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Domenica, 28 Aprile 2024
'Ndrangheta

Processo Eyphemos, per i giudici della Corte d'appello: "Non c'è alcuna prova del voto di scambio tra Siclari e la cosca Alvaro"

Depositate le motivazioni della sentenza che ha assolto l'ex senatore di Forza Italia imputato di scambio elettorale politico-mafioso durante le elezioni politiche del 2018

I giudici della Corte d'appello di Reggio Calabria hanno depositato le motivazioni della sentenza che lo scorso settembre ha assolto con formula ampia l'ex senatore di Forza Italia, Marco Siclari perché il "fatto non sussite", ribaltando così la decisione del primo grado dove l’ex senatore calabrese era stato condannato a 5 anni 4 mesi di reclusione.

Marco Siclari era imputato di scambio elettorale politico-mafioso nell’ambito del processo "Eyphemos" nato da un’inchiesta della Dda reggina secondo cui il politico sarebbe stato appoggiato, nelle elezioni politiche del 2018, dalla cosca Alvaro e in particolare dal presunto boss Domenico Laurendi di Sant'Eufemia d’Aspromonte.

 Adesso nelle pagine delle motivazioni i giudici scrivono di "mera suggestione" e specificano che "l'insussistenza del reato appare evidente". Ancora i giudici scrivono che "non sussiste alcuna prova dell’effettivo e concreto sostegno elettorale di Domenico Laurendi (e per esso della cosca Alvaro) in favore di Marco Siclari" e  "non vi è alcuna traccia" che il presunto boss Laurendi "avesse concertato con gli Alvaro la decisione di sostenere Marco Siclari".

"Inoltre, anche a voler ritenere Laurendi effettivo sostenitore del senatore,  - evidenziano i giudici nelle motivazioni - non è comunque emerso che il procacciamento di voti fosse avvenuto con metodo mafioso" ed ancora "In buona sostanza non può certo ricavarsi a posteriori la prova dell’accordo illecito sulla base della sola vittoria del Siclari, giacché la stessa è stata determinata da cause del tutto estranee a un presunto patto mafioso".

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