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Sabato, 27 Aprile 2024
L'inchiesta

L'ex primario di oncologia del Gom sospeso per 12 mesi dalla professione medica

I carabinieri del Nas hanno chiuso un'indagine che ha coinvolto il professionista e il suo vice e vede sotto inchiesta sette persone. I retai contestati sono: somministrazione di farmaci guasti, falsità materiale  e ideologica, abuso d’ufficio e truffa

I carabinieri del Nas di Reggio Calabria a conclusione di un’articolata attività investigativa hanno dato esecuzione, ad una ordinanza, emessa dal Gip presso il tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale procura della Repubblica, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, di applicazione della misura cautelare del “divieto temporaneo di esercizio della professione medica per la durata di 12 mesi”, nei confronti dell’ex primario dell’Unità operativa complessa di oncologia del Gom (in carica fino allo scorso settembre) e del suo vice, per i reati di somministrazione di farmaci guasti, falsità materiale  e ideologica, abuso d’ufficio e truffa.

L’attività investigativa, condotta da marzo 2021 a dicembre 2022 insieme ai carabinieri del Nucleo Aifa e che vede complessivamente sette persone indagate, trae origine dalla denuncia querela di un dirigente medico che aveva rilevato delle anomalie sul diario clinico di un paziente oncologico. 

Il Nas spiega che "durante l’indagine, sviluppatasi con intercettazioni telefoniche e ambientali, una complessa attività peritale, sequestro e analisi di oltre 300 cartelle cliniche, e sommarie informazioni testimoniali, si è accertato che i due sottoposti: somministravano, tra il 2017 ed il 2018, a 13 pazienti affetti da neoplasie farmaci nell’ambito di terapie e protocolli sperimentali in assenza di autorizzazione o per patologie diverse da quelle previste nelle linee guida e senza un adeguato consenso degli stessi pazienti e in concorso con la direttrice ed il responsabile dell’Unità farmaci antiblastici della farmacia ospedaliera del Gom, attestavano nel registro Aifa predisposto per i “farmaci innovativi” dosaggi superiori del farmaco Nivolumab rispetto a quelli realmente somministrati ai pazienti e patologie differenti da quelle reali, al fine di ottenere a spese dell’erario, quantitativi maggiori del predetto farmaco poi dispensati a pazienti privi dei requisiti richiesti per la rimborsabilità del farmaco".

Ma non solo, per i carabinieri del Nas le persone indagate realizzavano le condotte di cui sopra per al fine di divulgare i risultati delle prassi cliniche da loro portate avanti tramite pubblicazioni scientifiche, così da accrescere la loro reputazione professionale per attrarre società farmaceutiche ed organizzatori di convegni.

Nell’ambito della stessa indagine veniva riscontrata una truffa di 5 mila euro ai danni dell’azienda farmaceutica Pfizer, che avrebbero posto in essere il primario in concorso con altro dirigente medico, una psicologa ed il presidente di una onlus, in quanto veniva finanziato un progetto per il sostegno psicologico ai malati oncologici, di fatto mai posto in essere.

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