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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Stadio, ecco i motivi perché è più coerente intitolare al giornalista Sgroj la sala stampa

Le motivazioni del cronista Filippo Praticò e il racconto di un uomo che si è speso con tutte le sue forze per il bene e il successo della squadra amaranto

Ha ricevuto diverse importanti condivisioni il post su Facebook sul fatto come sia più coerente intitolare al compianto caporedattore di Gazzetta del Sud Aldo Sgroj la sala stampa dello Stadio di Reggio Calabria, di cui è stato autore il giornalista reggino Filippo Praticò.

Il giornalista Domenico Salvatore ha testimoniato, ad esempio, sulle qualità professionali del caporedattore di origini siciliane, Francavilla Sicilia in provincia di Messina, inviato da Gazzetta del Sud a rappresentare la testata meridionale nelle Tribune Politiche della Rai anni 70 e 80. Condivisioni sono state espresse da Carlo Parisi, segretario aggiunto della Federazione nazionale della stampa, dai giornalisti Guido Leone, esperto di scuola, Filippo Arillotta, e da Pietro Mafrici, già segretario generale della Uil calabrese.

Sul social media la riflessione di Praticò comincia dal fatto di avere letto nei giorni scorsi della "volontà espressa dal sindaco Giuseppe Falcomatà di voler dedicare la sala stampa dello stadio Oreste Granillo al collega giornalista reggino Tonio Licordari, immaturamente scomparso qualche anno fa. "Anche io reputo - afferma Praticò - che a Reggio Calabria, Tonio Licordari sia e debba essere valorizzato come figura straordinaria del giornalismo italiano e calabrese in particolare. Un uomo ed un professionista – e qui riprendo le parole del sindaco - che a questa città ha donato tanto, con la penna e con il cuore".

"Fatta questa premessa – scrive il cronista -, poiché ho diversi anni più del giovane Giuseppe Falcomatà, e di tanti giovani giornalisti che seguono il calcio reggino, e dunque più ricordi sulla storia della città di Reggio, fermo restando sempre l’importanza di celebrare Licordari, ritengo che l’opportunità di dedicare la sala stampa dello stadio comunale possa essere riservata ad un altro grande giornalista reggino, a quell’Aldo Sgroj che per la Reggina Calcio e dunque, per la città e la sua tifoseria, nel 1986 svolse un delicato e complesso compito che si concluse con il salvataggio del sodalizio sportivo da una delle ripetute crisi economiche e morali che periodicamente lo aggrediscono".

Praticò ricorda così quegli anni: "Nell’estate 1986, Aldo Sgroj, alla guida della redazione reggina di Gazzetta del Sud e prossimo a lasciare la presidenza della Mangiatorella di pallavolo femminile stabilmente in seria A, viene contattato dal sindaco dell’epoca Pino Mallamo e da un gruppo di imprenditori e di professionisti della città. Al giornalista chiedono di risollevare le sorti della Reggina Calcio in crisi di risultati sportivi e in preda ad una altrettanto grave crisi economica.

Sgroj per amore della città accetta l’incarico e, sostenuto anche dall’intero Consiglio comunale e da un’opinione pubblica favorevole al giornalista, porta avanti un complesso progetto. Intanto, ci si domanda, perché l’opinione pubblica è tutta con Aldo Sgroj: nel 1970 è alla redazione di Gazzetta del Sud e con i suoi colleghi Vico Ligato, Franco Liconti e con il corrispondente Rai Franco Cipriani, svolgono un ruolo fondamentale nell’affermare la verità sui tanti dolorosi episodi della Rivolta di Reggio per il capoluogo, contro le bufale dell’epoca orchestrate dal governo centrale e dagli ambienti politici di Catanzaro e Cosenza per denigrare i moti popolari.

Rispetto alle manipolate veline della questura, è questo gruppo di giornalisti reggini che alle decine e decine di inviati delle principali testate italiane e di tutto il mondo, racconta il senso dei documenti elaborati e le iniziative realizzate da movimenti, partiti, associazioni culturali e sociali in rivolta contro i carri armati inviati in città da Roma per sedare i Moti. Ed i reggini il ruolo di Sgroj, quale giornalista reale interprete della comunità cittadina, lo hanno sempre riconosciuto e rispettato. E di Sgroj hanno pure apprezzato il suo ruolo, efficace e molto operativo, di guida di una piccola società di pallavolo femminile che, insieme con altri dirigenti sportivi della città e giornalisti locali, nel giro di tre anni, porta dalla serie C nella classifica alta della serie A. Nell’estate 1986 il giornalista manager accetta il gravoso compito di far rinascere la Reggina Calcio e ben presto consegue il risultato positivo di accompagnare la società verso "un fallimento pilotato" e così salva il titolo sportivo della serie C1 che viene travasato nella "Reggina Calcio 1986".

"Il ruolo di garante e la fiducia raccolte da Sgroj nella comunità produttiva della città, - continua Praticò nel suo racconto - consentono di coinvolgere nel piano di rinascita della Reggina Calcio tutta la città e la provincia di Reggio. E permettono di costituire una nuova società sportiva sostenuta da un’appassionante "sottoscrizione popolare" e da una compagine sociale composta tra gli altri, da Pino Benedetto e Lillo Foti, i protagonisti poi, della crescita economica e tecnica della Reggina Calcio che da squadra anonima scala le classifiche diventando per un decennio un club prestigioso di serie A".

"La città di Reggio, si dice spesso, ha la memoria corta, e – conclude Praticò - mi è sembrato doveroso e necessario scrivere queste righe allo scopo di ricordare agli uomini politici ed ai giornalisti nati dopo il 1980, adesso che il calcio a Reggio sembra riprendere vigore, gli eccezionali sforzi e gli impegni etici realizzati da Aldo Sgroj in campo sportivo e in quelli politico e sociale".

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