di pianificazione, ottimizzazione delle risorse, risparmio di energie da reindirizzare, efficienza ed efficacia, risulta sempre vano quando si ha a che fare con questo sindaco. Purtroppo per la città."

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