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Sabato, 27 Aprile 2024
Reggio città turistica/9

Reggio, il mare costa poco anche ad agosto ma c'è altro da pagare caro

In controtendenza con le località del sud, da cui i turisti spennati stanno scappando, in città le strutture balneari si mantengono accessibili. Restano tanti chiaroscuri di una stagione non decollata

Stiamo ufficialmente entrando nel principale weekend estivo da bollino rosso, quello che si collega fino alla settimana di Ferragosto, e anche se i reggini, delusi da disservizi e divieti di balneazione, tendono a dimenticarlo, vista con gli occhi di un turista la città ha il grande asset del mare e la spiaggia, dove i gestori di lidi e locali quest'estate hanno deciso di non calcare la mano sui prezzi, in controtendenza con quello che è avvenuto nel resto d'Italia e anche in alcune località turistiche calabresi.

Il fenomeno dei rincari ha fatto suonare un campanello d'allarme nelle regioni del Sud che avevano iniziato la stagione favorire rispetto alle mete balneari classiche, tanto da far registrare una vera e propria fuga da Puglia e Sicilia a causa di prezzi insostenibili. A Reggio però l'asticella si è mantenuta accessibile al budget medio di una famiglia, oltre che stabile: anche ad agosto un posto negli stabilimenti cittadini con ombrellone e due sdraio, per l'intera giornata oscilla tra i 15 e i 20 euro e non ci sono maggiorazioni nel fine settimana, come ormai avviene quasi ovunque. Potrebbe essere una carta da giocare per l'economia turistica della città dello Stretto? Sulla carta sì, ma la realtà sotto la lente locale è fatta di chiaroscuri. 

Reggio resta umile: lidi a prezzi contenuti anche ad agosto ma scontrini salati nei locali del lungomare

I costi contenuti delle strutture balneari nell'estate 2023 rappresenta una situazione favorevole, questo è un assodato. Reggio in particolare resta umile e questa è certamente una spunta positiva per chi, attratto dai Bronzi di Riace (che continuano ad essere traino quasi unico delle presenze turistiche in città), potrebbe pensare di prolungare la visita anche per il mare, trovando prezzi abbordabili. 

Nonostante questo punto di forza, qualche gestore, registrando numeri poco vantaggiosi e lontani dal riempimento di tutti i posti, ha scelto di limitare l'attività alla ristorazione senza attivare il servizio spiaggia. Ma qui arrivano le note dolenti, perché l'altra faccia della medaglia sono i prezzi elevati nei locali del lungomare, con aperitivi che arrivano a 25 euro a persona e gelateria da 3 a 7 euro.

Giusto adeguarsi ai listini degli altri o è volontà di "spennare" il turista? Le opinioni dei reggini sul punto si dividono, ma è idea diffusa che sul piatto della bilancia la città, a fronte dell'offerta, non possa permettersi certi scontrini. Insomma, a Reggio non ci sarebbero i numeri minimi per richiedere al turista di pagare quanto a Gallipoli, Taormina o Tropea. A suffragare questa teoria è scarso amor proprio o esasperazione? Quasi nessuno difende gli esercenti colpiti dalla crisi, criticati per listini ritenuti comunque non giustificabili gravando su un target che a Reggio non è quello del luxury - ovvero, su famiglie in vacanza o sugli stessi reggini fruitori della movida. 

A proposito di servizi del comparto vacanziero, uno di quelli che in città si vede pochissimo sono le piscine all'aperto, oggettivamente sottotraccia rispetto ad altre località. Gli hotel che dispongono delle strutture le rendono disponibili soltanto per i clienti o per eventi e gli stabilimenti che lo prevedono hanno inevitabilmente ingressi non alla portata di tutti e sicuramente non delle famiglie, da 20 euro per adulto, riduzioni per minori (di solito 9 e 12 anni) e grauità soltanto per bambini di età inferiore ai 6 anni. 

Cercasi assistenti alla balneazione, ma chi prende il brevetto prova a restare sul territorio

Tornando ai lidi della città, molti lamentano  la carenza di assistenti ai bagnanti, figure specializzate che in quest'estate sono diventate rarissime da trovare e per questo in testa alle offerte di lavoro nel settore: un vuoto che è particolarmente forte al Sud, perché i giovani con questa qualifica preferiscono lavorare nelle strutture settentrionali dove sono pagati con contratti regolari e soprattutto lunghi, a copertura di una stagione che inizia dai periodi festivi di aprile e si estende a ottobre e comprensivi di vitto e alloggio. 

Maria Antonia Muscatello, responsabile della Fisa (Federazione Italiana Salvamento Acquatico) per la provincia di Reggio Calabria, ammette che il problema esiste, ma non ritiene negativo il bilancio dell'ultimo corso di formazione per i brevetti: "Per questa stagione abbiamo diplomato una trentina di bagnini e la maggioranza di loro sono impiegati nelle strutture di Reggio e in provincia. Purtroppo non tutti continuano questa professione ed è vero che stipendi e durata dei contratti sono tali da scoraggiarli e farli smettere, spesso dopo solo un anno. Ma posso dire che i controlli delle forze dell'ordine sul nostro territorio hanno quasi debellato lo sfruttamento, quello che accadeva in passato non si vede più, chi ha questo brevetto è assunto per questo e fa solo il suo lavoro di bagnino".

Percorso che continua ad essere scelto prevalentemente da maschi, quello dell'assistente alla balneazione è un mestiere oggi molto lontano dall'immaginario popolare e gli aspiranti baywatch sono molto disincantati. Continua Muscatello: "Il modo di vedere il bagnino e la mentalità di chi fa questo lavoro sono cambiate, anche se noi tentiamo sempre di sensibilizzare i giovani e anche le istituzioni sull'importanza di questa figura. C'è chi prende il brevetto soltanto per avere punteggi nei concorsi, già sapendo che poi farà altro". 

Lo stato di salute del mare, il punto di forza più sprecato della città

Ogni considerazione su costi, presenze e tendenze sulle spiagge di Reggio deve però fare i conti con lo stato di salute delle acque. Sulla base dei dati disponibili, la classificazione Arpacal 2023 conferma che in città sono pochissimi i punti della costa dove è possibile fare il bagno. Ben oltre i divieti di balneazione attualmente vigenti per ordinanza comunale, la qualità del mare reggino è quasi tutta scarsa. Fanno eccezione i quartieri di Gallico, Bocale e Pellaro, Oasi, lido Caponera, Ravagnese zona aeroporto e San Gregorio (unici nella tabella delle eccellenze), mentre rientrano nella fascia di qualità buona Catona centro svizzero, Pentimele e Lido comunale zona villa Zerbi. Il resto è un campo di battaglia di bollini neri. Un'atavica condanna da cui scappano operatori, turisti e cittadini, vanificando il principale veicolo della nostra economia di settore. La natura non è un prodotto da vendere e non è etico far pagare 50 euro per un ombrellone con vista, ma se c'è chi è disposto ad aprire il portafogli per un'esperienza di mare cristallino e degno della fama calabrese, a Reggio questa è una storia che non racconteremo mai.

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