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Cronaca Locri

Porta la spesa all'amico, il latitante Cordì fregato dal fiancheggiatore zelante

I carabinieri della compagnia di Reggio Calabria, operativi per i controlli disposti dal decreto anti coronavirus, hanno individuato e pedinato il favoreggiatore sino al covo in cui si nascondeva l'uomo

Un gesto azzardato, un fiancheggiatore premuroso e pronto, nonostante i divieti imposti dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus, a consegnare la spesa al latitante di prestigio cui stava offrendo ausilio hanno tradito Cesare Antonio Cordì. 

La "trappola" dei carabinieri

I due, alla fine, sono caduti nella “trappola” tesa dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che, in queste ore, hanno intensificato la loro presenza sul territorio per eseguire i controlli imposti dal decreto del Presidente del consiglio dei ministri. 

La spesa a domicilio

A questa stretta non è riuscito a sfuggire questa volta Cesare Antonio Cordì. Nella desolata Bruzzano Zeffirio - luogo scelto per il rifugio, un piccolo centro di circa 1000 abitanti, è risultato azzardato il gesto del fiancheggiatore di Cordì che si è recato a consegnare “la spesa a casa dell’amico” in violazione delle misure governative, in una casa che sarebbe dovuta essere disabitata.

Cordì latitante dal 2019

L’esecuzione dell’attuale misura di custodia cautelare, era stata emessa il 17 agosto del 2019, dal Tribunale di Reggio Calabria, ad esito di un’articolata e complessa attività d’indagine, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria , che aveva permesso di ricostruire l’ operatività di gruppi criminali facenti capo alla storica cosca Cordì di Locri, nel cui ambito Antonio Cordì, destinatario del provvedimento e già gravato da una condanna per associazione di tipo mafioso, risultava vertice attualmente ancora in libertà. Quella dei carabinieri è stata un’indagine vecchio stampo, un concentrato di appostamenti e pedinamenti, che proseguirà per ricostruire la rete dei fiancheggiatori.

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