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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Locri

'Ndrangheta, processo "Mandamento Ionico", la Dda chiede 1800 anni di carcere

Il processo, 122 gli imputati, si sta svolgendo davanti al Tribunale di Locri. Le accuse vanno dall'associazione mafiosa alla truffa aggravata, messa in atto per impossessarsi dei fondi pubblici, anche europei

1.800 sono gli anni di carcere, chiesti dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria per 122 imputati del processo "Mandamento Jonico" che si sta svolgendo al Tribunale di Locri. Le accuse, per gli uomini appartenenti alle oltre venti 'ndrine della Locride, vanno dall'associazione mafiosa alla truffa aggravata messa in atto per impossessarsi dei fondi pubblici, anche europei, sulla carta destinati all'agricoltura calabrese.

Un'inchiesta, quella coordinata dal procuratore aggiunto della Dda reggina Giuseppe Lombardo e dai sostituti Diego Capece Minutolo, Giovanni Calamita e Francesco Tedesco, che ha portato, secondo gli inquirenti, all'individuazione delle "linee di comando" e della "struttura interna" alla 'ndrangheta della Locride "secondo logica piramidale", così da "rendere il più possibile impermeabile i vertici dell'organizzazione".

Dal processo, come riporta l'agenza Adnkronos, sono anche emersi i legami che le 'ndrine locali hanno intessuto, nel corso degli anni, coi loro sodali all'estero. Le richieste di condanna più alte sono state avanzate per gli imputati: Vincenzo Cordì (30 anni), a Nicola Armocida, Carmelo Balzano, Pasquale Barbaro e Giuseppe Letto (per tutti 28 anni) e a Paolo Alvaro (26 anni). Assoluzione o non luogo a procedere, infine, sono stati chiesti per altri 41 indagati.

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