rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Gioia Tauro

Traffico di droga, sgominata banda di narcos nella Piana: boss istruiva il figlio di 8 anni

Tredici gli arresti nel blitz dei carabinieri. L’organizzazione, con base nel territorio di Gioia Tauro, riforniva di marijuana e cocaina le importanti piazze di spaccio calabresi

Anche un bambino di 8 anni era coinvolto nell'attività di un'organizzazione di narcotrafficanti di droga, con base nella Piana, tra Gioia Tauro e Rosarno, stroncata dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con un'operazione che é in corso in queste ore. L’organizzazione criminale era strutturata in modo capillare e in grado di rifornire di marijuana e cocaina le importanti piazze di spaccio calabresi.

Nell'operazione denominata "Cattiva Strada", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, i militari dell'Arma hanno dato esecuzione all'ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal Gip, presso il Tribunale di Reggio Calabria, a carico di 13 persone, di cui 8 in carcere e 5 agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

I nomi degli arrestati

Custodia cautelare in carcere per: Giuseppe Cacciola, di 25 anni; Agostino Cambareri, di 46 anni; Massimo Cameliti, di 45 anni; Saverio Fortunato, di 26 anni; Salvatore Lamonica, di 35 anni; Massimiliano Mammoliti di 36 anni; Francesco Mazzitelli di 24 anni e Giovanni Sicari, di 33 anni;

Agli arresti domiciliari: Vincenzo Condello, di 28 anni; Marianna Ranieri, di 30 anni; Salvatore Bubba, di 46 anni; Natale Giunta, di 33 anni e Rocco Saraceno, di 39 anni.

Operazione Cattiva strada: le foto degli arrestati

L'attività di indagine

L’indagine, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Calabria e coordinata dal procuratore aggiunto, Calogero Gaetano Paci, e dal sostituto procuratore Adriana Sciglio, avviata nell’estate del 2016, ha consentito di delineare l’esistenza di un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, comandata da Agostino Cambareri, 46enne, di Gioia Tauro che si avvaleva  della collaborazione dei suoi congiunti e di collaboratori fidati. Durante tutta attività investigativa la consorteria criminale ha  rifornito di marijuana e cocaina le più importanti piazze di spaccio calabresi.

Il linguaggio in codice per lo smercio della droga

All’interno del sodalizio ogni indagati risulta svolgere un compito ben definito; le comunicazioni tra di essi avvengono attraverso l’utilizzo di un linguaggio criptico che mutua dal gergo automobilistico: i termini allusivi per riferirsi ai loschi
traffici ed ai quantitativi di stupefacente da smerciare facevano riferimento a macchina, “tappezzeria”,gomme.

Ad alcuni degli indagati coinvolti nell'operazione viene contestata, in particolare, l’ipotesi associativa, emergente non solo dalla ripetitività delle condotte, ma anche da altri aspetti caratterizzanti il consueto modus operandi dei fenomeni criminosi in questione: la commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio della sostanza stupefacente secondo le modalità della vendita in parte in conto credito per favorire l’affiliazione stabile degli acquirenti; il pieno controllo del mercato illecito clandestino di diversi tipi e qualità di stupefacente (marijuana e cocaina) mediante relazioni stabili e collaudate; la gestione organizzata dei traffici: stupefacente tagliato e preparato in modo professionale, stoccato presso un luogo riservato utilizzato come base operativa ed approvvigionato attraverso canali di fornitura stabili e certi.

Un quadro indiziario che ha evidenziato la sussistenza di collaudate dinamiche operative interne, oltre che per la suddivisione dei compiti, anche per il conferimento e ripartizione dei guadagni illeciti, come pure di una rete di protezione volta ad informare, in caso di arresti o sequestri, tutti gli associati del pericolo di attenzioni investigative delle forze di polizia.

L’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti

Le indagini hanno messo in risalto la piena operatività, nel territorio di Gioia Tauro e Rosarno, ma con un ambito territoriale vario e con propaggini anche fuori della provincia reggina, come Tropea, Lametia Terme e Crotone, di un’organizzazione dedita alla consumazione di una indefinita serie di reati di vendita e detenzione ai fini di vendita di sostanze stupefacenti.

Numerose, infatti, sono state le cessioni di marijuana e cocaina documentate, avvenute in un contesto organizzato nel quale tutto veniva coordinato e diretto dal livello gerarchicamente superiore che curava i rapporti con i fornitori e si preoccupava costantemente di ripianare gli eventuali rapporti di debito o credito relativi alla fornitura. Lo stupefacente doveva essere collocato al dettaglio sul mercato in modo professionale, continuo e capillare: emergeva in maniera lampante come gli indagati si attenessero meticolosamente alle modalità con le quali dovevano intrattenere i rapporti tra loro, a quelle relative all’occultamento dello stupefacente e all’immediato approvvigionamento alla fonte per evitare che la “clientela” potesse rivolgersi, insoddisfatta, ad altra rete di spaccio. 

La cuspide della consorteria criminale

Le indagini hanno permesso l'individuazione della base logistica territoriale, la campagna nella disponibilità di Cambareri, luogo di riferimento per lo stoccaggio e il prelievo dello stupefacente. Al gruppo dei soggetti coinvolti nelle attività illecite appartengono, in primo luogo, gli indagati Agostino Cambareri e i suoi più stretti collaboratori, Giuseppe Cacciola e Giovanni Sicari.  I risultati investigativi  hanno permesso di individuare in costoro la cuspide della consorteria criminale. Il ruolo direttivo riconosciuto a Cambareri deriva, tra le altre, dall’essere l’unica persona in grado di determinare il prezzo di cessione e la qualità dello stupefacente al dettaglio. Le sua figura si staglia, nel corso delle indagini, quale esperto conoscitore di ogni tipo di droga, con una pluriennale esperienza nel campo.

La capacità di organizzatore di Sicari si arguisce, invece, dalla rete di rapporti che lo stesso è in grado di intessere e alimentare senza soluzione di continuità con molteplici soggetti, anche lontani da Gioia Tauro, tutti comunque collegati al vertice del gruppo. Cacciola, infine, è direttamente coinvolto nelle dinamiche del sodalizio e posto in una posizione subordinata rispetto a Cambareri, suo abituale fornitore di stupefacente e soggetto a cui corrispondere gli illeciti guadagni – ma sovraordinato, come organizzatore delle attività dell’associazione sul territorio di Tropea, attraverso i sodali Saverio Fortunato e Francesco Mazzitelli, dallo stesso diretti ai fini dello smercio al dettaglio.

Nel materiale indiziario raccolto vi è anche l’identificazione compiuta di tutta la rete di soggetti a disposizione del gruppo di vertice, tra cui i fornitori abituali di stupefacente.  Tra di essi vi è Massimo Cameliti che, nell’ambito dei traffici illeciti, intrattiene rapporti diretti con il duo Cambareri - Sicari. Altro elemento di spicco è Massimiliano Mammoliti, stabile acquirente di stupefacente all’ingrosso che favorisce il sodalizio di appartenenza procacciando nuova clientela o “fidelizzando” quella già esistente, fungendo, alla bisogna, da spacciatore nei confronti dei clienti abituali e gestendo la piazza di Oppido Mamertina.

Cambareri si avvale inoltre, per la gestione dei traffici illeciti a Gioia Tauro, della collaborazione di Marianna Ranieri: la donna è deputata non solo alla prova dello stupefacente per testarne la qualità, ma è anche incaricata delle cessioni al dettaglio ed alla riscossione dei crediti vantati dall’organizzazione nei confronti dei clienti. Altro attivo partecipe all’associazione è Salvatore Lamonica, la cui affiliazione deriva dall’essere direttamente coinvolto nelle trattative per le cessioni di stupefacente come pure nella divisione dei guadagni illeciti che ne derivano.

Il coinvolgimento sconcertante del figlio minore del boss

A testimonianza della spregiudicatezza criminale del boss, i risultati investigativi che hanno rivelato lo sconcertante coinvolgimento in alcuni aspetti delle sue attività illecite del figlio di appena 8 anni. Il minore, nonostante la tenerissima età, non solo è a conoscenza delle attività illegali del genitore, ma viene indotto a prendervi parte, suscitando il vivo compiacimento di quest’ultimo. Inquietanti sono i contenuti dei dialoghi, monitorati tra padre e figlio, nel corso dei quali il genitore, senza alcuna remora, affronta discorsi inerenti ai traffici di droga ed armi.

Gli altri soggetti

Tra gli indagati risulta anche Vincenzo Condello, Salvatore Bubba, Natale Giunta e Rocco Saraceno, tutti sottoposti agli arresti domiciliari. A loro carico sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine alla detenzione e cessione di sostanze stupefacenti documentate in diverse circostanze nel corso della manovra investigativa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Traffico di droga, sgominata banda di narcos nella Piana: boss istruiva il figlio di 8 anni

ReggioToday è in caricamento