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Cronaca

Povertà educativa, arriva Connessioni divergenti: per creare un luogo di relazioni autentiche

Il Cereso, insieme ad otto partner, dà il via ad un progetto sociale a Reggio Calabria e a Santo Stefano d’Aspromonte

Arriva un progetto per rendere la scuola spazio aperto, interprete delle legittime esigenze formative di un individuo. Con questo obiettivo nasce Co.Di - Connessioni Divergenti, progetto finanziato dall’Unione europea - Next generation EU-Pnrr M5C3 - Investimento 1.3 - Interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo settore”.

L’idea della partnership composta dalle associazioni Cereso, Demetra, Abakhi e Nuova solidarietà, dalle cooperative Marta e Kairos, dall’istituto comprensivo Lazzarino, dal Comune di Reggio Calabria, e dall'Università Mediterranea, è quella di contribuire a migliorare l’efficacia e l’attrattiva del processo educativo, attraverso azioni rivolte, oltre che ai minori destinatari di progetto, a tutta la comunità educante. La scuola diventa contesto vivo e di sperimentazione all’interno del quale gli studenti sono protagonisti del rispettivo processo di formazione. L’assunto di base è considerare gli ambienti di apprendimento quali spazi mutevoli e aperti a fenomeni di aggregazione sociale ovvero luoghi in cui le singole personalità possono riconoscersi parte attiva di una collettività.

Connessioni divergenti si muove trasversalmente attraverso azioni rivolte, oltre che ai minori destinatari del progetto, anche a tutta la comunità educante. Sono previsti otto laboratori (Stem, public speaking, Emo(A)zione, scrittura creativa, Io e l’altro, prevenzione e bullismo, motoria, ambiente) con la finalità di stimolare, attraverso un approccio sistemico e percorsi educativi e didattici individualizzati, competenze cognitive e non.

Sarà promosso, sempre all’interno dello spazio-scuola, uno sportello di mediazione dialogica, di sostegno alla genitorialità, di lettura del disagio e di prevenzione dipendenze (tecnologiche). È prevista altresì una formazione per i docenti, a cura dell’Università Mediterranea che si occuperà anche di condurre un laboratorio per la comunità educante, producendo come esito del percorso un manifesto delle buone prassi. Saranno poi dedicate, sempre alla Comunità educante, giornate per la riappropriazione degli spazi comuni e feste dell’informalità immaginate e gestite dalle famiglie coinvolte. Ed infine verrà attivato un doposcuola socializzante per alcuni dei destinatari di progetto, che verranno individuati grazie al Welfare Student Community, gruppo di lavoro interdisciplinare che vede interagire e integrare l’operato e la visione di scuola, famiglia, servizi sociali e terzo settore.

Co.Di è un progetto ricco di contenuti, fortemente voluto dal Centro reggino di solidarietà per rispondere ad un forte bisogno socio-educativo e formativo emerso all’indomani della pandemia: creare un luogo di relazioni autentiche e “connessioni divergenti” dove ognuno possa diventare protagonista del processo di ricostruzione della comunità educante.

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