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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Africo

Per il Natale messinese un fiume di droga spostato da corrieri pagati 1000 euro

Dalle intercettazioni dell'inchiesta "Scipione" e dai riscontri dei carabinieri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia emerge la grande disponibilità di cocaina e marijuana a disposizione di Giovanni Morabito e dei fratelli Favasuli

“Questa notte è stato. Questo fatto, volevo toglierla”. E’ questo uno stralcio di un’intercettazione ambientale raccolta da una “cimice” piazzata dai carabinieri del comando provinciale di Messina, nell’ambito dell’inchiesta “Scipione”, dentro l’autovettura in uso ai fratelli Salvatore e Costantino Favasuli.

Conversazioni registrate dalle cimici

I commenti captati, accompagni da imprecazioni e bestemmie, erano riferiti al ritrovamento della droga interrotta sulla spiaggia di Africo, a pochi passi dal lungomare del comune locrideo, effettuato da parte dei militari dell’arma il 26 aprile del 2017.

Il timore di una soffiata

Un ritrovamento frutto di pedinamenti e video registrazioni che ha mandato su tutte le furie i due fratelli africesi, finiti in manette all’alba di mercoledì insieme al cugino Giovanni Morabito. Tanto da far pensare loco che l’attività dei carabinieri fosse il frutto di una “soffiata”. 

Le intercettazioni

“Mannaggia a quella puttana lorda, quella zoccola i dove si trova - questo lo sfogo di Salvatore Costantino raccolto dalle microspie dei carabinieri - all’improvviso potevano venire”. La risposta di Costantino Favasuli non si faceva attendere: “come cazzo lo sapevano Turi? A livello di operazione”.  Il fratello Salvatore, poi, insinuava il dubbio di una soffiata: “no, tu pensi che è partito da compare Co….? No, no perché… incomprensibile…. In quel modo”.

Il ritrovamento

In quell’occasione i carabinieri, che stavano da tempo alle costole dei due fratelli Favasuli, riuscirono a recuperare dalla buca scavata nella spiaggia africese quasi sei chilogrammi di marijuana equivalente ad un quantitativo utile per confezionale oltre 27 mila dosi pronte per lo spaccio, 5 grammi di cocaina pari a quasi 28 dosi medie singole giornaliere e un revolver “Brescia 1919” con undici proiettili calibro 44.

Per i corrieri 1000 euro a viaggio

Droga che, di sovente, veniva spedita in Sicilia grazie alla compiacenza di corrieri, pagati anche 1000 euro a viaggio, che la nascondevano in una vano apposito ricavato nel cruscotto dell’autovettura utilizzata per varcare lo Stretto di Messina. La cocaina e la marijuana partivano da Africo con cadenza settimanale ed il mercoledì era il giorno definito per il pagamento da parte degli spacciatori siciliani.

Per Natale un fiume di droga a Messina

Le capacità dei calabresi tratti in arresto e la loro disponibilità di droga è stata ribadita anche dai collaboratori di giustizia che hanno riscontrato le tesi accusatorie mosse dai magistrati della Procura distrettuale di Messina. In particolare Giuseppe Selvaggio ha raccontato agli investigatori che in un’occasione, per la precisione durante le festività natalizie per garantire la fluidità delle piazze di spaccio in un periodo in cui in Sicilia la popolazione raddoppia, Giovanni Morabito e i suoi cugini gli avrebbero “consegnato 65 kg di marijuana e 3 kg di cocaina”.

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