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Il progetto

Cultura e arte diventano antidoto alla violenza nel progetto "Solo tu"

Presentato il progetto del centro antiviolenza Angela Morabito-Piccola Opera Papa Giovanni realizzato insieme all'impresa teatrale Scena Nuda

La cultura come motore di prevenzione contro la violenza di genere. Con questa idea il centro antiviolenza e casa rifugio Angela Morabito e il suo ente gestore, la onlus Piccola Opera Papa Giovanni, hanno avviato insieme all'impresa teatrale Scena Nuda il progetto "Solo tu", campagna di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza e in modo particolare ai giovani attraverso dibattiti, attività laboratoriali e spettacoli tratti da testi significativi. 

L'iniziativa è stata presentata stamattina a palazzo San Giorgio dalle due coordinatrici del progetto, Francesca Mallamaci, responsabile della casa rifugio, e Lucia Lipari, rappresentante legale di Piccola Opera Papa Giovanni, insieme a Teresa Timpano, direttrice di Scena Nuda, e le assessore comunali Irene Calabrò e Angela Martino.

Il percorso del progetto si snoda attraverso appuntamenti da ottobre a febbraio 2024. Una rassegna variegata di attività, in collaborazione anche con due istituti scolastici reggini, l'istituto di istruzione superiore Boccioni e il liceo scientifico Volta, che tratteranno il tema della violenza di genere con i linguaggi di teatro, cinema e giornalismo, oltre che in laboratori sull'affettività. 

Con i professionisti di Scena Nuda ci saranno anche componenti dell'equipe multidisciplinare del centro antiviolenza Morabito, specializzati con apposita formazione in arteterapia e gestione delle emozioni. "Lo facciamo anche con le donne vittima di violenza - spiega Francesca Mallamacci - perché sappiamo che il trauma spesso non si riesce ad esprimere verbalmente e diventa quindi inaccessibile a chi vuole aiutare queste persone, facilitate invece dalla sperimentazione di altri linguaggi. Una modalità - ha aggiunto - che proporremo ai giovani perché favorisca la conoscenza e condivisione di sentimenti che fanno paura e sono negati".

Un progetto per scardinare gli stereotipi e lavorare sull'affettività dei giovani 

La presidente della casa rifugio sottolinea la centralità della cultura in questo progetto: "Entrare nelle scuole e parlare ai ragazzi e alle ragazze è più che mai importante. La violenza è un fenomeno culturale e occorre una nuova narrazione che scardini gli stereotipi e faccia capire sin dalla giovane età che l'amore non è possesso, per costruire una parità di genere basata sui sentimenti, il rispetto e il riconoscimento reciproco". L'espressione artistica e lo svolgimento di attività in gruppo "crea una dimensione protetta nella quale si è disposti ad ascoltare e condividere". Ma la rassegna coinvolge anche la città nel suo complesso: "Dobbiamo farci contaminare - conclude Mallamaci - dalla cultura e da linguaggi che facciano percepire e comprendere da tutti i micromessaggi sulla violenza e i rapporti ostili, che rappresentano il vero strumento di prevenzione".

L'avvocato Lucia Lipari ha sottolineato l'ennesimo dato in crescita del fenomeno: "Dall'inizio dell'anno in Italia sono avvenuti 80 femminicidi e questi numeri dimostrano che gli interventi in atto non sono attecchiti e serve un tipo diverso di prevenzione. Noi siamo convinte che l'unico antidoto valido e funzionale sia la cultura e un lavoro sulla rimozione degli stereotipi patriarcali. La violenza genere ha un costo sociale addizionale che tutti paghiamo, contrastarla ha un vantaggio collettivo per lo sviluppo dell'intera società". Lipari mette in evidenza l'azione che il progetto focalizza sul giornalismo: "Presenteremo una riflessione sul linguaggio sessista e non deontologico che ancora caratterizza il modo in cui si parla di violenza sulle donne sui media, favorendo odio e victim blaming".

Spettacoli e performance con il filo conduttore di donne protagoniste in vari periodi storici

Teresa Timpano si è soffermata sulle scelte artistiche della rassegna: "Abbiamo pensato a storie di donne che portino avanti il pensiero di autodeterminazione in vari pericodi storici, da Giulia, figlia di Augusto, personaggio ante litteram dell'emancipazione femminile, a Franca Rame con il suo monologo sullo stupro, un testo forte che rappresenta un'azione diretta sul tema. Tra le perfomance ci sarà anche la musica, esplorando il tema da punti di vista e con linguaggi diversi, mentre attraverso i laboratori le azioni mirano a sviluppare nei giovani una coscienza nuova". 

Gli uomini ci sono, ma volutamente in secondo piano. "Sono presenti - continua Timpano - come figure di accompagnamento, ad esempio nell'Empireo, intenso testo di Lucy Kirkwood, abbiamo impegnato donne e uomini con una suddivisione tra 80 e 20 per cento. Lo abbiamo fatto per promuovere l'idea di un'opportunità che in campo artistico di solito manca per le donne. Non si tratta di un femminismo 'contro', sarebbe controproducente e insensato. Gli uomini non sono sotto giudizio, perché la visione culturale cambi le due entità femminile e maschile devono essere in armonia tra loro".

Centro antiviolenza e Piccola Opera continuano anche l'azione per l'empowerment femminile

Un progetto come questo può contribuire anche a infondere fiducia verso le denuncia della violenza, grazie alla qualche negli ultimi tempi sono emerse storie di abusi portando alla punizione dei responsabili. Commenta Lucia Lipari, già autrice della proposta di legge regionale di iniziativa sociale su interventi per favorire l'autonomia delle vittime di violenza e i loro familiari: "I percorsi di liberazione delle donne abusate sono molteplici e possono culminare nella denuncia, ma il primo step rimane sempre l'autoderminazione. Per questo come centro antiviolenza e Piccola Opera stiamo lavorando su misure per l'empowerment, importantissimo soprattutto per le madri. L'autonomia economica è uno dei nodi del fenomeno ed è fondamentale fornire strumenti di emancipazione a chi vuole uscire da una situazione di violenza ma non ne ha i mezzi"

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