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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'iniziativa / Scido

Scido, il museo dell'arte contadina sarà intitolato a Biagio Monteleone

La proposta arriva dall'associazione culturale reggina Le Muse, ed è stata accolta dall'amministrazione comunale: l'11 agosto si terrà un evento per la dedica al grande personaggio calabrese

Il museo dell'arte contadina di Scido sarà intolato a Biagio Monteleone. La locale amministrazione comunale ha accolto una proposta arrivata dal’associazione culturale Le Muse Laboratorio delle Arti e delle Lettere di Reggio Calabria, che nello scorso mese di marzo, in occasione della Giornata del Papà, aveva celebrato e ricordato il grande calabrese, che subì una lunga prigionia durante la seconda guerra mondiale. Durante quella serata fu presentata la pubblicazione “Behind the fence – dietro la recinzione” il diario di Biagio Monteleone, nato a Scido il 16 dicembre 1914 e figlio del farmacista Antonino e di Faustina Loteta.

Nel corso di quell’evento, il primo cittadino di Scido Giuseppe Zampogna aveva ribadito come la Calabria vanta uomini valorosi ed identitari, accogliende la proposta di Le Muse per dedicare a questo personaggio illustre il museo dell'arte contadina, struttura rappresentativa della cittadina posta nel cuore dell'Aspromonte. Venerdì 11 agosto alle 21 si svolgerà la cerimonia per l'intitolazione stabilita con delibera della giunta municipale lo scorso 18 luglio 2023. Il museo, di grande pregio culturale, che si trova all'interno di uno storico frantoio in pietra del primo Novecento, annesso al palazzo Ruffo che custodisce la biblioteca Paolo Greco.

L serata dell'11 agosto sarà un momento importante, dichiara Giuseppe Livoti, presidente di Le Muse. poiché l’associazione ha fatto da tramite tra il mondo istituzionale ed il recupero di una memoria individuale, "dimostrando di essere al servizio dei territori con particolare attenzione alla nostra regione". Proprio per questo la famiglia Monteleone darà la possibilità ai visitatori, con esposizioni prestabilite, di vedere oggetti appartenuti al noto intellettuale, come oesie, foto storiche, la sua penna stilografica, i suoi occhiali ed un diploma di merito del ginnasio dei Salesiani di Bova. In occasione dell’inaugurazione che avverrà nella villa comunale, nel giardino del palazzo verrà presentato il diario di Biagio Monteleone da Orsola Latella - già dirigente scolastico e vice presidente di Le Muse, e da Antonella Mariani, delegata Muse ai Linguaggi Espressivi alla presenza delle figlie di Biagio, Carmen e Fausta Monteleone. Prevista anche la partecipazione del Laboratorio di Lettura Interpretativa di Le Muse con Clara Condello ed Emanuela Barbaro. "Una serata - dice ancora Livoti - che servirà per fare memoria, ma anche ricordare padri di un tempo, perché senza di loro non avremmo esempi emblematici da presentare alle generazioni future".

Biagio Monteleone frequentò il ginnasio superiore al seminario salesiano di Bova marina ed al Regio Ginnasio di Locri e Gerace, ma conseguì la licenza classica al Tommaso Campanella di Reggio Calabria e si iscrisse alla facoltà di materie letterarie all’Università La Sapienza di Roma. Durante gli studi fu chiamato alla visita come soldato di leva nella marina militare e riformato una prima volta per costituzione magra. Su sua domanda fu visitato nuovamente nel 1939 e, nonostante fosse figlio unico di madre vedova, partì per la guerra come volontario. Fu catturato dagli inglesi e ceduto agli americani. Con la liberazione rientrò in Italia e concluse i suoi studi universitari nel 1948, presso la facoltà di materie letterarie di Messina. Conseguita l’abilitazione all’insegnamento, insegnò alle scuole elementari e ottenne la cattedra di materie letterarie presso il ginnasio inferiore di Scido, dove insegnò per oltre quarantanni. Il suo diario, in un bellissimo atto d’amore, è stato trascritto dalle figlie Miranda e Fausta da tre quaderni conservati fino ad oggi, testi che fanno emergere, conclude Giuseppe Livoti, "la figura di un padre che era ed è stato uomo di sostanza e cultura abbracciando la madre patria e lasciando, pur essendo figlio unico di madre vedova, la propria famiglia".

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