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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Malore per Mimmo Gangemi, l'ambulanza non arriva prima di mezz'ora: pronta la denuncia

Lo scrittore reggino, autore de "Il giudice meschino", ha raccontato la sua disavventura in un amaro post su Facebook: "Sia chiaro, con me non la passerete liscia"

Un malore improvviso e una lunga perdita di coscienza. Chi lo ha soccorso ha chiamato immediatamente il 118. Dall'altro capo del telefono, nessuna risposta, un silenzio pesante, durato tra i 10 e i 15 minuti. Finalmente la voce di un medico che però avverte: "l’ambulanza non può arrivare sul posto prima di mezz'ora". Questa la disavventura sanitaria vissuta dal noto scrittore Mimmo Gangemi che, in post su Facebook, sfoga la sua amarezza e racconta tutta la vicenda.

"Ho sempre difeso la mia terra, anche quando sembrava indifendibile, e forse lo era. Mi sono rotto. Troppe ne vedo. Ora è capitata a me, dopo che due mesi fa un fatto più grave, per fortuna finito non tragicamente, ma con conseguenze serie, era toccato a un altro componente della mia famiglia".  Dopo aver saputo che l'ambulanza "non sarebbe potuta partire o arrivare (non ho certezza su quale dei due sia stato il responso) prima di 1/2 ora, e il tragitto da dove ero fino all’ospedale è di 10/12 minuti, si è dovuto ricorrere a un’ambulanza privata. Nel ringraziare i solleciti e coscenziosi interventi a mio sostegno per un malore che per fortuna si è poi rilevato “aggiustabile” e non grave come s’era temuto sulle prime, manifesto il mio disprezzo, con tanto di sputo, per gli operatori silenti della sanità pubblica che si pagano uno stipendio elargito da tutti noi. Non so chi siano. Intanto, lunedì mattina farò formale denuncia alla Procura e allerterò i vertici della sanità calabrese".

"E aggiungerò - continua il saggista - benzina sul fuoco riguardo la denuncia anche sul caso di malasanità, già citato, che ha colpito un componente della mia famiglia. I medici che non sanno fare il proprio mestiere, causando danni irreversibili o peggio, devono essere fermati prima che ne compiano altri. Gli operatori che non rispondono al 118 devono rispondere della gravità del loro gesto. Mi torna in mente la morte 4 anni fa di Seba, mio amico e fratello, mancato perché l’ospedale di Rossano per otto ore rifiutò, sì, rifiutò, di mandare l’ambulanza, quando poi, a sera, si decise a farlo, Seba duró vivo dieci minuti. Lo scrissi in prima pagina su Il Dubbio. E nessuno ebbe faccia di smentirmi. Ma la Procura mi risulta sia rimasta immobile. Calabria da ricostruire".  "Sia chiaro - conlude Gangemi- con me non la passerete liscia".

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