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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'iniziativa

MArRC, l'archeologia reggina si mostra nell'Agorà con un laboratorio aperto

In Piazza Paolo Orsi sarà possibile osservare in diretta una équipe di ricercatori impegnate nella digitalizzazione di reperti

Storia e arte dei reperti dei siti archeologici reggini si potranno conoscere assistendo al lavoro dei ricercatori nel corso di un'iniziativa del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, che partirà il 23 gennaio. Un laboratorio sperimentale sarà allestito in piazza Paolo Orsi per consentire al pubblico di assistere a una serie di attività scientifiche solitamente riservate agli studiosi.
    Il progetto "Agorà: L'archeologia di Reggio in piazza" prende vita dal protocollo d'intesa sottoscritto pochi giorni fa tra il Museo e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia per condividere attività, iniziative, programmi di ricerca, conservazione, tutela, promozione e valorizzazione dei contesti archeologici provenienti dal territorio di Reggio, custoditi nei depositi di entrambi gli Istituti.
    Nell'Agorà, si spiega in una nota, sarà possibile osservare in diretta una équipe di ricercatori della Scuola superiore meridionale di Napoli, guidata da Carlo Rescigno, impegnati nella digitalizzazione delle terrecotte architettoniche provenienti dagli scavi urbani di Reggio Calabria, ovvero l'area sacraGriso-Laboccetta, via XXIV maggio e piazza Italia.

Verrà inoltre inaugurata la Mostra “Intrecci. Trame preziose tra Reghion e Reggio”, nata dalla collaborazione tra l'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e il MArRC, che espone una corposa collezione di gioielli scultura mono e polimaterici “da indossare”, vere e proprie sculture realizzate in Accademia nel 2012 e nel 2017.

Nel corso dell'iniziativa sarà infine lanciato il progetto Farm, ideato e organizzato da Living Camera S.r.l. in partenariato con il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, promosso dal Ministero della Cultura e finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU attraverso i fondi Pnrr “Transizione digitale organismi culturali e creativi”.

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