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Domenica, 28 Aprile 2024
Inaugurazione

Inaugurazione anno giudiziario, Tarzia: "La giustizia migliora ma ancora troppi vuoti d'organico"

La presidente facente funzioni della Corte d'appello di Reggio Calabria ha aperto con la sua relazione la cerimonia ospitata nell'auditorium Cosimo Fazio della Scuola allievi carabinieri Fava-Garofalo

Nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario presso le 26 sedi delle corti d’Appello, dall'auditorium Cosimo Fazio della scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria arriva, dalla voce della presidente facente funzioni Olga Tarzia, un segnale di speranza e di incoraggiamento per la giustizia che ha nettamente migliorato le sue performance e quasi raggiunto gli obiettivi del Pnrr, malgrado le difficoltà delle carenze d'organico e delle strutture. 

In riva allo Stretto, in rappresentanza dell'organo di autogoverno della magistratura italiana, è arrivata anche la consigliera togata Maria Vittoria Marchianò, già presidente del tribunale di Crotone, mentre per il ministero della Giustizia c'è Vincenzo De Lisi.  

Poi tocca intervenire anche al procuratore generale presso la Corte d'Appello Gerardo Dominijanni e al presidente dell'ordine degli avvocati Rosario Infantino. 

Il nuovo Palazzo di Giustizia e gli uffici giudiziari

"Anche quest’anno celebriamo questo importante evento - dice la presidente Tarzia - nei locali della Scuola allievi Carabinieri messi a disposizione dall’Arma - che ringrazio per la disponibilità e l’accoglienza - non essendo ancora fruibile l’auditorium del nuovo Palazzo di Giustizia i cui lavori di completamento riprenderanno a breve, essendo stato pubblicato il  previsto bando di gara dopo la cessione - in favore dell’Agenzia del Demanio, a titolo gratuito e per la durata di 99 anni - del diritto di superficie del suolo su cui insiste il costruendo edificio.  Il 2024, dunque, farà registrare la ripresa dei lavori per il completamento del nuovo e moderno plesso giudiziario, lavori la cui durata è stimata in circa tre anni.

Ma mentre discutiamo del nuovo Palazzo di Giustizia, non possiamo tacere che nell’anno appena decorso svariati problemi hanno attanagliato varie sedi di importanti Uffici giudiziari: il 19 ottobre 2023 è crollata una porzione del solaio dei locali di via Monsignor Ferro in cui hanno sede l’Ufficio del giudice di pace e quello della procura Generale. Le gravi criticità dell’immobile – concesso in locazione dalla Curia arcivescovile - sono state portate a conoscenza del ministero della Giustizia ed è in itinere il progetto per il trasferimento della procura generale nel contiguo palazzo di proprietà della Città metropolitana di Reggio Calabria (già di proprietà delle Ferrovie dello Stato).

Vista la situazione di pericolo, su sollecitazione del procuratore generale, si sta concretizzando il trasferimento di una parte degli uffici presso il palazzo storico della Corte d’appello, secondo le previsioni della Commissione di manutenzione che nel 2012 aveva deliberato di assegnare una parte importante dell’edificio all’Ufficio requirente in questione, e ciò avverrà in tempi brevi, previa realizzazione dei necessari lavori di sgombero e di ripristino degli spazi a tal fine individuati. L’Ufficio del giudice di pace, invece, sarà interamente trasferito presso altro immobile già disponibile.

Quanto appena evidenziato rappresenta una priorità e pone un problema di sicurezza tanto stringente da non potere essere trascurato o ritardato nell’attesa di ipotetiche soluzioni ottimali, sicché deve essere affrontato e definito, sollecitando gli organismi competenti alla dovuta collaborazione ed al rispetto degli impegni".

La presidente Tarzia con parole e toni pacati fa il punto del distretto reggino e passa in rassegna i risultati conseguiti nell’anno appena passato e gli obiettivi che la magistratura giudicante e requirente si prefiggono alle porte della nuova stagione.

L'apertura dell'anni giudiziario del distretto di Reggio Calabria: il video

Il modello organizzativo innovativo e rivoluzionario

Dati alla mano la presidente Tarzia racconta una giustizia efficiente che mette al centro la persona. Dice Tarzia: "Il modello organizzativo di cui stanno usufruendo tutti gli Uffici giudiziari, innovativo e rivoluzionario per la stessa visione del lavoro del giudice, non più individuale, se non monadica, ma aperta e dialogante, inserita appieno nella nuova struttura prevista dai cambiamenti legislativi e pertanto efficace quanto alle concrete potenzialità deflattive, ha consentito di pianificare e realizzare scelte strategiche fondamentali per assolvere all’impegno con l’Europa, pur senza rinunciare ad un metodo di lavoro che privilegia e predilige la decisione basata sulla professionalità e sulla capacità del magistrato intesa, oltre che come preparazione giuridica in sé, come sensibilità, cultura, modo di interpretare le norme con equilibrio, alla luce dei diritti fondamentali della persona e dei valori fondanti della comunità in cui questa vive ed opera, dovendosi ricordare che, come affermava Calamandrei, non basta che i magistrati conoscano a perfezione le leggi come sono scritte, ma occorre che altrettanto conoscano la società in cui queste leggi devono vivere. 

Ciò nella consapevolezza che la Giustizia non può (e non deve) percorrere vie traverse - o peggio scorciatoie - per raggiungere ad ogni costo obiettivi di celerità, sommarietà e quindi di mera quantità, che probabilmente più si addicono a settori privati, o comunque aziendalistici ed imprenditoriali, le cui logiche e finalità mercantilistiche non coincidono con quelle di fatti e vicende che hanno (e devono avere) al centro l’uomo, in qualunque condizione egli si trovi nella società".

Parla la magistrata Tarzia davanti alle autorità cittadine, religiose e militari e racconta cosa è stato questo anno appena trascorso e per questo il suo primo pensiero è ai migranti morti nel naufragio di Cutro e ai tanti naviganti del Mediterraneo morti cercando di entrare nella fortezza Europa e racconta: "2.571 persone sono morte durante la traversata del Mediterraneo centrale, considerata la più pericolosa delle rotte migratorie, e si tratta di stime approssimative causa naufragi non rilevati e dispersi mai recuperati. Il mare, sovente da noi guardato con serenità, è di fatto diventato un cimitero di persone senza nome" e poi ancora l'aggressione della Russia all'Ucraina e l'attacco contro Israele fino a ricordare l'alluvione dell'Emilia Romagna. 

A Reggio Calabria cerimonia di apertura dell'anno giudiziario: le foto

I suicidi in carcere e il sovraffollamento 

Mette al centro l'uomo la presidente Tarzia ed allora ecco che nella sua lunga relazione passa anche ad un altro aspetto molto preoccupante,  "il sovraffollamento carcerario e la scarsità di personale addetto alla sicurezza degli istituti penitenziari, quando non anche l’esercizio di violenza da parte di quest’ultimo.  Le morti di detenuti sono purtroppo una tragica ripetizione. Sono stati 66 i suicidi in carcere nel solo 2023 su un totale di 160 deceduti.  Diversi sono i procedimenti pendenti per violenze commesse dai sorveglianti sui detenuti e di questi uno è stato istruito dalla Procura reggina".

La 'ndrangheta e i procedimenti

Reggio Calabria terra di 'ndrangheta e spiega Olga Tarzia: "Proprio la peculiarità del territorio e l’esistenza nella provincia di Reggio Calabria dell’organismo di vertice della ‘ndrangheta, il cosiddetto “Crimine”, al quale fanno riferimento tutte le "locali" disseminate nel mondo, consente di sottolineare come sia di certo peculiare l’attività giurisdizionale svolta nel Distretto, visto che questo fenomeno maggiormente impegna i nostri Uffici per il numero elevatissimo dei procedimenti, per la loro complessità e per le condizioni detentive degli indagati/imputati. In questo contesto, connotato da un elevato grado di pervasività dei vari settori sociali ed istituzionali, che in modo silente stritola l’economia, che aggrava le stesse condizioni di vita dei cittadini finendo per incrementare la sfiducia nella giurisdizione (e non solo in essa), ancor più impellente ed ineludibile è l’esigenza di riaffermare le regole legali, di indagare ogni aspetto del sistema illecito, di compiere ogni sforzo necessario per individuare i responsabili poiché è solo grazie a queste azioni (o quanto meno anche grazie ad esse) che è possibile realmente garantire una convivenza conforme ai principi di libertà, democrazia e di effettiva parità dei diritti tra i cittadini.

Un compito non agevole a cui la magistratura in ogni caso non si sottrae pur affrontando nel Distretto una situazione di costante ed endemica emergenza, rispetto alla quale, va detto, le esigenze puramente statistiche e quantitative di riduzione dell’arretrato appaiono non solo secondarie, ma pure insidiose perché frutto di una deprecabile, se non inammissibile, deriva burocratica. Il confronto tra le pesanti scoperture nel personale di magistratura e le pendenze dei soli procedimenti Dda nel distretto è preoccupante".

I vuoti d'organico nel distretto reggino

Vuoti d'organico evidenzia la presidente Tarzia, basti pensare che "la Corte d’Appello di Reggio Calabria su un organico di 27 consiglieri ha 14 posizioni vacanti a fronte di 188 procedimenti Dda di cui 15 con più di 10 imputati. Complessivamente, i procedimenti penali pendenti nelle due Sezioni penali della Corte sono 7231, il numero degli imputati è di 9.964 e 290 sono i detenuti. Il numero di magistrati titolari è attualmente di soli 3 consiglieri ed il presidente per la Prima Sezione nonché di 4 consiglieri e il presidente per la Seconda Sezione.

La Sezione Misure di prevenzione ha un solo consigliere titolare; è scoperto il posto di presidente della menzionata Sezione  ed i Collegi vengono composti con magistrati applicati e presieduti dal presidente della prima Sezione della Corte d’Assise, già trasferito, e prossimo a raggiungere la sede dove è stato nominato ad un prestigioso incarico. I numeri sono allarmanti: 208 procedimenti pendenti di cui 98 per misure patrimoniali, 110 per misure personali; 271 per ingiusta detenzione e 5 di competenza della Corte di Assise.

La necessità che vengano coperti i posti in organico è stata ribadita in più occasioni e nonostante l’impegno del Csm con la pubblicazione di 11 posti di consigliere, ne è stato coperto soltanto 1, avendo presentato domanda una collega già in forza all’Ufficio Gip Gup distrettuale. Al contempo è stata accolta la domanda di tramutamento di tre colleghe della Corte d’Appello, una in forza alla Sezione Civile che transiterà alla locale Sezione Lavoro, le altre due, una della Sezione Lavoro e l’altra della Sezione Penale, sono state trasferite alla Corte d’Appello di Roma.

Il grave problema di organico, solo in parte comune con le altre Corti, è pertanto inaccettabile per questo Distretto alla luce di una criminalità organizzata aggressiva ed allarmante la cui presenza ha una diretta ricaduta anche nel settore civile, in quanto le ritardate risposte in detto ambito finiscono con l’alimentare circuiti alternativi per la realizzazione delle proprie aspettative con ulteriore e facile cedimento al potere illegale che, inevitabilmente, ne risulta ancor più rafforzato.

Ma a parte il gravissimo fenomeno della criminalità organizzata, non si può sottacere l’esistenza di altri gravi reati che richiedono, anch’essi, una pronta risposta giudiziaria ed un’efficace tutela delle vittime".

I dati

Entra nel vivo dei dati, poi, la presidente della Corte d'Appello: "La sezione Civile della Corte, che pur nella contratta ed esigua dotazione organica (tre magistrati su otto) ha comunque ridotto le pendenze totali - dal 30 giugno 2022 al 30 giugno 2023 - da 4588 a 4.300 procedimenti (nonostante, peraltro, la sopravvenienza di 697 cause), definendo così 1039 procedimenti. 

Le Sezioni Penali, con organico ridotto di oltre la metà rispetto alla previsione tabellare, hanno trattato processi anche di particolare complessità, in specie della Dda e cd. maxi, senza incorrere in scadenze dei termini di custodia cautelare, con apprezzabile abbattimento dell’arretrato. In via del tutto esemplificativa si rappresenta che la Ia Sezione Penale di questa Corte - che alla data del 1° luglio 2022 registrava un pendenza di 3710 procedimenti - al 30 giugno 2023 aveva una pendenza finale di 3293 procedimenti, avendo quindi definito 1332 procedimenti a fronte di sopravvenienze pari a 915, mentre,  la IIa Sezione Penale, la cui pendenza all’1.7.2022  era  di 4073 procedimenti con 925 sopravvenuti, alla data del 30 giugno 2023 faceva rilevare una pendenza finale di 3976 procedimenti, avendone quindi definiti 1022 di cui 33 Dda; la Sezione Misure di Prevenzione presentava al 71.7.2022 una pendenza di 158 procedure personali e 105 procedure patrimoniali  con sopravvenienza nel periodo considerato  di 11 procedure personali e 34 patrimoniali, la pendenza finale nel periodo considerato era di 102 procedure personali e 95 patrimoniali; nella Corte d’Assise d’Appello erano pendenti al 1.7.2022 n. 13 procedimenti, con sopravvenienza di 6 e pendenza finale - al giugno 2023 - di 5 procedimenti.

I buoni risultati, ottenuti con l’apporto dei magistrati applicati, non mi esimono dal trascurare l’enorme sforzo affrontato dai Tribunali di primo grado, primo fra tutti, quello distrettuale di Reggio Calabria, ma anche di Palmi e di Locri, gravati, pure questi ultimi, da dibattimenti penali complessi e defatiganti anche per processi Dda di peculiare rilevanza.  La sottrazione di unità, continua, perché continua è l’esigenza di personale di magistratura in secondo grado, rende più difficoltoso l’esercizio della giurisdizione, ancorché le scoperture siano di fatto più che in diritto, ma comunque tali da far registrare un insoluto rapporto negativo tra risorse umane disponibili ed i notevoli carichi di lavoro".

Il tribunale di Reggio 

"Il Tribunale di Reggio Calabria aveva pendenti, per il periodo di riferimento nella sezione del dibattimento Collegiale, ben 56 processi Dda di cui 31 maxiprocessi (cioè con più di 10 imputati). Di questi ne sono stati definiti 18 processi Dda e 22 maxi.

Ma a fronte di tale rilevante dato statistico, relativo ai processi di criminalità organizzata, gli affari di competenza del giudice monocratico sono numericamente sovrastanti: infatti, all’1.7.2022 sono risultati pendenti 6.349 procedimenti, con 2.452 sopravvenuti e 3.360 esauriti, con una riduzione delle pendenze pari a 5.441 procedimenti".

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