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Sabato, 27 Aprile 2024
Il progetto / Roccella Ionica

Jovanotti sfoggia i successi ecologici di RiPartyAmo ma si dimentica di Roccella

Presentati i risultati delle attività ambientali legate al Jova Beach Party, che non hanno coinvolto la cittadina ionica né altre aree della provincia reggina

Tra le tappe del Beach Party Jovanotti sembrava tenere molto a Roccella Ionica, dove ha ambientato due edizioni del concertone estivo itinerante rinviando al mittente (insieme alla locale amministrazione comunale) le accuse che gli contestavano un evento ad altissimo impatto in un’area dall’ecosistema delicato. Poi, nel Legacy Report che la Trident Music, società organizzatrice del tour, aveva affidato a Nativa per illustrare scientificamente come i JBP 2022 non sono stati dannosi ma hanno persino apportato benefici e vantaggi, Roccella era tra le località prese a campione dallo studio.

Quest’anno la kermesse jovanottiana sulle spiagge si è presa una pausa sabbatica (rovinata dall’infortunio dell’artista a Santo Domingo), ma l’impegno ambientale è continuato con il progetto Ri-Party-Amo, che nel presentare un primo entusiastico bilancio, rivela come nelle iniziative portate avanti con successo in tutta Italia Roccella è assente. L’idillio, approvato dal sindaco roccellese Saverio Zito che si era detto pronto ad accogliere nuovamente a braccia aperte il carrozzone eco-musicale di Lorenzo, è dunque già finito?

Se il Legacy Report solo sei mesi fa sfoggiava il centro ionico reggino come fiore all’occhiello del benessere generato la scorsa estate dal JBP, oggi questo territorio è snobbato dalle azioni concrete avviate nell'ambito della manifestazione musicale insieme a Wwf e finanziate da Intesa Sanpaolo, che da settembre 2022 ad oggi hanno interessato 20.247.000 metri quadrati tra spiagge, fiumi, laghi e fondali. L’obiettivo principale di RiPartyAmo (raggiunto con un mese di anticipo rispetto alla deadline del prossimo settembre) era liberare da plastica e rifiuti gli ambienti naturali più fragili su tutto il territorio nazionale, attraverso un fitto calendario di eventi di pulizia.

Roccella non è forse tra i luoghi che ne hanno particolarmente bisogno (nel Legacy Report la Trident si era premurata di provare che la spiaggia reggina, come tutte quelle del tour, era stata restituita integra e linda dopo il passaggio del popolo di Lorenzo, e che nell’area Natura Village si erano svolti monitoraggio preventivo e valutazione di incidenza ecologica per rilevare eventuali specie faunistiche a rischio). In compenso i volontari a luglio hanno scelto di operare a breve distanza, nella spiaggia del Faro a Corigliano Rossano, e già le tappe di “prossimità” calendarizzate in collegamento con il JBP del 2022 erano state, nei mesi primaverili, 100.000 metri quadrati di spiaggia crotonese, e poi la Sicilia con un’area di pari ampiezza nella provincia di Agrigento e 10.000 mq nel Palermitano.

Nessun intervento nel RiPartyAmo, ma la plastica nei fondali c’è e fa male alle tartarughe

Che la plastica nei fondali ci sia anche da queste parti è però assodato, e lo attesta il frequente rinvenimento delle caretta caretta malate per ingestione di materiali inquinanti, salvate dal centro di recupero di Brancaleone. Lo sa bene il Wwf, che qui sta conducendo per il secondo anno l’intervento TartAmar con la supervisione del dipartimento di biologia, ecologia e scienze della terra (DiBest) dell’Università della Calabria, per mettere in sicurezza i nidi delle tartarughe marine. Il primo ritrovamento quest’estate è stato proprio sulla costa ionica reggina settentrionale, e il fatto che le uova siano state subito protette da una recinzione dimostra come il malcostume umano se non reati veri e propri come il passaggio di mezzi meccanici per la pulizia delle spiagge in questo litorale siano una minaccia per le tartarughe neonate che dopo la schiusa celebrano qui il loro battesimo del mare.

Il progetto RiPartyAmo ha però altri due pilastri, di cui uno in particolare avrebbe potuto coinvolgere la cittadina ionica. Tralasciando l’azione specifica “Ricostruiamo la natura” per il ripristino degli habitat compromessi dall’antropizzazione, avviata in otto aree italiane, fa parte del piano anche la campagna “Formiamo i giovani”, che si occupa dell’organizzazione di incontri di sensibilizzazione nelle università italiane e iniziative didattiche nelle scuole primarie e secondarie.

Delusione per le attività nelle scuole annunciate anche per Roccella 

L’argomento è il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia di natura e biodiversità, ovviamente con un focus sulle aree locali, che a Roccella e dintorni abbondano: tra i 185 siti calabresi della rete Natura 2000 nella provincia reggina ci sono inestimabili gioielli naturali da preservare, dalla Costa Viola ai calanchi di Palizzi, Saline joniche, Capo Spartivento, le spiagge di Catona e Brancaleone, il torrente Menta e la fiumara Amendolara (per citare solo quelli del focus del progetto, legato all’acqua). A conclusione del beach party 2022 infatti era stata la stessa organizzazione del tour ad annunciare che a Roccella, insieme alle altre località dei concerti, la brigata green di Jovanotti sarebbe tornata con evento di promozione ambientale e giornate ecologiche rivolte agli studenti. Che poi invece qui non si sono viste. 

Insomma, dopo tante lusinghe, l’ineffabile Lorenzo (diciamo così identificandolo con il raduno sua simbiotica creatura) ha preferito altri lidi, lasciando in compenso in dote a Roccella Ionica la cometa del successo (per lui molto redditizio) del JBP. Indubbiamente una scia significativa in termini di presenze, anche se a un anno di distanza possiamo dire che il maxievento si è preso tutto il merito e la visibilità anche della restante programmazione estiva roccellese, che invece qualcosa di suo valeva, e infatti è continuata a gonfie vele quest’anno, pure senza di lui. Nessuno però potrà negare, come ci dicono gli analisti di Nativa intervistando residenti e operatori, che il Beach Party abbia regalato adrenalina e felicità a pacchi. Gli esperti assicurano che in una visione di sostenibilità questo è un vero valore economico, quindi basta farne tesoro, imparare e far maturare i frutti. E in Calabria ad accontentarci e aspettare siamo molto allenati.

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