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Venerdì, 29 Marzo 2024

Campo Calabro, salvati oltre 50 volatili di specie protetta: denunciato bracconiere | VIDEO

Operazione "Libertà" della guardia di finanza. Gli uccellini erano detenuti illegalmente e maltrattati. Sotto sequestro la fauna e il materiale utilizzato per la cattura

Oltre 50 esemplari di volatili di specie protette, e una consistente quantità di oggetti e attrezzature necessarie e funzionali al bracconaggio e all'uccellagione, sono stati scoperti dai finanzieri di Reggio Calabria, durante un controllo in un agro di Campo Calabro. Le fiamme gialle dopo aver attuato nella zona servizi di osservazione e appostamento, hanno individuato un bracconiere, senza alcuna licenza di caccia, intento a esercitare l'attività illegalmente. 

L'uomo, G.C, 78 anni, denunciato all'autorità giudiziaria, è stato colto in flagranza di reato mentre, nascosto dietro una serie di rovi, comandava una rete di cattura puntellata con lunghi picchetti d’acciaio e collegata a una corda che giungeva fino al nascondiglio in cui si trovavano gli animali, potenziali future vittime di questa pratica di caccia illecita. Nelle immediate vicinanze del luogo gli uomini del comando provinciale hanno trovato sette gabbie, poste su appositi paletti che contenevano ciascuna un volatile, appartenente a specie "particolarmente protetta". Il sstema era utilizzato per richiamare, traendoli in inganno, quelli ancora in libertà. Sono stati ritrovati quattro cardellini, due verdoni e un ibrido di cardellino/canarino.

All’interno di un borsone, in una gabbia ancora più grande, sono stati scoperti altri quattro verdoni e undici verzellini, catturati nella giornata, interrotta, dall’inaspettato intervento dei militari. Gli uomini, agli ordini del conello Flavio Urbani, alla luce di quanto scoperto, hanno deciso di perquisire l’abitazione del bracconiere e le pertinenze: in un rustico adiacente alla casa, c'erano numerose gabbie appese ai muri, tutte di ridottissime dimensioni, arrugginite e sporche, che ospitavano, in condizioni precarie, inadeguate e incompatibili con la natura degli animali, altri un verzellino.

Proseguendo nelle ricerche, in un’intercapedine realizzata tra l’abitazione e un terreno, nelle stesse e pessime condizioni, sono state scovate altre gabbie contenenti quattro verdoni e sette verzellini.
Le attività di perquisizione hanno permesso di ritrovare anche una serie di oggetti e attrezzi indispensabili e funzionali all’attività di bracconaggio, tra cui reti di cattura, puntelli in metallo, richiami elettronici (comprensivi di batterie e casse), lenze e corde.

Durante i controlli, considerata la specificità dell'operazione, i fianazieri si sono avvalsi della collaborazione  dell’associazione anti-bracconaggio Cabs, importante realtà composta da un nucleo
speciale anti-bracconaggio, formato da volontari esperti. In questo scenario, visto lo stato di detenzione degli animali ritrovati, i militari hanno allertato anche il personale tecnico-veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria che, intervenuto sul luogo, ha constatato le inadeguate modalità di custodia di tutti gli animali e di nove canarini che, nonostante di lecita detenzione, sono stati sequestrati, perchè come gli altri, detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.

Il personale veterinario dell’Asp, ha constatato inoltre il maltrattamento di un verdone, utilizzato come zimbello (richiamo) per l’attività di uccellagione: l’animale, aveva una imbracatura fatta artigianalmente con dello spago, che passava dal collo alle ali ed era annodata all’altezza dello sterno, in modo che lo forzava a volare e nello stesso tempo attirava
gli altri volatili. L'animale era sottoposto a forte stress e viveva in condizioni innaturali.

Tutta la fauna e le attrezzature scoperte dai militari sono state sequestrate, mentre l'uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica per i reati di furto aggravato (commesso nei confronti della fauna, considerata patrimonio indisponibile dello stato), maltrattamento e abbandono di animali e uccellagione. Le varie specie animali sono state condotte presso l’Associazione Mediterranea
per la natura - Centro di recupero fauna selvatica "Stretto di Messina", dove la responsabile della struttura, dopo aver visitato le specie protette, su disposizione del pm di turno, ha attivato per i volatili in buona salute, le "procedure di liberazione", prendendo in carico per le cure necessarie quelli di cui non era possibile la liberazione e disponendo l’affidamento delle specie nate e cresciute in
cattività.

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