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Cronaca Centro / Via Gebbione

'Ndrangheta, imprenditori denunciano i loro estorsori: blitz contro il clan Labate

Operazione "Helianthus" della polizia di Stato. Professionisti del settore edile ed immobiliare, stanchi ed esasperati, hanno bussato alla porta della Procura. In 14 finiscono in manette

Esasperati dalle intimidazioni e dalle minacce hanno deciso di liberarsi dall'opprimente giogo dei "Ti Mangiu". Così, alcuni affermati imprenditori reggini del settore edile ed immobiliare, si sono recati in Procura, hanno bussato alla porta della Dda, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, e hanno denunciato, con coraggio e determinazione, i loro estorsori.

E' quanto accaduto, nell'ambito dell'operazione "Helianthus" della polizia di Stato, che questa mattina ha portato all'arresto di 14 persone, tra boss e affiliati della cosca Labate, predominante nel quartiere Gebbione di Reggio Calabria. 

I nomi degli arrestati

Per la prima volta, gli imprenditori, ascoltati dai magistrati della Dda reggina, dopo un’iniziale ritrosia, dovuta al comprensibile timore di subire ulteriori intimidazioni, hanno deciso di collaborare denunciando, come spiegano gli inquirenti "di essere vittime di ripetute estorsioni, consistenti nel pagamento di ingenti somme di denaro, anche nell’ordine di 200 mila euro, ad esponenti di rilievo e luogotenenti del clan Labate o nell’imposizione dell’acquisto di prodotti dell’edilizia presso attività commerciali nella disponibilità della cosca".

I colloqui trai boss e i gregari

Le estorsioni a commercianti e imprenditori

Agli indagati Antonino Labate, Santo Gambello, Fabio Morabito, Santo Antonio Minuto è stato contestato il delitto di estorsione aggravata per aver costretto due commercianti a non aprire un negozio di pescheria tra viale Aldo Moro e Piazza della Pace, imponendo loro di individuare una diversa zona dove avviare l’attività commerciale.

A Pietro Labate e Orazio Assumma, è stato contestato il delitto di estorsione aggravata per aver costretto un imprenditore, impegnato nella realizzazione di un complesso immobiliare sul viale Aldo Moro, a pagare a titolo di "pizzo" la somma di 200 mila euro, versata in più tranches tra il 2013 ed il 2015, e ad acquistare materiale edile presso il colorificio, riconducibile all’indagato Orazio Assumma.

A Domenico Foti è stato contestato il delitto di estorsione aggravata, per avere costretto due imprenditori, impegnati nella realizzazione di un complesso immobiliare in via Torricelli Ferrovieri-San Pietro, a pagare a titolo di "pizzo" la somma di 20 mila euro, (versata, tra il 2017 ed il 2018, in quattro tranches da 5 mila euro ciascuna e costituente parte della maggior somma di 30 mila euro, complessivamente richiesta, nonché ad acquistare materiale edile presso il colorificio riconducibile all’indagato Orazio Assumma.

Ad Orazio Assumma e Domenico Pratesi, è stato contestato il delitto di estorsione aggravata per aver costretto, avvalendosi della collaborazione di Domenico Pratesi, appartenente alla cosca Libri, che fungeva da intermediario e organizzatore di un incontro, un imprenditore impegnato nell’edificazione di un complesso immobiliare nel viale Messina-adiacenze Piazzale Botteghelle, a versare a titolo di "pizzo" la somma di 50 mila euro, prima tranche della più ampia somma di 150 mila euro, costituente l’importo complessivamente richiesto, nonché ad acquistare materiale edile sempre nel colorificio nella disponibilità di Orazio Assumma.

Il commento del procuratore Bombardieri 

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