rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Il futuro del MArRC

Museo archeologico, e se il nuovo direttore fosse uno dei big uscenti?

La commissione esaminatrice si è riunita per stabilire i criteri di selezione e entro fine mese ammetterà ai colloqui dieci candidati, che secondo il bando possono provenire dalle altre dirigenze in scadenza

Gli ultimi mesi del 2023 saranno cruciali per il museo archeologico di Reggio Calabria, che si prepara all'avvicendamento tra il direttore Carmelo Malacrino, giunto al termine tassativo del mandato, e il suo successore, in arrivo entro novembre. 

Stante l'impossibilità per limiti di legge di rinnovare l'incarico di Malacrino, Il MArRC è una delle istituzioni per le quali il ministero ha indetto un bando finalizzato alla scelta di un nuovo direttore. A metà luglio le domande sono state chiuse e, come previsto dalla manifestazione d'interesse, subito dopo è stata costituita la commissione esaminatrice, che si è già riunita una volta all'inizio di agosto per stabilire criteri e punteggi della selezione. Il prossimo step è vicinissimo: a ottobre, sulla base delle graduatorie stilate, gli esperti convocheranno i dieci primi aspiranti per ogni museo presso la sede del MiC a Roma, dove si svolgeranno i colloqui. Rimarranno singole terne da cui uscirà il nome delle persone a cui saranno affidati gli incarichi per decisione del ministro e del direttore generale dei musei.

Centinaia di domande e la possibilità di una rotazione tra i direttori uscenti

Con le candidature già al vaglio della commissione, attorno al museo reggino le aspettative sono importanti perché il nuovo direttore arriverà nella coda del cinquantesimo anniversario dei Bronzi di Riace, raccogliendo un'eredità non semplice. Le adesioni al bando non sono pubbliche, ma nei prossimi giorni sapremo chi sono i dieci che hanno superato la prima selezione approdando al colloquio. Si sa già che le domande sono state tantissime per tutte le istituzioni interessate dal bando, ma restringendo la lente sulla Calabria possiamo prendere a metro di paragone la nomina dell'attuale direttore del parco archeologico di Sibari Filippo Demma: a quella selezione avvenuta nel 2020 parteciparono centinaia di persone, e in proporzione l'interesse per il museo che ospita opere uniche al mondo come i Bronzi sarà presumibilmente molto superiore.

Il bando voluto a giugno da Sangiuliano e poi la nomina della commissione sono stati accompagnati da polemiche, prima per un'implicita clausola patriottica di preferenza verso direttori italiani (anche se il concorso è definito internazionale), e poi per la scelta degli esaminatori, che Consulta Universitaria per la Storia dell’Arte e Società Italiana di Storia della Critica d’arte hanno denunciato essere poco competenti per curriculum oltre che sbilanciati tra studiosi e dirigenti dello stesso ministero. 

Quale destino attende dunque il MArRC orfano di Carmelo Malacrino? Un sogno in grande sarebbe avere qui il direttore uscente degli Uffizi, Eike Schmidt, lui pure, come Malacrino a Reggio, obbligato a lasciare la galleria fiorentina perché già in carica da otto anni. Lo storico dell'arte tedesco tecnicamente potrebbe proporsi per il museo reggino, poiché il bando vieta la ricandidatura soltanto nella stessa istituzione in cui si è superato il quadriennio più conferma, mentre è possibile farlo in una delle altre con la direzione vacante.

Chi c'è nella fascia del MArRC e la differenza di stipendi tra i livelli dirigenziali

Unico deterrente alla scelta di Reggio per uno che esce da un ufficio di lvello dirigenziale generale è però la differenza di stipendio. La direzione del nostro museo, avendo livello di ufficio non generale, prevede una retribuzione annua lorda di 83.369 euro più l'eventuale premio di risultato post valutazione annuale fino a un massimo di 20.000 euro: chi - come il citato Schmidt o come James Bradburne, per due mesi ancora alla guida della Pinacoteca di Brera - è abituato a guadagnarne quasi il doppio, avrà probabilmente presentato candidatura per una delle istituzioni di categoria pari a quella da cui proviene, per non andare a peggiorare in busta paga. C'è anche da dire che i big di cui abbiamo parlato, essendo stranieri, secondo i bene informati non torneranno nel quadrilatero dei musei di livello generale con vertici in scadenza (oltre a Firenze e Brera ci sono Capodimonte - uscente Sylvain Bellenger - e la Gam di Roma), perché l'orientamento generale è verso direttori italiani, eppure il bando è aperto a tutti senza condizioni di nazionalità. Una soluzione politicamente corretta potrebbe essere riconfermarli nella rete di musei ma in una fascia di livello non generale, qualora avessero fatto domanda. Forse, però, i superdirettori forestieri (che erano stati scelti da Franceschini), vista l'aria che tira, conclusi gli otto anni, preferiranno tornare in patria o rivolgersi ad altri lidi. 

Poco male, se pensiamo che con la stessa qualifica dirigenziale del museo archeologico di Reggio ci sono "colleghi" di tutto rispetto, come la Galleria Estense di Modena: ma pochi giorni fa si è appreso che la direttrice Martina Bagnoli a febbraio 2024 assumerà l’incarico all’Accademia Carrara di Bergamo, quindi lei è fuori dei giochi. 

Le altre istituzioni di questa fascia amministrativa sono il Museo Archeologico nazionale di Taranto, la Galleria nazionale dell’Umbria, il Museo Nazionale d’Abruzzo e le Gallerie nazionali di Arte Antica di Roma. Queste ultime, divise tra palazzo Barberini e palazzo Corsini, vedono andare via - ed essere potenzialmente disponibile - Flaminia Gennari Santori, ma è in realtà il MarTa, diretto dall'uscente Eva Degl'Innocenti, quello più vicino a noi per area di interesse archeologica.

Le polemiche sulla commissione e la scelta finale, che per Reggio spetterà al dg Osanna

Si tratta ovviamente di scenari ipotetici. Tra i requisiti di partecipazione ai bandi basta infatti un'esperienza pregressa quinquennale, che apre la porta anche a giovani e meno esperti aspiranti direttori. Quello che adesso conta è garantire al MArRC quella spinta indispensabile per mettere a frutto la promozione dell'anniversario dei Bronzi, che per investimento e strategia regionale ha dato molto meno di quanto sarebbe stato necessario per supportare il trend positivo di visite raggiunto con grandi sacrifici dopo la stagione delle carenze di organico e la pandemia. C'è curiosità anche sul futuro di Malacrino: avrà partecipato al bando per uno degli altri musei o preferirà tornare alla carriera accademica?

Ora è il momento della valutazione dei curriculum da parte della commissione giudicante presieduta da Francesco Di Ciommo e composta da Marina Brogi, Carmela Capaldi, tutti docenti universitari, l'archeologo Luigi La Rocca e Daniela Porro, unica storica dell'arte del gruppo, questi ultimi però non solo tecnici ma dipendenti del ministero (e secondo gli organismi Cunsta e Sisca sensibili a indicazioni del dicastero). La scelta finale, nel caso del museo archeologico di Reggio, sarà del dg Massimo Osanna (al ministro competono invece le nomine per i musei dirigenziali generali). 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Museo archeologico, e se il nuovo direttore fosse uno dei big uscenti?

ReggioToday è in caricamento