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Cronaca Roghudi

"Mandamento jonico", l'ex sindaco di Roghudi Lorenzo Stelitano ritorna in libertà

La Corte di appello di Reggio Calabria ha accolto la tesi difensiva dell'avvocato Tonino Curatola che, da sempre, ha sostenuto che all'origine dell'arresto vi fosse uno scambio di persona

Lorenzo-Domenico-STELITANO-2Torna in libertà l’ex sindaco di Roghudi, Lorenzo Stelitano (nella foto). Lo ha deciso la Seconda sezione penale della Corte di Appello di Reggio Calabria, presidente Olga Tarzia, consigliere relatore Cinzia Barillà e consigliere Elisabetta Palumbo, accogliendo l’istanza di revoca della misura cautelare in carcere presentata dall’avvocato Tonino Curatola.

Il provvedimento di scarcerazione arriva a ridosso del processo di secondo grado, che si sarebbe dovuto aprire fra pochi giorni, per l’appello presentato alla sentenza di primo grado che aveva condannato Lorenzo Stelitano a 14 anni di reclusione per il reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso. 

La vicenda giudiziaria legata all’ex sindaco di Roghudi è alquanto complessa e la tesi difensiva si è basata, da subito, sulla certezza di un scambio di persona da parte degli investigatori operanti. 

Questi i fatti. Lorenzo Stelitano veniva arrestato, nel 2007, in seguito ad un fermo di indiziato di delitto poiché ritenuto partecipe della ‘ndrangheta generato dall'inchiesta "Mandamento Jonico", in particolare della costola conosciuta come “locale di Roghudi”. 

Il Tribunale del riesame lo scarcerava venti giorni dopo l’arresto poiché, accogliendo la tesi difensiva, “riteneva sussistente un dubbio sulla identificazione dell’allora indagato”.

Due anni dopo, per, sempre il Tribunale del riesame, dopo il ricorso in Cassazione del Procuratore della Repubblica sulla scarcerazione, si ritrovava ad analizzare la vicenda giudiziaria legata al professionista roghudese e tornava ad applicare nei confronti di Lorenzo Stelitano la custodia cautelare in carcere. 

La trascrizione di una intercettazione, effettuata dal perito di parte dell’imputato, lo scorso anno davanti al Gup di Reggio Calabria che doveva decidere con il giudizio abbreviato, stabiliva la possibilità che la persona di cui si parlava nell’intercettazione fra Giovanni Maesano, Giuseppe Pelle e Sebastiano Praticò non fosse Lorenzo Stelitano.

Pochi giorni fa, poi, in primo grado nel processo “Mandamento” tutti gli imputati, già indicati come partecipi della stessa “locale di Roghudi”, sono stati assolti dal Tribunale di Locri per non aver commesso il fatto. 

Tutto ciò, insieme al lungo lasso di tempo intercorso dall’avvio dell’indagine, hanno ribaltato il quadro indiziario a carico di Lorenzo Stelitano.

Il fatto, ancora, che l’ex sindaco di Roghudi, che per un lungo periodo ha risposto a piede libero delle accuse che gli venivano mosse, non si sia reso protagonista di comportamenti antisociali “o forieri di specifiche esigenze cautelari, allontanerebbero il rischio di una possibile reiterazione del reato. 

Per tutti questi motivi, come si legge nella sentenza firmata dal presidente Olga Tarsia, è stata ordinata “la revoca della custodia cautelare in carcere nei confronti di Lorenzo Stelitano e l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa”.

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