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Domenica, 28 Aprile 2024
Una terra da set / Villa San Giovanni

La "Spiaggia di vetro" di Geiger, regista americano innamorato dello Stretto

I produttori del film girato interamente tra le due sponde, uno dei quali è il reggino Michele Geria, hanno presentato il progetto cinematografico

Alla presentazione del progetto cinematografico "Spiaggia di vetro", film scritto e diretto dal regista americano Will Geiger e girato interamente nei territori dello Stretto, la star è il giovanissimo Souleyman Diakite, nove anni e mezzo, al suo debutto come attore in un cast calabro-siciliano, jnsieme al protagonista Claudio Castrogiovanni, Daniela Scattolin, Rita De Donato, Cosimo Coltraro e la partecipazione di Peppino Mazzotta e Corrado Fortuna. Parlando dell'esperienza del set, in corso ancora per qualche giorno, Souleyman ha ricordato i momenti più belli delle riprese, tra cui l'emozionante scoperta della feluca, antica imbarcazione per la pesca del pescespada, a bordo della quale sono state girate alcune scene: "Appena l'ho vista - ha raccontato - ho pensato che era molto bella ed è la cosa che mi ha colpito di più". Il regista Geiger ha ricordato così l'incontro con il ragazzo durante i provini a Villa San Giovanni per il ruolo di Moussa: "Ho capito subito che Souleyman aveva qualcosa di speciale, lui non si limitava a provare ma ha realmente recitato una scena e tutto gli veniva fuori in modo naturale. Ha messo personalità nel ruolo, con qualche differenza da quello che avevo scritto io, ma era proprio lui Moussa. Nel film si vedrà la sua forte presenza sullo schermo". 

Produttori del film, oltre alla società di Geiger, sono Indyca e BaoBei, e il progetto ha avuto il sostegno della fondazione Calabria Film Commission  e dell'omologa istituzione siciliana. "Ho lavorato con grandi gruppi come Warner Bros e Miramax - ha detto il regista - ma voglio esprimere la mia gratitudine alle due film commission, perché sono molto importanti il supporto logistico e i servizi che offrono, e questo è qualcosa che non esiste negli Stati Uniti". 

Un momento delle riprese-2

I produttori torinesi di Indyca, Simone Catania e Francesca Portalupi, hanno dichiarato di credere molto nel valore di questo film e Michele Geria, della società reggina BaoBei, ha sottolineato come sia il primo lavoro cinematografico internazionale ambientato nello Stretto. Il commissario della film commission, Anton Giulio Grande, è intervenuto telefonicamente alla conferenza stampa volendo ribadire l'emozione suscitata nella storia proposta da Geiger sin dalla lettura della sinossi. Grande ha poi incoraggiato l'impiego di maestranze artistiche e tecniche locali, per le quali la film commission calabrese ha creato un database con l'obiettivo di favorire occasioni di lavoro e non far emigrare professionalità importanti per costruire un indotto territoriale nel settore audiovisivo.  

Lunedì l'ultimo ciak, il regista racconta come è nata l'idea: "Per scriverla dovevo vivere qui"

Dopo cinque settimane di lavorazione tra le due sponde strettesi, con location a Ganzirri, Torre Faro, Cannitello, la Costa Viola e Serra San Bruno, lunedì prossimo si batterà l'ultimo ciak. Will Geiger ha doppia cittadinanza statunitense e italiana da più di vent'anni. Il titolo del film richiama i pezzi di vetro abbandonati sulle spiagge e smussati dalle onde del mare, fino a diventare luccicanti pietre colorate (in America caratterizzano le glass beach e la California ne ha una molto famosa). L'idea della storia, incentrata sul rapporto tra un uomo tormentato e una donna straniera con suo figlio, è nata durante una vacanza. Ospite di parenti della moglie, il regista ha avvertito la suggestione della natura dello Stretto, che gli ha ispirato una storia sospesa tra presente e passato, attraversata da tradizioni affascinanti come la cattura del pescespada e il mestiere dei carbonai. Per scrivere la sceneggiatura è rimasto qui, e da più di un anno vive a Cannitello. "Non avrei mai potuto farlo a distanza - spiega - per la storia che volevo mi ha molto aiutato la gente del luogo, io stesso sono salito su una feluca... una barca incredibile con quella lunga passerella e l'albero, ma è straordinario tutto il procedimento della pesca. E' qualcosa di unico al mondo". 

Innamorato del mare dello Stretto, il regista sta posticipando il momento del rientro a casa e rivela di avere in mente un altro soggetto con questo particolarissimo scenario: "Sarà una storia del tutto diversa da questa, ma lo Stretto continua a ispirarmi con le sue acque vorticose... ci sono tante coste bellissime in America, ma nessuna è simile a questa". E se un giorno su questo mare fosse costruito un grande ponte? Ovviamente Geiger ne ha sentito parlare, e risponde: "Il mio punto di vista è soltanto estetico perché nel mio lavoro faccio questo, catturo l'aspetto della bellezza. Penso che vedere un ponte sullo Stretto mi dispiacerebbe. Forse è un'opera necessaria per il territorio, su questo non saprei esprimermi. In fondo - conclude - potrebbe anche diventare come il Golden Gate di San Francisco, che ormai esiste da così tanto tempo che non riusciremmo a immaginare che non ci sia. Ma se devo parlare per me, come mio sguardo, un ponte sullo Stretto sinceramente non mi piace". 

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