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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'evento

MArRC arricchisce l'offerta estiva con la grande mostra sugli Etruschi

L'esposizione si potrà visitare dal 4 agosto ed è realizzata in collaborazione con Musei della Toscana e museo archeologico nazionale di Firenze.

Si arricchisce l'offerta del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dove, nell'ambito della programmazione estiva, dal 4 agosto si potrà visitare la mostra “Le nuvole e il fumine. Gli Etruschi interpreti del volere divino”, nata dalla collaborazione con la direzione regionale Musei della Toscana e il Museo archeologico nazionale di Firenze.

"Ho accolto con entusiasmo questo progetto – dichiara Stefano Casciu, direttore regionale dei Musei della Toscana – che porta la straordinaria cultura degli Etruschi nel cuore della Magna Grecia. L’accordo di collaborazione firmato con il MArRC segna l’avvio di una significativa sinergia, volta a promuovere e valorizzare in rete il ricchissimo patrimonio archeologico del nostro Paese".

Più di un centinaio le opere in esposizione, giunte sulla riva dello Stretto dal più importante museo dell’Etruria settentrionale. Statue, preziosi oggetti in oro, argento e bronzo, ceramiche figurate e le caratteristiche urne cinerarie decorate con i più distintivi motivi etruschi, tra cui quello dei defunti sul coperchio. Molto suggestivi i due canopi scelti per presentare la mostra: si tratta di complesse urne cinerarie a testa umana che cercavano di mantenere il ricordo dell’immagine del defunto. L’esposizione è curata dal direttore del museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, Carmelo Malacrino; dal direttore del museo archeologico nazionale di Firenze, Mario Iozzo; e dalla curatrice della sezione etrusca dello stesso museo, Barbara Arbeid.

"La mostra – sottolinea Iozzo – vuole illustrare al pubblico più ampio il fascino della civiltà etrusca, vista attraverso gli aspetti della vita quotidiana, dei culti e dei rituali funerari. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle pratiche religiose della divinazione, evidenziando l’abitudine degli Etruschi di trarre presagi dal volo degli uccelli, dalle viscere degli animali e dall’osservazione del cielo con i suoi fenomeni atmosferici".

l percorso espositivo sarà articolato in varie sezioni tematiche, che accompagneranno il visitatore alla scoperta del mondo etrusco attraverso decine di straordinari reperti, databili dal IX al II secolo a. C.

"Il titolo “Le nuvole e il fulmine”– aggiunge Arbeid – prende spunto da un passo di Seneca. Mentre i Romani credevano che i fulmini si producessero a causa dello scontro fra le nuvole, per gli Etruschi le nuvole si scontravano proprio per produrre i fulmini, considerati messaggi divini per gli uomini, cui spettava il compito di interpretarne il significato. Gli scrittori antichi sottolineano le diversità che contraddistinguevano gli Etruschi dagli altri popoli, spesso legate alle credenze religiose: Livio riteneva gli Etruschi sommamente dediti alla religione, mentre Isidoro di Siviglia faceva discendere l’etimologia di 'Tyrrhenoi', il nome greco degli Etruschi, da 'thusiazein' ovvero fare sacrifici”.

La nuova mostra si aggiunge alle altre già aperte al pubblico nelle settimane precedenti rendendo ancor più completa l'esperienza di visita nel museo di palazzo Piacentini. "Sarà un’estate magnifica – conclude Malacrino. Accanto alla programmazione delle Notti d’Estate sulla terrazza del Museo, questa nuova esposizione offrirà la possibilità di un inedito viaggio nel mondo degli Etruschi. È la prima volta che questo tema viene presentato a Sud di Napoli e siamo felici di questa opportunità, resa possibile grazie alla direzione regionale Musei della Toscana e al museo archeologico nazionale di Firenze". 

Inoltre il direttore ricorda che dall’inizio di agosto, oltre alla ricca collezione permanente e a questo nuovo progetto, i visitatori avranno a disposizione molte esposizioni temporanee: la mostra “I Bronzi di Riace. Cinquanta anni di storia” e “I Bronzi di Riace. Un percorso per immagini”; il percorso “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità”; l’esposizione “Sullo scaffale dello speziale. Vasi da farmacia nella Calabria del Settecento”; e la piccola sezione dei “Depositi in mostra”.

Conclude Malacrino: "Il mio ringraziamento va a tutto il personale che lavora quotidianamente per arricchire l’offerta espositiva del museo e per accogliere al meglio il pubblico".

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