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Cronaca

Donne e violenza, le storie delle vittime di femminicidio entrano in classe

A palazzo Campanella la firma dell'accordo di collaborazione tra l'Osservatorio regionale contro la violenza di genere, il Miur e l'Ufficio scolastico regionale

Era in cantiere da un pò e finalmente, il progetto ideato  dell’Osservatorio regionale contro la violenza di genere: “Adotta la storia di una vittima di femminicidio”, indirizzato alle scuole, prende corpo. Questa mattina, infatti, a palazzo Campanella nella stanza della memoria e dell’impegno per le vittime di femminicidio in Calabria, si è tenuta la sottoscrizione di un accordo di collaborazione tra l’Osservatorio e il Miur, ufficio scolastico regionale. Alla firma di quest’importante collaborazione erano presenti: il coordinatore dell’osservatorio Mario Nasone, la vice coordinatrice dell’organismo, Giovanna Cusumano, uno dei responsabili del progetto Clelia Bruzzì e il dirigente dell’ufficio scolastico regionale, Maurizio Piscitelli.  

A sottolineare l’importanza del momento, la presenza del questore Maurizio Vallone e delle forze dell’ordine. L’accordo, prevede l’attivazione, in via sperimentale, del percorso didattico formativo che coinvolgerà per un intero anno gli istituti di ogni ordine e grado che vorranno aderire al progetto.

"La nostra iniziativa – ha dichiarato Mario Nasone- rappresenta un punto di partenza per un progetto, a costo zero, che vuole portare a conoscenza degli studenti delle scuole, le storie delle donne vittime di femminicidio. L’intento è quello di  coniugare la memoria e l'impegno affinché non si verifichino più questi tragici atti".  

"L'idea progettuale - ha aggiunto – è rivolta  agli studenti e agli insegnati che saranno adeguatamente formati per poter avviare, anche rispetto all' età degli studenti, una riflessione per abbattere il muro degli stereotipi, delle discriminazioni e dei pregiudizi". Già dal gennaio 2019, piega ancora il coordinatore, “è stato illustrato, nel corso di tre incontri, ai centri antiviolenza il progetto, chiedendo un contributo di idee. Il percorso che prevede l’intitolazione   di uno spazio all'interno delle scuole che aderiranno al progetto, non si esaurirà al solo evento commemorativo ma –prosegue Nasone- vorremmo che diventasse il frutto di un'esperienza significativa di sensibilizzazione ed educazione delle coscienze per il futuro".  

Nonostante il progetto riceva l’approvazione della Regione e del Miur, sembra non essere esente da ‘critiche’. Alla vigilia della sottoscrizione dell’accordo, la Udi (Unione donne in Italia) di Catanzaro e Reggio Calabria, in accordo con la posizione assunta dal Cedic (Coordinamento dei centri antiviolenza della Calabria), in una nota rilasciata all’agenzia Dire, si dichiarano: “Contrari all’iniziativa promossa dall’Osservatorio. Già il percorso didattico-formativo, che dovrebbe coinvolgere gli istituti  scolastici era stato al centro di una protesta  da parte della rete nazionale dei centri antiviolenza.

“Noi donne –continua l'Udi - pensiamo che l'Osservatorio, che ha finalità specifiche di raccolta dati e sostegno alle donne sulle quali si dovrebbe concentrare, stia mal indirizzando le proprie energie.  Adottare la storia di una donna vittima di femminicidio a che serve? Quale messaggio si vuole dare? A cosa educa? Sono le medesime domande che ci poniamo assieme alle donne dei centri antiviolenza calabresi che si oppongono alla strumentalizzazione delle vite e del dolore delle donne".

Prosegue la nota Udi sottolineando che: "La strada da seguire non è certo quella di ri-vittimizzare donne uccise e scoraggiarne altre vive- si legge ancora- non contribuendo ad una nuova stagione di autodeterminazione nella quale la storia del presente sia l'effettiva visione della possibilità di rifiutare di essere vittime, di ricevere solidarietà, sostegno e appoggio economico e puntare concretamente sulla prevenzione e sul supporto a chi non lascia mai sole donne e bambini.

Sollecitiamo la Regione a ripensare immediatamente all' opportunità di questa iniziativa di sapore paternalistico e commemorativo- conclude l'Udi- per andare invece nella giusta direzione di destinare i fondi a propria disposizione a favore di ricerca, prevenzione e di azioni concrete di sostegno alle donne e ai centri antiviolenza, veri obiettivi del sostegno delle Istituzioni".

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