rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Indietro nel tempo

Il culto, Arillotta: "Il rapporto che da quasi 500 anni lega Reggio alla sua dolce Consolatrice"

A spasso nella storia con il prof reggino: "La storia settembrina presenta aspetti tanto vari, significativi, emozionanti, che da essa si possono trarre immagini, ricordi, spunti sempre diversi"

Nel volumetto opera del letterato reggino Tommaso Vitriolo, dal titolo "Cenni storici sulla Sacra Effigie di Nostra Donna della Consolazione protettrice della città di Reggio Calabria", e stampato a Napoli nel 1840, oltre ad antiche informazioni sulla storia di questo culto che ci è tanto caro, sono riportati alcuni versi di una elegia dedicata a Maria:

"Esce dalla città fra cento schiere su bara trionfale la Vergine Madre; tuonano squile, bombardi e le bandiere
fanno dei venti al soffiare ruote leggiadre; di timpani e di trombe le guerriere risuonano di armonia le sacre squadre; gli encomi celebrando della dea che preservati dal male ci avea".

Sono versi che risentono del gusto artistico dell’epoca, ma soprattutto descrivono con grande enfasi lo svolgersi della seconda processione, quando il Quadro, a novembre, torna alla chiesa dell’Eremo.

Ed è piacevole seguire con la mente l’immagine vivida che il poeta ci offre: tamburi che rullano, trombe che squillano, nel momento in cui il corteo lascia la città. E ciò, all’epoca, avveniva alla fine della strada denominata Via Santa Lucia, che corrisponde all’odierno tratto del Corso Garibaldi fra le attuali via 2 settembre 1847 e Saverio Vollaro, allo sbocco, cioè, del Corso sull’attuale piazza Giuseppe de Nava.

Sul sagrato della chiesa di Santa Lucia, che sorgeva proprio in quel punto, la Vara veniva riconsegnata ai Monaci Cappuccini, con quelle stesse modalità che si osservano oggi all’angolo tra viale Giovanni Amendola e via Cardinale Gennaro Portanova.

Si parla anche delle bandiere presenti evidentemente nel corteo processionale; e qui sorge un interrogativo. Per testimoniare questo specifico aspetto, egli usa una espressione particolare: "Fanno dei venti al soffiare ruote leggiadre”. In che consiste la particolarità: le ‘ruote leggiadre’ fatte dalle bandiere. A rigore, quando spira il vento, le bandiere sventolano, non ruotano. Come mai Vitriolo parla di rotazione? Solo chi regge la bandiera può imprimere alla stessa un movimento rotatorio; e ce lo dimostrano i famosi sbandieratori. Mi è venuto un sospetto, che però non è niente altro che un vago sospetto, e cioè che Vitriolo sapesse che, nei secoli passati, in un qualche momento, nella processione, siano stati presenti anche dei ruotatori di bandiere, e l’abbia voluto poeticamente ricordare.

Una cosa è certa: la storia del culto reggino a questa Madonna presenta aspetti tanto vari, significativi, emozionanti, che da essa si possono trarre immagini, ricordi, spunti sempre diversi; e, soprattutto, sempre fortemente dimostrativi del vivo rapporto che da quasi cinquecento anni lega la Città alla sua dolce Consolatrice!"

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il culto, Arillotta: "Il rapporto che da quasi 500 anni lega Reggio alla sua dolce Consolatrice"

ReggioToday è in caricamento