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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

Sudano: "Un museo sempre più internazionale, che farà crescere anche la città di Reggio Calabria"

Il neo direttore del MArRC anticipa a ReggioToday i progetti e le novità da realizzare nel suo mandato, con alcuni interventi molto attesi

Fisicamente si è spostato di poco, perché a Palazzo Piacentini, sede del museo archeologico dove ieri ha preso servizio come direttore, Fabrizio Sudano era già di casa e da soprintendente si faceva vedere quasi ogni giorno. E il museo stesso, prima della riapertura del 2016, era inglobato all'interno della Soprintendenza. Scelto dal direttore generale dei musei Maurizio Osanna, fonda il suo nuovo incarico su una consolidata conoscenza non solo del museo ma dei beni culturali e archeologici di Reggio Calabria e provincia. 

Prima, per scaramanzia, non era opportuno parlarne, ma adesso possiamo chiederle come è nata l'idea della candidatura alla direzione del MArRC. 

"Ho colto l'occasione della scadenza del mandato per pensare a questo cambiamento, dalla soprintendenza al museo. Sono una persona dinamica, non sto mai fermo tanto tempo e forse se non ci fosse stata questa occasione avrei comunque fatto qualcos'altro. Nel nuovo museo avevo già lavorato, conosco tutti i colleghi di allora e negli ultimi anni ho imparato a conoscere anche quelli più giovani. Mi piace molto l'idea di una sfida nuova e diversa: dopo aver trattato della tutela di beni culturali, monumenti, siti archeologici e paesaggio, è interessante e diverso occuparmi di valorizzazione. E oltre a questo il lavoro sarà anche nel campo della ricerca, con l'obiettivo di far crescere l’istituzione museale e insieme ad essa la città di Reggio Calabria"

Il MArRC si identifica con i Bronzi di Riace, e questo è inevitabile. Ma in un museo della Magna Grecia c'è tanto altro da far scoprire al visitatore, come pensa di valorizzare tutto questo oltre l'indiscusso fulcro dei Bronzi?

"Ci sono tante idee, e occorre portarle avanti con una programmazione che credo possa iniziare subito, e solo così condurre a risultati sempre migliori. Ovviamente puntiamo all'aumento di visitatori e fatturato, ma soprattutto a far diventare il MArRC una realtà culturale ancora più importante di quanto già non lo sia oggi. Proseguiremo nel percorsi già avviati usando i fondi Pnrr disponibili per intervenire sull'aspetto esteriore del museo, oltre a lavorare anche per la qualità interna del lavoro". 

"Non esistono formule sicure nè manuali da consultare, la strada è quella del confronto costante con il personale per individuare le emergenze e capire ciò che bisogna migliorare. Il museo funziona se all’esterno si presenta come una struttura aperta e disponibile a integrarsi nel tessuto cittadino e sociale, aiutando anche le realtà e associazioni locali a crescere. Ma dobbiamo anche guardare oltre la dimensione locale: il museo deve diventare sempre più internazionale e ho molto puntato su questo nel mio colloquio per la direzione, credo sia un aspetto che finora è mancato. Il salto di qualità ha come tema centrale i Bronzi, è inutile nasconderlo, ma io vorrei abbandonare la definzione di 'museo dei bronzi' perché parliamo di uno dei tre musei autonomi del sud Italia. insieme a Napoli e Taranto. Bisogna puntare in modo forte su tutti i reperti esposti, che sono unici". 

L'obiettivo dell'appeal internazionale sarà perseguito con nuove ricerche ed eventi di studio? 

"Punteramo su convegni scientifici e ricerca con il convolgimento di istituti internazionali, ma anche mostre che non raccontino soltanto la Calabria e il Sud, che si aprano al Mediterraneo come attrattore internazionale di risorse culturali. Per rendere il museo sempre più internazionale non possiamo contare solo sul passaggio di qualche nave da crociera, bisogna programmare iniziative ed eventi che costruiscano opinioni positive sul museo. E per me parlare bene del museo significa parlare bene della città di Reggio"

Una responsabilità importante perché la maggior parte dei turisti, e quasi tutti quelli stranieri, continuano a venire qui solo per i Bronzi, e spesso non si fermano più di poche ore prima di dirigersi verso altre mete. 

"Questo è un problema strutturale, e non può risolverlo il museo. A Taranto non ci sono i Bronzi e la bellezza degli ori del museo non giustifica le presenze turistiche. Quel museo fa meno visite del MArRc, è vero, ma poi la gente si ferma a visitare la città, trovando Taranto più attrattiva nel suo insieme. Noi abbiamo un museo che fa sistema perché non racconta solo Reggio ma l'intera regione Calabria, e può contribuire a trasformare il turismo mordi e fuggi in stanziale, anche a favore delle realtà territoriali vicine. Dallo Jonio al Tirreno esistono tante istituzioni museali, siti e beni culturali che un turista può vedere".

"La Regione ha realizzato attrattori fisici in autostrada, per quei cartelloni io mi sono occupato della parte fotografica. Sono un incentivo perché da Vibo a Reggio, chi ad esempio va in Sicilia se li trova davanti durante il viaggio e scopre luoghi e cultura lungo il percorso. Reggio e provincia sono ancora considerate tappe di passaggio e si deve lavorare per aumentare le attrattive del territorio - ad esempio aspettiamo tutti che si risolvano i problemi burocratici e apra il museo della visitazione, sarebbe un altro centro di interesse turistico. Personalmente in questi anni ho portato a Reggio tanti amici dalla Sicilia, che non conoscevano la città. E devo dire che Reggio piace, la prima impressione è per tutti positiva".

Sui portali però sono tante le recensioni con bocciature per disservizi e trascuratezza fuori dal salotto buono del centro.

"Le brutture ci sono, ma minori rispetto al contesto complessivo, e a notarle è chi vive qui e ha l'occhio allenato ai particolari. Chi viene da fuori vede una città con luoghi molto belli come il corso ben tenuto e il lungomare. Dove ci sono attrattori importanti come le colonne di Tresoldi, che siamo fieri di aver autorizzato nonostante i tanti detrattori... un'opera che fa la differenza, dà a Reggio un'immagine da grande città. E un altro cambiamento importante sarà piazza De Nava"

Un restyling della discordia che continua a registrare opposizioni. Oggi dalla diversa prospettiva di ruolo lei difenderebbe ancora quel progetto?

"Assolutamente sì, anzi come museo noi non vediamo l’ora di avere la piazza riqualificata perché quel progetto è nato per una fruizione apposita in comunicazione con il MArRC, e questo avverrà con tante idee. Penso anche che quando piazza De Nava sarà consegnata molti si ricrederanno, come è successo per l'installazione di Tresoldi. Allora anche all'interno delle istituzioni ci fu chi sosteneva che imbruttisse il lungomare, oggi sfido chiunque a pensarla così e negare che sia invece un attrattore importante per i turisti. Piazza De Nava sarà a stretto contatto con il museo perche tutta l’area nuova è stata concepita in questa funzione. Forse 'difendere' è un parolone, io ho solo portato avanti un progetto che già esisteva, e certo non posso dire che non mi piaccia. Ma non abbiamo fatto nulla di estremo"

Da direttore del MArRC che giudizio dà alle iniziative per il cinquantesimo anniversario dei Bronzi? Confrontando i riscontri reali con quelli attesi, è stata un'occasione sprecata?

"Come soprintendente io ero nel comitato interistituzionale insieme a Carmelo Malacrino e Filippo Demma, il settore era ben rappresentato. Ma si iniziò tardi, la prima riunione ad aprile dell'anno del cinquantesimo, e poi tutte le attività hanno subìto ritardi. Va detto che l'investimento della regione era dichiaratamente di lungo peroiodo, ad esempio il docufilm di Fabio Mollo è sato presentato ben oltre l’anniversario, quindi ci aspettiamo ulteriori iniziative anche in futuro".

"I numeri del MArRC sono effettivamente saliti, anche se non tantissimo…per fare il picco serviva forse qualche evento di peso incentrato proprio sul museo. Come soprintendenza abbiamo puntato sul convegno scientifico internazionale che però è di nicchia, per studiosi, e avrà comunque una buona risonanza dopo la  pubblicazione del catalogo. Le nuove ipotesi uscite dal convegno saranno presentate anche nella sala dei Bronzi, che in parte si rifarà un po' il look. Il resto, dai cube al concerto di Al Bano non so quale riscontro effettivo abbiano avuto, spero che tutto torni utile alla causa del museo".

Un punto di forza e una criticità del MArRC

"Punto di forza è l’intera struttura, dal piano terra, all'esposizione, al personale. Valorizzeramo - e lo stiamo già facendo - i depositi con esposizioni di reperti mai presentati, oltre ai laboratori e cantieri aperti di restauro per cui bisognerà operare le modifiche strutturali necessarie per consentire l'ingresso di più persone. Certamente sono cambiamenti che richiedono un iter di tempo, impegno di spesa e pianificazione. Il punto debole, se proprio ne devo trovare uno, è l'attuale utilizzo della terrazza che va sfruttata molto di più, come era previsto nel percorso originario del museo. Isieme ai Bronzi l’altro elemento di forte polarizzazione è la meravigliosa vista dello Stretto dalla terrazza. Ma occorrono interventi di adeguamento, e anche questo richiederà lavoro e programmazione".

Qualcosa che manca, e la cui collocazione naturale sembra proprio la terrazza, è un punto ristoro

"È la prima cosa che ho chiesto appena arrivato, anche questo servizio è previsto nel progetto del museo. Conosco i problemi specifici che ne hanno impedito la realizzazione e mi sono già attivato con il comune, proprietario dell'immobile e dunque competente per ogni modifica su quell'area. Non sarà un traguardo immediato ma ci proverò... ho almeno quattro anni a disposizione". 

Da soprintendente lei ha favorito la promozione dei siti archeologici di Reggio da parte della comunità, fino alla recente apertura degli scavi di piazza Garibaldi. Punterà sul collegamento tra le aree principali e il museo? 

"E' un progetto che mi viene facile perché conosco bene i siti archeologici di Reggio e fino a venerdì scorso me ne sono occupato continuando le consuete interlocuzioni con il comune e gli altri enti. Le aree archeologiche della città sono ben fruibili e sono certo che sviluppi interessanti riserverà nei prossimi mesi piazza Garibaldi - seguirò personalmente quello scavo, di cui sono direttore scientifico, è molto bello e nell'avanzare dei lavori lo diventerà ancora di più. Tra questi siti e il museo c’è un rimando continuo molto naturale, perché chi va al museo non può non vedere le aree archeologiche e viceversa. A piazza Garibaldi speriamo di poter esporre presto i primi ritrovamenti resuaturati, e poi di attenzionare quel sito ai visitatori del museo. Certo occorrerà riqualificare la piazza e organizzarla per la fruizione del pubblico, ma il comune si sta già muovendo in questa direzione"

Arrivando dalla soprintendenza, è facile immaginare che lei instauri una più solida collaborazione del suo museo con l'organo ministeriale. Quando sarà nominato il nuovo titolare?

"In attesa della nomina di ruolo, il dg Larocca, che ha avocato la soprintendenza, ha delegato un interno, l'architetto Filocamo, facente funzioni. Per esperienza so quanto sia importante per la valorizzazione del patrimonio culturale il rapporto tra soprintendenza e museo, che adesso sarà ancora più stretto: dal 23 gennaio inauguriamo il protocollo apposito firmato da me all'epoca come soprintendente, e Filippo Demma come direttore ad interim del MArRC".

 Qualche mese fa alcuni ritrovamenti nelle acque di Riace avevano fatto ipotizzare altre informazioni sul contesto di origine dei Bronzi, ci sono novità?  

"Su quei reperti sono state condotte analisi di laboratorio con l'Università della Calabria ed esami autoptici si sono effettuati anche sui Bronzi per riscontrare eventuali compatibilità. Sono già pronte le relazioni dei tecnici e aspettiamo solo l'esito dell'ultima indagine da parte dell'università di Padova. Non vorrei anticipare nulla perché a breve diremo tutto in una conferenza stampa"

Ma secondo lei ci sono altri segreti, o altri preziosi reperti, legati alla storia dei Bronzi nel mare da dove i guerrieri sono emersi?

"La Regione ha finanziato nuove ricerche in quelle acque e l'attenzione è sempre alta. Ci farebbe piacere chiaramente ritrovare, se non il terzo bronzo, qualche elemento in più per svelare il mistero delle statue che abbiamo già… un mistero che però è molto affascinante. Chiarirlo è un desiderio di tanti, c'è persino chi, potendo viaggiare nel passato, vorrebbe andare a scoprire proprio da dove arrivano i Bronzi di Riace! Le certezze che abbiamo è che le statue si trovavano in quel mare - naufragate o gettate in acqua - e siamo sicuri della data di esecuzione delle opere e del luogo da cui venivano. Tutto il resto lo si potrebbe sapere davvero soltato tornando indietro nel tempo. Ma l’archeologia è fatta di ipotesi, e la parola definitiva su questa storia antichissima probabilmente non sarà mai scritta, e forse è meglio cosi"

I Bronzi di Riace resteranno al MArRC? E’ sicuro che non arriverà qualcuno che vuole ancora trasferirli?

"Al Metropolitan Museum di New York ci sono due copie esatte dei Bronzi pagate e autorizzate dal ministero, e io voglio riportare qui anche quelle!... Non so se proprio nel museo di Reggio, o a Riace ma comunque torneranno in Calabria. Sui Bronzi c'è una relazione di esperti che si sono espressi chiaramente sull'argomento, e come archeologi non possiamo che riconoscere che spostare quelle statue è rischioso. Ricordo ancora le apprensioni per il breve tragitto dal palazzo del consiglio regionale al museo... Certo i loro giri li hanno fatti, sono stati a Roma e Firenze ma adesso sono qui e ce li teniamo. Penso che ormai su questo non ci siano più dubbi"

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