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Cronaca Bagnara Calabra

Cure domiciliari, la storia di una mamma: "Ecco com’è la vita senza assistenza"

Silvana Ruggiero, assessore alle politiche sociali di Bagnara: "Non possono pagare i miei figli per il buco di bilancio fatto dai politici, non hanno deciso loro di nascere malati"

All’indomani dell’annuncio dello scongiurato, almeno sino a fine luglio, stop dell’assistenza domiciliare, abbiamo chiesto ai diretti interessati quali sono le ‘effettive’ condizioni in cui versano le famiglie che, per ragioni diverse, hanno diritto ad usufruire di questo servizio. Senza troppa retorica e giri di parole, Silvana Ruggiero (nella foto), mamma di tre figli, due dei quali, Marco e Luca, affetti da una grave malattia genetica che li costringe all’immobilità ed alla nutrizione attraverso alimentatore, prova a raccontare la sua giornata. Dalle sue parole, che vengono fuori tutte d’un fiato, non si fatica a capire che quello che immaginiamo e che riusciamo a percepire, non si avvicina nemmeno lontanamente a quella che è la vita di queste persone. 

Ruggero Silvana-2Le domande che avremmo voluto fare, appaiono stupide perché si scontrano con una realtà molto più difficile. Da anni la signora Silvana, lotta perché i suoi figli e gli oltre 2.500 malati non “paghino per i casini che la politica fa con la sanità di questa Regione”. “A me - afferma la Ruggiero- non importa nulla del buco di bilancio, perché quel buco non l’hanno fatto i miei figli, nè tutti gli altri malati che hanno bisogno di assistenza costante. Non hanno deciso loro di stare male, non ho deciso io di farli nascere malati, è successo. Non vedo perché ancora debbano pagare loro per i disastri che fanno gli altri”. 

Le cure domiciliari, ricordiamo, fanno parte dei Leu, servizi di prima assistenza e per questo, dovrebbero essere garantiti. I disagi di questi mesi, dovuti ai mancati pagamenti da parte dell’Asp, hanno avuto forti ripercussioni non solo sui lavoratori, medici, infermieri, fisioterapisti, ma soprattutto sulle famiglie dei malati.  “Sono già due settimane che sono costretta ad assentarmi dal lavoro - dice la signora Silvana- i miei figli hanno costante bisogno di controllo e monitoraggio dei macchinari. Servono, perciò, due infermieri uno per Luca e uno per Marco. Quando non siamo coperti dal servizio siamo io e mio marito a coprire i turni. Ovviamente non posso dimenticare anche l’altro mio figlio che ha anche lui i suoi bisogni. In questi mesi, in cui, il personale era in sciopero, o se n’è andato, abbiamo stretto i denti e cercato di colmare i vuoti facendo, quello che fanno i genitori, sacrifici”. Non si lamenta Silvana, che tra l'altro è anche assessore alle politiche sociali del comune di Bagnara, ma vorrebbe ricordare che “i genitori non sono infiniti”. 

“Adesso - nel poco tempo che le resta a disposizione perché coperta dalla presenza dell’infermiere - non so come fare”, le chiediamo il perché, e ci informa che, “molti degli infermieri, entrano in ferie, c’è anche chi se ne’è andato perché non pagato dall'Asp. Io ho anche un lavoro, esco alle 8 del mattino e rientro alle 15, anche mio marito lavora e dobbiamo organizzare i turni perché non possiamo lasciare i ragazzi soli”. 

Altra batosta, è arrivata pochi giorni fa: “Mi hanno informato, che a causa dei tagli, sono state bloccate anche le forniture dei Peg, dei bottoncini che aiutano ragazzi come i miei figli ad alimentarsi. Ogni Peg costa 800 euro e deve essere cambiato ogni due mesi, per carità io posso anche comprarlo una volta, ma la seconda non riesco. Se non riesco a lavorare non posso nemmeno affrontare queste spese”. 

"Sitiamo collassando, e loro parlano ancora di tagli e numeri. Non accetto che per i loro errori a pagare debbano essere i miei figli”.  Nel corso della chiacchierata, Silvana Ruggiero, ci fa notare che per lei da madre non è  “un sacrificio occuparsi dei figli, darei la vita”, a questa vita, lei è attaccata con i denti e non vuole mollare "perché il primo pensiero sono sempre loro ma, ogni tanto, penso anche che non sono solo una madre, sono anche una donna e come tutte le donne vorrebbe potersi prendere un minuto anche solo per fare la piega ai capelli”.

Un pensiero per nulla superficiale, che dà semplicemente il ‘senso’ di abbandono e di disperazione nel quale vivono queste famiglie. Famiglie che devono ‘elemosinare’ un diritto che gli è riconosciuto per legge. Tra qualche giorno, ci dice la signora Ruggiero "potrei rimanere senza assistenza per i miei figli e, ho già pronto un esposto da presentare alla Procura della Repubblica e al prefetto, per interruzione di pubblico servizio”.

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