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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Scilla

"Ricevono soldi per lavori mai fatti": sequestro da 350 mila euro, 11 indagati per truffa

Avevano ottenuto un finanziamento da 600 mila euro. L’operazione “Ager”, condotta dai finanzieri di Villa San Giovanni, ha portato al sequestro di disponibilità finanziarie, beni immobili, sette auto e due moto

Avevano ottenuto oltre 600 mila euro dalla Regione per effettuare dei lavori in alcuni terreni agricoli. Ma in realtà le opere in alcuni casi non sono state eseguite, in altre circostanze solo parzialmente. E per giustificare le spese avrebbero prodotto fatture false. La guardia di finanza ha così disposto il sequestro di oltre 350 mila euro tra disponibilità finanziarie, beni mobili, registrati e beni immobili nei confronti di 11 persone e 2 società. Sono accusate di "truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e uso di emissione di fatture per operazioni in tutto e in parte inesistenti nel Reggino".

Il provvedimento, eseguito dal Comando provinciale della guardia di finanza, arriva a conclusione delle indagini dei finanzieri di Villa San Giovanni, iniziate nel 2017, coordinate dal procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e dal procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni, e dirette dal sostituto procuratore, Diego Capece Minutolo.

L'attività investigativa è stata orientata all'individuazione di eventuali profili di illeciti nella concessione a beneficio di una cooperativa che opera nel comune di Scilla, di un finanziamento pubblico nel settore dell'agricoltura pari a 690.857 euro, nell'ambito della misura 223 del Programma Sviluppo Rurale Calabria relativa al primo imboschimento di superfici non agricole.

Le indagini

L’attività investigativa è stata orientata all’individuazione di eventuali illeciti nella concessione di un finanziamento pubblico nel settore dell’agricoltura pari a euro 690.857,06, in relazione al PSR Calabria - misura 223 - primo imboschimento di superfici non agricole, a beneficio di una cooperativa che opera nel comune di Scilla.

In prima battuta, l’indagine si è basata sull’analisi della corposa documentazione acquisita presso la Regione e in seguito alle perquisizioni domiciliari e personali, alle acquisizioni documentali e bancarie, accertamenti tecnici operati con droni di ultima generazione insieme ai funzionari del Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura. Al termine degli approfondimenti degli investigatori si è accertato che l’azienda sottoposta a controllo aveva provveduto ad eseguire solo parte dei lavori per i quali aveva precedentemente ottenuto il finanziamento producendo una falsa documentazione amministrativa e fiscale per comprovare l’avvenuta spesa.

E’ stato rilevato  inoltre che in relazione a determinate voci, i lavori non sono stati eseguiti mentre, in altri casi, è stata accertata la loro parziale esecuzione  su una porzione di superficie, oggetto del finanziamento. Per ottenere, poi, il pagamento delle varie tranche del finanziamento pubblico e, quindi, documentare l’esborso finanziario, gli indagati non hanno avuto remora a produrre alla Regione una serie di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti, che hanno attestato l’acquisto dei beni finanziati con la complicità di funzionari e incaricati della Regione che hanno confermato falsamente i collaudi propedeutici alla concessione del finanziamento.

“Le indagini condotte – spiegano dal comando provinciale della guardia di finanza - hanno consentito di accertare che i costi relativi all’acquisto delle piantine da utilizzare per il rimboschimento del terreno erano stati 'cartolarmente' triplicati, mediante l’interposizione di un’ulteriore azienda compiacente”. Agli indagati sono stati sequestrati: conti correnti, buoni fruttiferi postali, carte prepagate, fondi pensione, depositi di risparmio e fondi di investimento, 7 autoveicoli e 2 motoveicoli.
 

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