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Domenica, 28 Aprile 2024
Personaggi

Ornella Muti: "I festival sono importanti perché tengono in vita il cinema"

Sempre bellissima e ammirata, l'iconica attrice racconta la sua carriera a Reggio, dove è ospite del Rcff e stasera riceverà il premio alla carriera

La bellezza e il magnetismo in lei sono innati e anche se volesse non potrebbe evitare di emanarli. Attrice tra le più iconiche del cinema italiano, Ornella Muti ha illuminato la scena del Reggio Calabria Film Fest, dove stasera riceverà il premio alla carriera disegnato dall'orafo Gerardo Sacco. Appena arrivata da Roma, la divina Ornella ha anticipato la serata che la vedrà protagonista nella cornice del Waterfront incontrando la stampa nel Castello aragonese, sede delle iniziative collaterali del festival. 

Accompagnata dal direttore artistico del festival, il regista Massimo Spano, ha raccontato le due anime di Ornella e Francesca, l'attrice e la donna, sul filo dei ricordi di una carriera sempre attraversata da un immenso amore per il cinema. Star, oggetto del desiderio, attrice di successo. Francesca-Ornella non si è mai vista in questo modo. "Gli apprezzamenti li accolgo sempre con gioia - ha commentato - ma io non mi sento così, non è il mio carattere. Sono una persona che si mette in discussione e non saprei dire neanche cosa ho dato come attrice, quello può dirlo soltanto il pubblico. Io da questo lavoro ho ricevuto tantissimo, ho lavorato con bravissimi autori e ho avuto la fortuna di prendere la coda del grande cinema prima che le cose cambiassero". 

Diretta da maestri, un ricordo particolare per Nuti: "Artista favoloso, era dolce e maliconico ma è stato sfortunato"

Ognuno dei maestri che l'hanno diretta le ha lasciato qualcosa, da Maselli a Ferreri ("con lui avevo paura perché non era sempre chiaro capire cosa volesse"), a Francesco Nuti, al quale stasera il Rcff dedicherà un omaggio con la proiezione di "Tutta colpa del paradiso", il film che girarono insieme. "Francesco era un artista favoloso - ha detto Muti - un toscanaccio atipico, perché in lui spiccavano sensibilità e malinconia. Aveva una grande dolcezza e ha fatto film meravigliosi, è davvero un peccato che sia stato così sfortunato. Penso anche che la morte in sè sia stata liberatoria come la fine di un calvario, i suoi ultimi anni sono stati durissimi".

Dal grande schermo al palcoscenico, l'attrice ha ricordato il suo esordio teatrale del 2010 nell'Ebreo di Gianni Clementi per la regia di Enrico Maria Lamanna, come un momento di rinnovata consapevolezza: "Era qualcosa che mi faceva paura perché la critica non è mai stata buona con me ed ero sicura che mi avrebbero fucilata! Ma proprio questo mi ha fatto capire che dovevo farlo e affrontare questa situazione". Invece andò tutto benissimo: "Per un mese mi sono sentita al massimo, ma credo fosse più una cosa da dimostrare a me stessa. Immacolata poi è una donna arida, diversissima da come sono io, la consideravo una sfida. Poi in realtà tutti i personaggi hanno diversità rispetto agli attori e il bello è proprio entrare in qualcosa che non ti appartiene...penso anche alla ragazza di Trieste, era pazza non è stato facile diventare lei".  

Il cinema oggi è molto cambiato e un po' di amarezza è inevitabile. "Siamo passati da minimo otto settimane di lavorazione a quattro - spiega Ornella - ma io con Scola arrivai anche a 15... Non è colpa dei registi ma mancano i soldi e sembra fatto tutto di corsa, buttato via, dalla fotografia ai costumi che non esistono più e sono sostituiti dagli sponsor. Il digitale non è bello come la pellicola, non crea quella magia. Chi come me ha tante cose belle nel cuore non riesce ad accettarlo, se l'effetto deve essere quello spesso dico di no e me ne vado". 

Girerebbe volentieri un film in Calabria: "Terra splendida, ha tutto per offrire ottime location cinematografiche" 

L'abbandono delle sale cinematografiche è un male forse irreversibile: "Se non si va al cinema il resto serve poco. La sala è un luogo di immersione totale, di silenzio e nello stesso tempo di socialità. Ma si preferisce aspettare e vedere un film a casa, dove ormai anche in uno spazio di due stanze è irrinunciabile uno schermo televisivo enorme". Ma le piattaforme di streaming hanno almeno il vantaggio di non imporre paletti agli autori. "Uno come Ferreri - sottolinea Ornella - oggi non potrebbe fare i suoi film, forse ci riuscirebbe su Netflx, chissà. Il cinema per me deve essere libera espressione".  

I festival come quello reggino "sono importanti per tenere vivo il cinema" e la mitica attrice non disegnerebbe un set ambientato qui. "Ho scoperto la Calabria negli ultimi anni, è splendida e questa terra ha tutto - assicura - per essere un'ottima location". 

Nonostante il legame con Roma, Ornella non si è pentita della scelta di vivere fuori porta in campagna ("ho un ritmo di vita disteso che mi permette di apprezzare quello che faccio ed essere carica per nuovi progetti") con la figlia Naike, della quale però dice: "Non mi piace che si parli solo di lei, io ho tre figli e il mio amore è uguale verso tutti loro, Naike mi segue e si occupa di me in tutto, è più sorella che figlia".  

"Non mi sento una donna corteggiata... forse non da chi io vorrei che lo facesse"

Amatissima dal pubblico, considera questo affetto il migliore riconoscimento: "Per chi lavora con le emozioni, vedere che la gente si commuove e ti abbraccia è la cosa più gratificante, ti ripaga da ogni sforzo". Bellissima da far perdere la testa a stuoli di uomini di generazioni eterogenee, con uno dei suoi sfavillanti sorrisi Ornella si schermisce: "Oggi imperversa la modalità social che secondo me è deleteria... accade di tutto, ricevo persino foto porno, per non parlare di chi ti dice cattiverie e il giorno dopo te lo ritrovi tra i più grandi fan. Meccanismi che mi sconvolgono e non capisco". Ma in un panorama seduttivo che le donne concordano nel definire sconfortante almeno Ornella Muti avrà spasimanti degni di questo nome? "Non mi sento affatto una donna corteggiata... forse perché sono io a non permetterlo. O forse non sono corteggiata da chi vorrei che lo facesse..."

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