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Minaccia atto terroristico, rintracciato ed espulso giovane egiziano | VIDEO

Operazione dei carabinieri dell'Aliquota antiterrorismo a Marina di Gioiosa Jonica, il 43enne era entrato in contatto con Anis Amri: il giovane tunisino che ha portato a compimento l'attentato ai mercatini di Berlino nel 2016

Un blitz notturno in piena regola, come quelle per catturare pericolosi latitanti, con il quale hanno messo la sordina ad una minaccia terroristica. L’operazione è scattata a Marina di Gioiosa Ionica, grosso centro della Locride, dove era domiciliato H.A., 43 enne di origini egiziane.

Decreto di espulsione per motivi di sicurezza

Nei confronti dell’uomo era stato emesso un decreto di espulsione, per motivi di sicurezza pubblica, emesso dal prefetto Massimo Mariani che ricostruiva il percorso di radicalizzazione del giovane egiziano, avviatosi nel 2015, ed i suoi contatti con Anis Armi, il 38enne tunisino, noto per aver perpetrato l’attentato dei mercatini di Berlino del dicembre del 2016. L’attività di espulsione è stata portata a compimento dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, guidati dal colonnello Giuseppe Battaglia, in collaborazione con i carabinieri delle dipendenti Compagnie di Reggio Calabria e Roccella Jonica.

L'uomo si era radicalizzato

Il provvedimento è scaturito da una qualificata attività informativa condotta dai carabinieri del Nucleo informativo del Reparto operativo di Reggio Calabria, che ha consentito, spiegano dal comando provinciale "di delineare un ampio quadro prognostico di pericolosità sociale del soggetto, di cui è stato ricostruito, nello stesso tempo, un percorso di radicalizzazione sviluppato dal 2015 ad oggi". 

I contatti con Anis Amri

In particolare, sono stati ricostruiti i contatti tra il cittadino egiziano ed Anis Amri, tunisino, 38enne, noto per aver perpetrato l’attentato dei mercatini di Berlino nel dicembre 2016, durante la permanenza presso un centro di accoglienza e da ultimo, presso il penitenziario di Catanzaro, da cui è stato dimesso per fine pena nel marzo scorso, l'uomo ha minacciato di morte un magistrato e palesato la volontà di compiere un attentato terroristico in Italia, una volta ritornato in libertà.

Per dieci anni lontano dall'Italia

Lo straniero, dopo le procedure di fotosegnalamento, è stato immediatamente condotto presso il centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, in Potenza, in attesa delle successive operazioni di espulsione che impedirà, per i prossimi 10 anni, il rientro dell’uomo non solo sul territorio nazionale ma in tutta l’area Schengen.

Indagine dell'Aliquota antiterrorismo

Si tratta di un’attività importante, condotta dall’aliquota dedicata Antiterrorismo del Reparto operativo, che ha permesso di rilevare i gravi motivi che hanno determinato l’attuale decreto di espulsione, resosi necessario oltre che per ragioni di protezione sociale anche per motivi di tutela nei confronti della figlia minore dell’uomo.  

Prevenire la radicalizzazione

Emerge, nel contesto, il modello cui è improntata specularmente anche l’azione di prevenzione nei confronti di tutti i segnali precursori di radicalizzazione confessionale violenta all’interno dei confini nazionali, ove si è mostrata essenziale come sempre, la caratteristica della capillarità dell’Arma dei carabinieri, quale valore aggiunto per raggiungere e penetrare tutte le possibili aree di marginalizzazione e illegalità diffusa ove potrebbero proliferare derive radicali.

La stazione dell'Arma prima sentinella

Un modello che ha visto, anche in questo caso, nella stazione carabinieri il primo sensore sul territorio, deputato a individuare, anche nelle realtà più isolate, criticità di ogni natura: un esempio che costituisce fondamentale fattore di efficacia informativa, attraverso l’osmosi realizzata con le altre componenti territoriali, provinciali e speciali, coordinate dal prefetto di Reggio Calabria. 

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